"Quindi oggi passi da me?" mi chiese Adison.
"Si certo, come sempre d'altronde!" risposi.
"Ti aspetto allora, solito orario. Ho una sorpresa per te"
"Cosa? Che?"
"Non fare domande. A dopo! Love u"
Adison girò le spalle e se ne andò lasciandomi da sola in mezzo al vasto cortile della scuola d'arte. Sarebbe stata una perfetta prigione se non fosse stato per i magnifici graffiti che la decoravano sulle facciate. Il mio preferito era una semplice parola, "CLING". Non era nulla di che, dei colori buttati così e una semplice scritta tutta storta. Ma per me non era così. Quel graffito lo facemmo io e il mio migliore amico Shawn prima che partisse per il Canada. Mi sentivo così sola senza lui. Fortunatamente avevo al mio fianco Adison, una delle mie più care amiche. Ci conoscemmo per caso un giorno d'estate. Noi con le rispettive famiglie eravamo al mare. Sono sempre stata una persona solare, una di quelle bambine con il sorriso stampato sul viso che con i soliti codini faceva ridere tutti. Quel giorno attirò la mia attenzione una bambina con i capelli color cenere che stava facendo un castello di sabbia. Senza pensarci 2 volte andai vicino a quella bambina.
"Ciao, posso giocare con te?" disse la piccola me senza giri di parole. Mi ricordo che rimasi ammaliata dai suoi bellissimi occhi verde smeraldo, sembravano luccicare come diamanti.
"Certo, ovvio che si. Io mi chiamo Adison e quella è la mia famiglia. Ti va se diventiamo amiche per sempre?"
"Io mi chiamo Mira e si, mi va di diventare amiche per sempre."
Dopo quelle parole, che dette da due bambine possono sembrare monotone, siamo sul serio diventate "amiche per sempre". Ci ritrovammo in classe insieme solo alle medie, ma prima di allora passavamo tutti i giorni insieme e quella promessa diventava sempre più solida. Ora eccoci qua, lei che si dirigeva verso casa sua, io che mi avviavo verso la fermata dell'autobus e una sorpresa che mi aspettava.
L'autobus arrivò con 10 minuti di ritardo, come al solito. Strano che Londra era così poco caotica, di solito Trafalgar Square era stra colma di gente nell'ora di pranzo.
Dopo 6 fermate arrivai finalmente a casa mia. Mia madre come al solito non c'era, i suoi turni in ospedale erano sempre piú lunghi e con orari impensabili. C'erano settimane dove la vedevo solo per 3 giorni, se ero fortunata. Papà, invece, ci abbandonó quando avevo solo 5 anni e mia sorella 2. Mi ricordo quella notte: le urla di mamma contro il caporeparto, che subito dopo diventarono pianto isterico. Io presi la mano di Diana e l'abbracciai forte. Le parole di quella piccola e ignara bimba furono solo "Ei Miv, perchè la mamma piange? Cosa le ha fatto il dottore monello?". Ora io ho 18 anni e sono all'ultimo anno di liceo, Diana invece ne ha 15 e ha cominciato il secondo anno. Abbiamo il solito rapporto tra sorelle, odi et amo, ma non vogliamo ammettere che non sappiamo vivere l'una senza l'altra. Sono diventata una seconda mamma per lei, e lei è tutto quello che mi rimane di una vera famiglia.
"Diana sono a casa!" urlai entrando.
"Sono qui Miv, in cucina. Sto facendo dei toast, ne vuoi qualcuno?" chiese lei indaffarata.
"Ovvio che si! Lascio lo zaino e vengo ad aiutarti." Non ricordo di preciso quando fu l'ultima volta che ho mangiato un pasto completo. Andavamo avanti con pizze surgelate, pasta riscaldata e cibo spazzatura. Quando la mamma non c'è, e quindi la maggior parte del tempo, non abbiamo tempo per cucinare, perchè o siamo a scuola o fuori. Fortunatamente la sera ci ritrovavamo sul grande divano abbracciate a vedere il solito film strappalacrime.
"Eccomi cuoca provetta! Cosa ti serve?"
"Nulla di che Miv, sono solo dei toast! Non serve che chiami Ramsey e tutta la troupe" mi schernì lei.
"Hai ragione anche tu. Beh dimmi, com'è andata la giornata? Camille ti ha ancora dato fastidio?"
"Camille quando mi vede deve solo abbassare la testa e deve baciare il terreno dove cammino. Non è piú un problema ormai."
"Oh mafiosetta, cosa ti ho insegnato?"
"Che devo essere sempre gentile ed educata e bla bla blaaa.." mi fece il verso giocando con la forchetta.
"Piccola mocciosetta!" ed entrambe scoppiammo a ridere.
"Però una cosa c'è...."
"Raccontami"
"Un certo Nick, credo che il cognome sia Jonas, mi ha fatto una playlist e mi ha chiesto di ascoltarla. Ci sono delle canzoni di una certa band, credo che si chiami...One....One...."
"Direction" l'aiutai io.
" Si esatto. Come la conosci?"
"Ti ricordi il periodo di x factor? Quando partecipammo io e Ads? Ecco beh...facemmo i provini con loro, o meglio, con Harry e Miam...Ciam...oddio come si chiama? Ah si...Liam"
" Come sono le loro canzoni? "
" Carine si...ma non gli seguo e non sono come una di quelle fan che andrebbero a tutti i loro concerti!"
" Grazie della dritta superstar! Ora vado che Skyla mi aspetta."
" Ei aspetta, non hai ancora finito di..."
"Love u big sister". E anche lei era andata via. Bene Miv, ora sei rimasta solo tu in questa grande e allo stesso tempo vuota casa.
Una lieve vibrazione proveniva dalla mia borsa...Ads sicuramente.
"Dimmi Ads"
"Dolcezza arrivi? Non fare aspettare la tua sorpresa."
" Si Ads, il tempo di prendere l'autobus e arrivo."
" Miv quando deciderai di prenderti un'auto?"
" Quello è l'ultimo dei miei pensieri. Dammi 10 minuti e sono da te, sempre se l'autobus non arrivi in ritardo."
" Ti aspettiamo." e riattaccó subito dopo.
Cosa significava quel TI ASPETTIAMO? Chi c'era lì con lei? Se aveva invitato dinuovo Justin per "fare pace perchè siamo la coppia piú bella del mondo" l'avrei picchiata.
L'autobus stranamente spaccó l'orologio svizzero. Trovai un posto libero verso gli ultimi sedili. Misi le cuffie e cliccai su shuffle. Un ragazzo incappucciato e con gli occhiali scuri catturó la mia attenzione. Era seduto in modo goffo e aveva un paio di Jordan 4. Se non fosse inverno penserei che sia uno degli "attivisti" che vogliono fare del mondo la loro dimora eterna.
Dopo 4 fermate arrivai a casa di Adison. Anche lo strano tipo scese lì. Bho...sicuramente coincidenze. Lo superai a passo svelto perchè ero già in ritardo. Infatti ecco lì Ads che mi aspettava in garage.
"Ma finalmente! Pensavo che non arrivassi più."
"Ho fatto il prima possibile." risposi affannata. "Beh la mia sorpresa?"
"Non essere impaziente...." girò la testa ed emise un "oh come non detto."
Un ragazzo biondo entró con una lattina di coca cola in mano. Non era Jason...
"Miv ti presento Niall, Niall Horan. Niall lei è Mira, ma puoi chiamarla Miv."
Niall Horan...quel nome mi diceva qualcosa. Appena alzò lo sguardo i suoi occhi azzurro cielo mi rapirono e lo riconobbi.
"Ciao piacere, sono Niall degli..." disse porgendomi la mano
"One Direction, si lo so. Io sono Miv." risposi stringendogliela.
Ma cosa ci faceva lui qui? E perchè Adison era tutto elettrizzata.
"Sono qui!" sentì dire tutt'un tratto.
IMPOSSIBILE, cosa ci faceva lui qua?
🧩🧩🧩
ME
Ciao a tutti. Spero che questo capitolo vi piaccia. Ho deciso di inserire sempre un video di una canzone che rispecchi i vari sentimenti del capitolo, in modo che vi possiate immergere totalmente.
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Endlessly
Fanfiction"Ora che sai davvero tutto, avrò ancora una speranza?" Non era abituata a tutto questo, lei era solo una semplice ragazza che si era trovata a fare a pugni con i suoi sentimenti. Quel 25 marzo, in quel bar lei non doveva entrare, doveva passare da A...