MONDI PARALLELI 2~ la distruzione dei fandom

Guai

Luca's pov
Scappare.
Questo è quello che il mio cervello mi dice di fare, la parola che fa fremere i miei muscoli, anche se il mio cuore blocca questo impulso e mi fa restare fermo.
Quando inizi a scappare poi non ti fermi più, dice il capitano, e io non voglio arrendermi alla paura, farmi sopraffare da essa e lasciare il mio animo in balia della tempesta che ho dentro.
Ho solo sette anni, caspita! Perché devo subire tali angherie da parte di questi spacconi?
Certi (tra cui il dio del Fandom) dicono che dato che io e mio fratello siamo dei bambini questa banda di "distruttori di sogni" ci lascerà in pace, ma non è così. Proprio perché sei giovane loro ti prendono di mira, in modo da stroncare le tue speranze fin dall'inizio. I cani si addomesticano da cuccioli in fin dei conti, no? Ma io non voglio essere un cagnolino controllato dalla società, non quando dentro di me vi è un lupo che cerca di farsi valere e rispondere al richiamo del Fandom.

La voce di mio fratello mi riporta alla realtà, ricordandomi che sono pur sempre a tavola con un suo amico (beh, diciamo più compagno di classe) e che sto osservando il piatto di pasta vuoto da ben quattro minuti pieni, facendo cadere l'attenzione su di me

«Grazie Kevin, era tutto molto delizioso» inizia Mattias, tirandomi anche una piccola gomitata affinché io mi concentri «Ma vedi, io mi sono appena ricordato che nostra sorella ci aveva chiesto di aiutarla in una cosa di scuola oggi pomeriggio, e lei conta su di noi quindi non possiamo tirarci indietro»

«Ma vostra sorella non va alle superiori? Come potete voi aiutarla?»

«Supporto tecnico» rispondo in fretta io, come se fosse la cosa più normale del mondo «Hai notato anche tu che mio fratello ha un talento naturale per i computer, mentre Giulia fa proprio schifo... Dobbiamo solo aiutarla con una presentazione di diritto, tutta roba noiosa ma un felino interessante se sai prenderla nel modo giusto! Io devo controllare se sa bene tutti i vari articoli del codice civile invece. Quel librone pesa un botto però!»

«Beh, magrolino come sei anche una piuma può essere pesante per te» sussurra Sam, seduto proprio davanti a me e facendomi ribollire il sangue nelle vene

Sarò anche magro e un tantino basso, e quindi? Non sono i muscoli quelli che contano, ma ciò che c'è dentro un ragazzo! E poi è l'uomo debole che conosce il valore della forza, il valore del potere.

«Ci dispiace molto, anche perché ti avevo detto che ti avrei aiutato con matematica» riprende mio fratello, sempre con quel tono dolce che è chiaramente falso «Ma dobbiamo proprio andare... Sarà per un altro giorno, okay?»

«Sì tranquilli, vi può accompagnare l'amico di mio fratello, dato che con me è sempre così gentil-»

«NO! Cioè... Non serve che si disturbi! Facciamo il primo pezzo a piedi e poi viene Giulia»

«Ma... Lei è minorenne. Non ha la patente»

«Però ha una bici. Una bellissima bici» rispondo, fingendo interesse per quel ferrovecchio che abbiamo in garage

Il ragazzino alza le spalle, dicendoci poi che possiamo andare e che tanto sappiamo dov'è l'uscita, così noi due sfrecciamo via sotto lo sguardo confuso di Sam, che però ci lascia andare senza fare nulla, mettendomi ancora più ansia. Arriviamo fino all'ultimo corridoio, poggiando una mano sulla maniglia ma venendo bloccati dal suono del campanello, segno che qualcuno è qui fuori e sta per entrare.
Oh accidenti...

Non facciamo in tempo a trovare un altra strada che la porta si apre all'improvviso, e Mark e Luke ci vengono quasi addosso, facendoci quasi scappare un urlo.
Ecco, di male in peggio...

«Oh ciao ragazzi... Siete i fratellini di Giulia, non è così?» ci chiede il primo, facendoci indietreggiare e annuire debolmente

«N-Noi stavamo andando a casa...» mormoro, stringendomi nelle spalle ed evitando di incrociare il suo sguardo «Q-quindi se non vi dispiace-»