Capitolo 38 👁️

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Can's pov

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Can's pov

Mi alzo stordito.
Mentre dormivo ho sentito parecchi rumori e addirittura visto la luce di una torcia.
Ho provato ad alzarmi ma ero praticamente distrutto e ho continuato a dormire.

Forse sono stato vittima di un brutto sogno.
Non ricordo poi molto.

Mi alzo e vado a farmi la doccia.
Devo togliermi questo odore di alcool addosso.

Oggi uscirà Demet dall'ospedale e come sempre i nostri momenti belli vengono distrutti dalle sue menzogne.

Mi preparo poi un caffè e mi accorgo di avere il telefono sul ripiano della cucina privo di vita.
Prendo il caricatore e lo metto a caricare, aspettando qualche minuto prima di riaccenderlo.

Intanto bevo a sorsi il mio caffè e penso come andrà finirà la mia storia con Demet.

Dopo il tradimento di Amalia, le bugie le percepisco in maniera diversa.

Subito decade la fiducia nei confronti di chi me le dice.

Sento squillare il telefono e ritorno a prenderlo.

Si tratta di Demet.

Ancora per poco e non avrà più il desiderio di chiamarmi

"Dem" dico con voce roca

"Can? Sei vivo?" dice pochetto nervosa

"Non urlare Dem" le faccio notare

"Io urlo invece hai capito? Dove cazzo sei stato stanotte? Hai tenuto il telefono spento per tutto il tempo. Hai idea di come mi sono sentita?" la sua voce è rotta dal pianto

"Vengo a prenderti"

"Non mi rispondi alla domanda?"

"Chiudo Demet... A dopo"

Vado in camera e prendo l'anello che volevo darle.

Volevo chiederle di sposarmi ma questo per ora rimarrà nel cassetto, perché non credo di essere pronto a sposarla.
Non ancora.
Le sue bugie mi feriscono.

Le sue bugie mi feriscono

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