L'effetto Jiāng

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[Jiāng Li nasce dalla mia passione per le serie TV, almeno nell'aspetto. L'ho vista nella terza puntata di... no no no. Provate a indovinare dalla foto! Il carattere è completamente diverso, ma ci siamo capiti: tutto ciò che vedo-ascolto-faccio in qualche modo finisce nelle mie storie]


Cap. DUE - Jiāng Li

Ho riempito Alex di messaggi minatori. Più parolacce che parole. E lui? Elettroencefalogramma piatto. Mi stava ignorando? Non esiste! Nessuno mi ignora e rimane vivo per raccontarlo.

Allora sono passata all'artiglieria pesante: prendere a sassate la finestra al piano rialzato. Oh, se l'era cercata. Il passo successivo: i vasi di gerani. Chi avrebbe pianto la perdita di una tale robaccia?

A quel punto è apparso nella cornice della porta. Lui e i suoi occhialoni. Il volto maledettamente serio. Da funerale, tipo.

«Sbrigati.» Era zuppo di sudore e gli mancava il respiro. «Sta succedendo qualcosa di assurdo, spaventoso. È su tutti i TG.»

Gli si è fritto il cervello, ho pensato. Quali TG? Di notte le notizie dormono come tutti. O quasi. Fatto sta che sono entrata, in punta di piedi, perché i genitori di Alex vanno a letto con le galline.

Oh, intendiamoci, io lo adoro, Alex. Non glielo dico per paura che si monti la testa, ma se morisse un'ape ogni volta che usa le parole assurdo e spaventoso, al mondo non ci sarebbe più un cavolo di fiore.

Per lui è TUTTO assurdo e spaventoso.

Dal crollo della connessione alle minacce di un qualsiasi rompipalle. Ma pure davanti a una idol coreana figlia del patriarcato, eh!

E insomma. Sono entrata, l'ho seguito in camera.

Nemmeno il culo mi ha fissato. Poi ho visto il joypad spiaggiato sul divano. La lucina azzurra ancora accesa che succhiava energia alle batterie. Roba da niente, se non stessimo parlando di Alex.

«Hai di nuovo sniffato la vernice?»

«Sul serio. Zitta e ascolta.»

In TV c'era un giornalista quasi calvo, gli rimanevano soltanto dei ciuffi di capelli sulla nuca e ai lati. Pareva Krusty il Clown.

«Le autorità cinesi confermano di aver identificato un nuovo tipo di virus, della stessa famiglia di cui fa parte l'influenza. La causa è al momento sconosciuta. La regione da cui è partito è già stata isolata: nessuno può lasciare le città e il traffico in uscita, bus, treni, metropolitane, traghetti e trasporto interurbano è stato temporaneamente bloccato. Nonostante le misure di sicurezza draconiane, il contagio ha già raggiunto diversi Paesi del mondo. Negli aeroporti vengono utilizzati scanner per rilevare la temperatura corporea dei passeggeri.»

In tutto ciò Alex masticava il nulla. Vedevo la mascella contrarsi mentre la linea passava all'inviato dalla Lombardia. Un tipo con i capelli spettinati e la mascherina azzurra sulla bocca.

«L'OMS ha dichiarato il virus simile alla polmonite una "emergenza sanitaria globale". Nel nostro Paese si registrano già centinaia di casi positivi. Al vaglio un decreto per contrastarne la trasmissione.»

«Assurdo, spaventoso» ho sussurrato.

Mi è venuto spontaneo.


[Le prime pagine di una storia sono importanti. Bisogna dare dei punti di riferimento, cioè da dove partiamo? Nella mia dal presente. Dalla quarantena. E da una domanda: come sarà là fuori? Il punto è che il tempo e l'ambientazione sono importanti. Qui racconto il nostro mondo come potrebbe diventare se... Quindi: reale 90% fiction 10%]

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora