[Vi presento il mio Alex. Ve lo immaginavate più nerd? Bianco-vampiro? Iper brufoloso? Non esiste, direbbe Jiāng Li. Il motivo è semplice: uscire dai cliché. Ecco perché il mio Alex è un figo. Poi per carità, dipende dai gusti. Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, sì... la notizia]
Cap. TRE - Jiāng Li
Le parole scorrevano sulla fascia rossa ai piedi del monitor e dentro alle mie orecchie senza darmi il tempo di pensare. Ero ipnotizzata sopra il tappeto, giuro. A mezzo metro dallo schermo piatto.
Allora ho sputato fuori un commento inutile. No. Idiota proprio. Una frase che ti aspetti dalla gente scema, non da me. Eppure.
Mi è uscito dalla bocca qualcosa tipo «Vabbe', ma sai quanti sono a morire di influenza ogni anno?» e «Sarà una specie di febbre suina o chissà che» oppure «Dalla Cina! I miei impazziranno.»
Non lo so com'è stato possibile.
E niente, da quel momento i miei sono impazziti davvero.
Con loro ogni fottuto abitante di questo Paese. O degli altri.
Il virus si è diffuso in lungo e in largo senza fare rumore. Un passeggero clandestino che non paga ma te la fa pagare. Lo so, sembra una frase da biscotto della fortuna. Ma è la cruda verità.
Poi sono arrivati i geni. E chi se li scorda?! Hanno alluvionato i social di fesserie, prima fra tutte: l'allarme si sarebbe potuto dare prima. E certo! Grazie che ce l'avete detto! Come dice quel proverbio? La madre degli stupidi è sempre incinta... Una verità assoluta.
Magari vagamente sessista, eppure sacrosanta. Eh.
La mia religione è: se hai qualcosa da dire, dilla. Se ti tocca di dirla urlando, okay, fai pure. Basta che sia una cosa intelligente.
E invece no. I geni sono andati avanti: hanno puntato il dito sui cinesi perché il cavolo di virus era venuto da lì. Perché mangiavano cavallette e serpenti o disgustosi pipistrelli. Da quelli l'avevano preso.
E allora: «Schifosi, sudici, andate a tossire a casa vostra pezzi di m... dio c... , ci infettate tutti, fate schifo pezzi di me...»
Il grado zero del male.
Il contagio dell'ignoranza.
Dico io, chissene frega da dove è arrivato? Ormai c'è. Fine.
Solo che in questa merda di mondo l'odio è un linguaggio universale. Ha preso il posto dell'amore. Sfido chiunque a smentirmi.
E allora boicottiamo i cinesi, no? Così finisce tutto. Facciamogli chiudere i negozi se no ci becchiamo il virus. Dannati occhi a mandorla! E addio Ni Hao Market, il nostro emporio. Poi è arrivato il turno dei ristoranti (cinesi e non). Perché l'odio e l'ignoranza sono democratici. Giapponesi, cinesi, tailandesi... stessa feccia.
Divento una belva solo a ripensarci.
Frena la lingua, Li. È meglio che ti calmi. Tanto è durata poco, perché in un battito di ciglia siamo sprofondati nel lockdown.
Il famoso lockdown. Cioè tutto chiuso tutti a casa scuole negozi tutto non si esce più da casa se uscite vi sbattiamo sui telegiornali. Alla gogna mediatica. Detto fatto. Sono stati mesi da incubo. A volte pensavo: è tornato il Medioevo e nessuno se n'è accorto.
[Jiāng Li è una che non te le manda a dire. Ma attenzione: non esistono personaggi invincibili. Persino Superman ha la Kriptonite. Devo sempre ricordarmi di inserire fragilità e punti deboli. Quali saranno i suoi? E Alex? Lui sembra avere solo punti deboli. Uhm, vedremo...]
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QUEL CHE RESTA SIAMO NOI
Teen Fiction⭐️ WATTYS 2021 WINNER - YOUNG ADULT ⭐️ Alex preferisce stare a casa da sempre, da prima che scoppiasse il virus. Poi ci sono Jiāng Li, che trasuda veleno dal giorno in cui i genitori hanno deciso di tornare in Cina; Christian che nasconde un segret...