#iorestoacasa non è il massimo

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[È il turno di Vera. Me la sono immaginata simile a Maya Hawke, che la maggior parte della gente ha scoperto in Stranger Things, ma io, sfogliando le foto del web, l'ho descritta in una veste insolita. Più simile all'immagine qui sopra. Insomma lasciamo Christian a tormentarsi ed entriamo nella giornata tipo dell'ultimo personaggio]



Cap. SEDICI - Vera


Meno cinque all'ora I.

I sta per Instastories, la mia croce quotidiana. Una ferita che non si rimargina mai – faccina triste – nemmeno a Pasqua o a Natale.

All'inizio era un modo per ammazzare il tempo alla fermata del bus e celebrare le reunion con le mie bestbitches. Se i modi di dire non cambiassero ogni mese sarebbero le mie BFF. Migliori amiche. Stronzette. Le occhioni-dolci-guarda-in-camera che condividono con me le dirette, che mi taggano e io ritaggo, che oddio-quanto-sei-bella-no-tu-di-più – faccine occhi di cuore tutta la vita.

Poi si è intromessa @lasarah.

È il nick di chi mi ha partorito. Dico così perché in casa nostra la parola con la M non si usa più. Lei è @lasarah. Punto.

Completamente digitalizzata: telefono sempre in mano, posa da selfie, labbra a culo di gallina. Un must. Ha un profilo con tanto di link in bio al canale YouTube e al negozio di vestiti fashion per-donne-che-odiano-invecchiare. Vabbe', mi è uscita una cattiveria.


Meno quattro all'ora I.

Combatto con una ciocca di capelli davanti allo specchio. Il dubbio è se lasciarla penzolare davanti alla fronte o costringerla dietro all'orecchio. Per il resto sono una mezza romana-svedese e mezza piemontese. Un incrocio tra Sailor Moon e Cara Delevingne.

Almeno così dice @lasarah.

Un giorno è entrata nella mia stanza, ha chiuso la porta e mi ha trasmesso i dieci comandamenti della divina influencer:


1- Non avrai altro dio all'infuori di Instagram

2- Ama i tuoi follower come te stessa

2- Non pubblicare post invano

3- Onora le instastories con la tua faccia

4- Non desiderare i template di altri

5- Ricordati del venerdì per santificarlo


Okay, mi sono presa qualche licenza poetica.

Comunque la finisco qui. Mi sto già sentendo male.

Anche perché oggi è venerdì. Il giorno con più utenti attivi su Instagram. Boh, così dice lei. Lei e decine di guide online.

Mentre ripenso ai comandamenti sento la sua voce. Rivedo il telefono ondeggiare nell'aria tipo bacchetta di Olivander. Tiglio argentato, crine di ippogrifo e circuiti integrati – faccina da maghetto.

Mi mordo il labbro. È stato quello, l'istante in cui abbiamo smesso di divertirci. Io e lei. Da lì in poi una sequenza di: come ti sei conciata? I capelli non li pettini? Hai già postato stamattina? Follower?

Milioni di domande da insulti in automatico.

Cioè, se li sarebbe meritati. Dritti in faccia per avermi costretta a fare la influencer, che era, è, e sempre sarà il suo sogno. Non il mio.

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora