Smettila di lamentarti e ascolta

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[Ormai ve ne siete accorti: non salto più da un capitolo all'altro per spiegarvi le connessioni tra i personaggi. Okay il lavoro di bottega, ma a questo punto è la storia che comanda. Narrata di volta in volta da un personaggio diverso, con sensibilità diverse. Il che mi permette di nascondere cose, di tacere fatti, di cambiare inquadratura esattamente come in una pellicola cinematografica. La colonna sonora di questo episodio però ve la lascio. Di nuovo Moby, con "Lift me up"]



Cap. VENTISEI - Christian


Impiego un po' più di quanto avevo promesso per tornare alla rotonda, ma non ci metto poi molto. Fillo è già lì che scrive.


FILIPPO: Ti muovi? Sto facendo la muffa

CHRISTIAN: Sono qui rompipalle

FILIPPO: Dove? Non ti vedo

CHRISTIAN: Tu pensa a fare strada

FILIPPO: E se poi ti perdi?


Mandalo a quel paese subito e non ne parliamo più. Preferisco farlo di persona, c'è più gusto, e poi non ho tempo da perdere. Finito qui devo correre in casa di riposo con la spesa. Laggiù mangiano presto.


CHRISTIAN: Problema mio. Qual è il piano?

FILIPPO: Allora per prima cosa ci fermiamo in cartoleria. Per una ragione che capirai più tardi devi comprare del nastro adesivo

FILIPPO: Poi andiamo al Carrefour

CHRISTIAN: Cioè stiamo per fare un tour dei negozi? Sei scemo?

FILIPPO: Regola numero uno: calma con le parole

FILIPPO: Sempre che tu voglia ancora la roba


Sei proprio sicuro che non vuoi... Devo solo restare calmo il tempo necessario a chiudere questa storia e ribaltare le cose. I primi saranno gli ultimi, gli ultimi saranno i primi ed erediteranno la Terra. Nonna Rosa potrebbe commuoversi a sentirti citare i passi della Bibbia. Che poi non lo so se sono veri o se li inventa sul momento, so solo che li ripete ogni benedetto giorno. Ai capelli bianchi la Bibbia piace: li fa stare da Dio.

Non è il momento di scherzare. Giusto, lo dico al Fillo.


CHRISTIAN: Ti pare il momento di scherzare?

FILIPPO: Rilassati amico. Ironico è il mio secondo nome

CHRISTIAN: No il tuo secondo nome è CRETINO


Non hai ripetuto la cosa dell'amico, è già qualcosa. Giuro che se continua così io mi avvicino e lo aggredisco qui davanti a tutti. Non reggo chi si sforza di fare il simpatico in generale, figuriamoci se poi te lo fa anche notare. E magari si aspetta pure che ridi o gli fai i complimenti.

Fillo si gira. Mi sa che ha sentito la pugnalata del mio sguardo in mezzo alle scapole. Macché, ti sta facendo segno. C'è una cartoleria.

«Uh-huh» mormoro, dubbioso.

In realtà sospetto che stia solo cercando di farmi sbroccare. Entro comunque. Non c'è gente per cui faccio in fretta. Saluto, ordino, ritiro e pago restando dietro la sgargiante linea gialla sul pavimento.

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora