Le bolle hanno il vizio di scoppiare

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[Le coincidenze esistono? Non ne sono così sicuro. So solo che proprio in questo periodo, scrivendo di Alex e della sua passione per i videogame, è uscito il remake di un gioco della Playstation che ho amato: Resident Evil 3. E qui i gusti personali si sovrappongono all'attualità. Ora però mi è venuta una tremenda voglia di giocarci, accidenti!]



Cap. VENTITRÉ - Alex

Sei salvo, AlexGamer05. Questa sì che è una sorpresa.

Macino la strada a scorrimento verticale in stile retrogaming anni 80. Il mio sistema nervoso continua a laggare. Sì, insomma. Le gambe non rispondono agli input in tempo reale. Mi muovo trascinato dalle dita piccole di Li. Saremmo pelle contro pelle, se in mezzo non ci fossero due strati di lattice. Eppure sento una scossa che mi fa vibrare dentro.

Comunque. Lei gira a destra, io la seguo un secondo dopo. Non subito. È un problema di connessione tra la RAM del mio cervello e il resto del corpo. Si può dire che mi trascino.

«Machecazz...?» esclama Li, voltandosi di scatto con i capelli lisci appiccicati alla fronte. «Dieci minuti, Alex. Un record!»

«Eh?» Sbatto le palpebre.

«Sei il velocista della sfiga. È mai possibile che appena esci di casa riesci a metterti nei guai? Sei una fottuta calamita! Dovevi solo raggiungermi in centro. Testa bassa e kit di sopravvivenza.»

Stacca la mano e mi solleva davanti alla faccia fogli e telefono. Indica la mascherina. Il filo bianco delle cuffie fa una capriola.

«Non puoi dimenticarti le cose!»

La guardo. Quando si arrabbia è così figa che potrei metterla come sfondo sul PC. Poi però vaglielo a spiegare...

«Che c'è? Ho qualcosa sul naso? Ti sei imbambolato come la prima volta che hai visto Jill Valentine nel remake di Resident Evil 3.»

«Ora che ci penso, un po' ti assomiglia.»

«Non fare lo spiritoso con me, bello.» Li si avvicina. Punta le mani ai fianchi e si china verso di me. «Cosa ti passa per la testa?»

Mi fissa con uno sguardo truce da eroina d'azione.

Ora che ci penso assomiglia un botto a Sasha Zotova. La top model che ha donato il volto alla cara Jill, a parte che 1) non è asiatica e che 2) si tratta di una stangona da un metro e ottanta senza contare i tacchi. La verità è quindi che 3) la mia Jiāng Li non assomiglia affatto a quel gran pezzo di modella russa ma 4) dato che io la vedo così devo decisamente avere qualcosa che non va nella testa. Mi sa che non ci sto dentro.

«Diverse... cose...»

«Tipo? Tipo quali cose?»

Abbasso lo sguardo e finisco per fissarla in pieno petto, dove la maglia si stacca dalla pelle e lascia intravedere... OH NO!

Se mi becca sono un uomo morto. Anzi, nemmeno avrò il tempo di diventarlo, un uomo. Mi ammazzerà prima lei. Mi darà tutte le botte che non mi hanno dato Fillo e Christian messi insieme.

«Mi stai guardando le tette, Alex?» sibila.

Dovrei dirle tutto. È intelligente. Capirà. Che non l'ho fatto apposta, dico. Sì insomma siamo amici. Soltanto amici. PUNTO.

«See, come no, certo, ah ah ah.» Risatina isterica.

Gli occhi. Devo spostarli, cacchio!

Li mi stringe le guance fra le mani. Mi gira il viso di nuovo verso di sé e lo tiene fermo lì. «Mi. Stavi. Guardando. Le. Tette?» ripete.

«Mmmghm» rispondo da dietro la mascherina.

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora