Di nuovo il sole, la vita, gli altri

188 19 12
                                    

[Facciamo il punto della situazione: Jiang adora il padre e litiga con la madre; Alex teme il padre e preferisce non parlare della madre; Christian... non pervenuto (potrebbe avere qualunque situazione); Vera sogna l'indipendenza dalla madre, si sa poco altro del padre. Le condizioni ideali per piazzare qua e là colpi di scena familiari perché, senza di me che spiego, chi legge finisce inevitabilmente per concentrarsi sulla trama. Il risultato: dimentica quel che ancora non sa dei personaggi. E quando arriva a scoprirlo (con una bella scena, piuttosto che con la narrazione) l'effetto è assicurato. Scommettiamo?]

Cap. VENTI - Vera

«Stavi uscendo» dice @lasarah.

È un'affermazione o si è persa i punti interrogativi? Abbasso lo sguardo sulle scarpe da abito delle grandi occasioni. Piene di strass e giri di pelle attorno alla caviglia. Le unghie smaltate di fresco.

Continuo la radiografia seguendo le curve del sottilissimo abito nero attillato da cui sbuca un reggiseno rosso. Décolleté da paura.

«Cos'è, l'outfit da showgirl?»

«Sentimi bene, signorina: qui le domande le faccio io.»

Mi fissa da capo a piedi come ho appena fatto con lei. Si inceppa alla felpa. Le ciglia finte sbattono così velocemente che temo possano prendere fuoco e apriti cielo. Benvenuto Armageddon.

«Diamine, non penserai di uscire conciata così?? E poi dove credi di andare a quest'ora del pomeriggio??? Hai le instastories!»

«Le ho già postate» ribatto.

«Hai messo la maglietta corta? Il piercing si vedeva? Hai inquadrato dall'alto verso il basso? Quante visualizzazioni finora?»

Annuisco punto per punto fino a sentirmi un picchio che scava la sua tana o un giapponese che ringrazia. Sì, sì, sì, non lo so.

«Cosa vuol dire non lo sai?! Guarda!»

@lasarah ormai ha il punto esclamativo automatico.

«Lo faccio dopo, ora devo uscire.» Lei mi fissa stringendo le palpebre a fessura con una lentezza esasperante – faccina sospettosa.

«Vado a fare la spesa» aggiungo per sicurezza.

Un'altra figlia le passerebbe accanto e uscirebbe senza starci troppo a rimuginare, ma io proprio non riesco. Mi sentirei in colpa, anzi già mi ci sento. Ho bisogno che mi dia il permesso. Ecchepalle!

«Mettiti almeno un top con banda parlata, un minimo sexy!»

«Ma perché non poss...»

«Non ti ci mando vestita come la piccola fiammiferaia!»

«È solo una felpa.»

«APPUNTO!» Tutto maiuscolo esclamativo. Il giudice ha raggiunto un verdetto senza appello. «Perciò prima ti cambi, poi ci sediamo a scegliere le mascherine per Verastyle.com e dopo fai un salto al market. Ma torni in tempo per il prossimo post.»

«Ma io...»

«I ma sono finiti. Ho usato io l'ultimo.»

Chiudo la bocca tanto è inutile. Mi concedo una manciata di secondi per odiarla in silenzio sprizzando scintille dagli occhi chiari.

Ma guardati, vorrei dirle, hai i capelli spettinati, l'abito mezzo girato e la cerniera che dalla schiena ti arriva al fianco. Poi dici a me!

Che nervi che nervi che nervi!

Fantastico, ora sembro una bambina di cinque anni. Be', pazienza! Dovrò pure sfogarmi in qualche modo. E lo stomaco me lo sono già giocato. Idem la cena di stasera. Non so che spesa vado a fare.

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora