Forse è colpa degli adulti

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[La sfida di questa storia: quattro voci differenti. Nel genere. Nello stile. Punti di vista molto diversi sulla realtà delle cose. Ognuno con problemi, ansie e preoccupazioni. L'idea per la voce di Christian arriva da una serie TV che forse conoscete (altrimenti recuperatela): YOU. Le vicende di uno stalker raccontate in prima persona. Allora mi sono detto: perché non rendere visibili i pensieri di Chris in modo diretto? Come se stesse litigando con se stesso. Funziona? Me lo dovete dire voi...]

Cap. DICIASSETTE - Christian

Sono già le quattro quando arrivo all'OK Market del corso.

Il posto è intasato di ragazzini che urlano e scalpitano e una fila non sanno nemmeno com'è fatta. Una parte di me li capisce: molti escono per la prima volta dopo mesi, si godono la libertà. Ma l'altra parte...

Dacci un taglio, Chris.

Mi metto in coda. Il serpentone avanza a singhiozzo e, merda, mi tocca ascoltare i discorsi del gregge.

Appunto mentale: la prossima volta ricordare i tappi. Anche gli auricolari vanno bene. Ci sparo la musica a tutto volume.

Intanto subisco la gioia degli altri. I commenti. Le risate.

«Mi sei mancata da morire, sis» dice una biondina col trucco sbavato e la lacrima facile. Appena allarga le braccia, a me monta lo sclero.

«Amo', tu di più» risponde l'amica con l'apparecchio.

«Quanto vorrei stringerti!»

«Io pure, Cla'!»

«È una cavolo di tortura!»

«A me lo dici? Mi si incasina la testa.»

«Tu sei già incasinata, stronzetta mia.»

«Vieni qui! Ti adorooo!»

Le mani scattano avanti senza sfiorarsi. Si mandano baci e affettano l'aria mantenendo le distanze, tipo twerking ma con le braccia.

Mi mordo l'interno della guancia fino a sentire male.

Rilassati, sei un fascio di nervi. Lo so, e per qualche motivo non riesco a condividere un briciolo di quella felicità. Vedo solo pericoli.

Quand'è che hai smesso di sorridere? Quando un nemico invisibile è entrato nella mia vita? Fosse così semplice... Forse è colpa degli adulti. Gli stessi che ci insegnano a trovare un colpevole per qualunque sfiga.

Meglio se è una persona. Le persone sono facili da incolpare.

All'improvviso parte un flashmob: la fila comincia a pestare i piedi al suono di una musica immaginaria. Un tipo con i dread avvicina la mano alla bocca e fa partire un beatbox da Italia's Got Talent. E giù urla, applausi. Il boato fa quasi crollare i dannati portici!

Ignorali, Chris. Sei fuori servizio. Lascia che se ne occupi il Controllore davanti alla porta scorrevole. Tu respira. Concentrati su un pensiero felice.

Sì be', io non sono Peter Pan, e di questo passo saranno gli altri a spiccare il volo. Li faccio schizzare io con queste mani. Viaggio di sola andata fino alle lettere OK dell'insegna con il cuore al posto del buco.

Una ciambella dell'ottimismo in un mondo che sta crollando.

Sicuro? Non è che stai crollando tu? Pensaci: non stanno infrangendo nessuna regola. Vogliono solo divertirsi. Lo facevi anche tu una volta...

Ignoro la frecciata e mi concentro sulle vibrazioni dei portici.

Alcune provengono dalla mia tasca. Di nuovo. Una chiamata di quelle insistenti che sfrutta fino all'ultimissimo squillo. Controllo il nome sullo schermo e dalla bocca mi esce un grugnito. È lei. Ovvio.

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora