Quel che resta siamo noi

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[Eccolo qui, l'ultimo episodio. E lo so che ormai la quarantena è finita e siete tutti in vacanza al mare o in montagna o dove-cavolo-vi-pare-basta-che-sia-fuori. È giusto. Ma io sono andato fino in fondo lo stesso perché a questi quattro ragazzi qui mi ci sono affezionato. Nella mia testa, giuro, esistono veramente e hanno sogni, rabbia, aspirazioni. È questo che succede quando finisci un libro: hai creato un pezzo di mondo che prima non c'era, e adesso esiste, vive. Anche senza di te]

Cap. QUARANTOTTO - Alex

«Alessandro?»

La voce dell'operatore sociale mi blocca sulla porta. Li e Vera sono già in corridoio, Christian fa una smorfia da "ora sono cazzi tuoi".

«Senti, tu ci sai fare coi computer?»

«In che senso?»

«Nel senso che ci sai mettere mano se hanno qualcosa che non va» dice poi mi guarda.

Aspetta una risposta. Riesco a vedere sopra la sua testa le singole opzioni di gioco. Devo scegliere prima che il tempo a mia disposizione finisca o byebye next level.

CROCE: fingermi morto, come se avessi perso la mia Command List, solo che potrebbe essere lui a elencare le mie prossime mosse.

TONDO: ribattere con una domanda, del tipo attacco, difesa e contrattacco, la miglior strategia per vincere in un Picchiaduro.

QUADRATO: bluffare spudoratamente dicendo che no, figuriamoci, io e i computer siamo compatibili quanto Apple e Samsung.

TRIANGOLO: puntare sull'opzione sincerità e sperare che non mi catapulti nel bel mezzo di un deathmach senza ritorno.

Scelgo un diplomatico: «Me la cavo giusto un po'.»

Christian mi rifila una tale pacca sulle spalle che di me resta solo l'avatar, poi dice che con una maglietta nerd tipo la mia, minimo minimo sono una specie di hacker. Anche meno, Chris, grazie.

«Ottimo» sorride Andrea. «Abbiamo un sacco di adulti in smart-working senza la minima idea di dove mettere mani.»

«Scusi, non ce l'avete un tecnico?»

«Da mercoledì in poi sarai tu, il nostro tecnico. Credevi davvero di passarla liscia? Il reato di complicità prevede un numero di ore inferiore a quelle del tuo amico Christian, ma il servizio civile non te lo leva nessuno. Vedrai che con i boomer ti divertirai...»

«A pensarci bene, non sono abbastanza bravo.»

«Vedi? Già parli come loro!»

Chiude la porta e si mette a ridere. Maledizione.

«Poteva andarti peggio» fa Chris.

«Te lo dico la prossima settimana, comunque grazie eh.»

Lui non coglie l'ironia. Mi aggancia la mano in un saluto da rapper bergamasco, mi guarda negli occhi e dice: «No, grazie a te.»

«Be', ancora non sappiamo se la nonnina se la caverà.»

«Vero. Ma abbiamo fatto meglio che potevamo.»

Sorrido. Devo ammettere che scivolare di notte in un centro commerciale, abbattere le telecamere e introdursi nel magazzino è stato più emozionante di una partita a Metal Gear Solid.

Anche se un crimine mi basta.

E poi non sono tagliato: un ladro degno di questo nome si sarebbe accorto della telecamera interna, mentre io ho visto la lucina rossa sopra la mia testa e ho continuato a parlare con Chris come niente fosse. Tipo quelli che vogliono tirare in porta a FIFA con la X.

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora