Preparations

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Hermione poté lasciare l'infermeria tre giorni prima della fine della scuola. Non aveva visto il professor Snape dalla chiacchierata notturna, ma diverse volte si era svegliata con la sensazione di averlo mancato per poco e, in un'occasione, si era trovata con una pila di libri sul comodino, di fianco alle pozioni di guarigione. La cicatrice lungo il petto era sbiadita in modo significativo. Madama Pomfrey le aveva lasciato una crema da applicare tutte le mattine e una pozione da prendere una volta a settimana, ma l'aveva anche avvertita che difficilmente sarebbe sparita del tutto. Ad Hermione non importava. Sentiva di averla scampata bella e aveva preso l'abitudine di sfregare la nuova pelle vicino alla clavicola. Toccarla la faceva sentire in qualche modo più forte, meno persa e più determinata.

Passò le prime due settimane di vacanza a casa con i genitori. Sua madre aveva preso delle ferie dal lavoro e persino suo padre era riuscito a passare alcuni pomeriggi lontano dallo studio. Era entusiasta del suo nuovo interesse per la corsa e non riusciva a smettere di parlarne. Le aveva dato abbondanti informazioni sulle corse lunghe, sulle corse a tempo, sulle corse leggere e sullo stretching; le diede diversi libri e le mostrò un certo numero di siti web che rendevano semplice calcolare gli allenamenti e gli obiettivi di velocità. Oltretutto correva con lei, felice di modificare la sua velocità al suo passo più lento e barcamenando la conversazione per entrambi quando lei si trovava senza fiato (il che all'inizio succedeva spesso).

Hermione esitava nell'informare i suoi genitori a proposito degli eventi dell'anno precedente. Hogwarts aveva delle strane leggi riguardo i parenti babbani e le ferite magiche. Giustamente, i Granger erano furiosi alla fine del secondo anno di Hermione nello scoprire che aveva passato parte dell'anno in coma, senza che loro ne sapessero nulla. Avevano quindi minacciato di porre fine alla sua educazione magica e solo un estenuante incontro con la professoressa McGonagall, pieno di disastrose avvertenze sulle orribili conseguenze di vivere con una strega inesperta, aveva fatto loro cambiare idea. Eppure avevano bisogno di sapere del ritorno di Lord Voldemort, per la loro incolumità così come quella di qualunque altro, ed era particolarmente certa che sarebbero stati meno furiosi di sapere della nuova cicatrice se l'avessero sentito da lei per prima. Alla fine cambiò leggermente la storia: disse loro del confronto fra Dumbledore e Voldemort al Ministero (lasciando fuori la sua partecipazione insieme a quella di Harry e degli altri), e attribuì la sua ferita ad un incidente durante una "pratica di duello". "Vista la guerra in arrivo, mamma, hanno preso l'autodifesa particolarmente sul serio; il professor Snape mi ha curata subito quindi non c'è niente di cui preoccuparsi..." La lasciò un po' nauseata che i suoi genitori trovassero le sue bugie così convincenti, ma semplicemente strofinò la cicatrice furtivamente e tenne la bocca fermamente chiusa.

Una volta che la madre fu tornata al lavoro Hermione iniziò a passare molto del suo tempo alla Tana, tornando a casa solo nei weekend. Diversi giorni prima il signor Weasley aveva collegato il caminetto della camera da letto dei suoi genitori alla Metropolvere, cosa che rese il viaggio di andata e ritorno molto semplice. Anche Harry era alla Tana e l'affollata casa Weasley era molto più divertente del correre intorno alle case a schiera di Londra da sola. Eppure era spesso un po' sollevata quando si allontanava dal rumore e dal trambusto nei fine settimana, e le lunghe corse che faceva con suo padre durante la domenica mattina divennero sempre più preziose nelle sue abitudini estive.

Hermione seguiva un meticoloso programma di corsa. Il professor Snape aveva ragione: la matematica e la logica che servivano per imparare la corsa l'affascinavano. Poteva correre da sola e poteva imparare da un libro. Il Quidditch era completamente un'altra cosa. Nonostante stringesse i denti e giocasse due contro due con Harry, Ron e Ginny ogni volta che lo proponevano, era comunque una giocatrice tremenda e imparava lentamente. Il gioco sembrava andare troppo veloce e si sentiva quasi umiliata alla fine di ogni partita. Anche quando l'altezza era limitata dal giocare nel giardino posteriore della Tana, il vuoto tra lei e il terreno la lasciava stordita per l'ansia. Se non puoi essere coraggiosa, Granger, diceva a sé stessa, sii testarda. Il professor Snape probabilmente direbbe che non c'è differenza.

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