The Headmaster of Hogwarts

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Quando il suo incantesimo intenzionalmente lanciato per non colpire il bersaglio aveva tagliato la carne amica, scioccò tanto Severus che perse di altitudine. Pochi secondi dopo, riuscì a riportare la sua scopa di nuovo in alto, tentando disperatamente di tenere il passo con Lupin e deviando con scaltrezza diverse brutte maledizioni che minacciavano di far cadere i due membri dell'Ordine dalle loro scope. Il sangue era ovunque: copriva il viso del finto Potter.

Dando per scontato che fosse un'esca.

Severus era disperatamente, vigliaccamente preoccupato di aver colpito Hermione. Era terrorizzato che fosse morta.

Nel momento in cui Lupin e il suo sconosciuto compagno attraversarono il confine e sparirono dietro alle barriere protettive elastiche e multiple, Severus voltò la scopa verso il terreno e scappò, indifferente alla probabile reazione di Voldemort. Conosceva solo un posto in cui i Mangiamorte non potevano seguirlo e i membri dell'Ordine difficilmente si sarebbero presentati: Grimmauld Place e, non appena i suoi piedi toccarono terra, si Materializzò con destinazione Londra.

La familiare piazza sembrava minacciosa alla poca luce dei lampioni stradali. Sebbene il suo comportamento finora fosse qualificabile come incauto sotto ogni aspetto, Severus si fidava del suo istinto di auto preservazione, mentre premeva la schiena contro un albero disadorno e controllava la zona per ogni segno di movimento. Non vide nessuno. Severus colse l'opportunità d'indulgere in diversi respiri profondi, sforzandosi di allontanare la nausea che minacciava di sopraffarlo.

Fa' che Granger stia bene, pensò, tenendo gli occhi chiusi per un istante. Fa' che non fosse lei.

Guardandosi intorno ancora una volta, Severus si diresse verso le scale del numero dodici e toccò la porta con una bacchetta. Sentì lo scricchiolio metallico come un ticchettio di tanti lucchetti che si aprivano e una catena che si ritirava, mentre la porta di apriva. Entrò subito dentro, tirandosi la porta dietro di sé e fermandosi per un momento nell'ingresso. Nella luce delle tremolanti lampade a gas di casa dei Black, tutto sembrava come era sempre stato. La fila di teste decapitate degli elfi domestici era piena di ragnatele come sempre; la gamba del troll-portaombrelli stava da una parte, ospitando un ombrello che ricordava molto nel gusto uno degli accessori di Dumbledore.

"Homenum revelio," mormorò. Niente. Incoraggiato, fece un passo avanti.

"Severus Snape?"

Severus riconobbe l'odio nella voce di Mad-Eye e per un secondo quasi credette che l'uomo pieno di cicatrici fosse davvero lì, prima che la maledizione passasse attraverso di lui come una brezza fredda e la lingua gli si arrotolasse nella bocca. Una maledizione Incolla Lingua. La sensazione era spiacevole, ma anche una che aveva sopportato in precedenza: ci sarebbero volute ventiquattr'ore prima che potesse parlare di nuovo e, se non si sbagliava, la sua abilità di rivelare il luogo in cui si trovava Grimmauld Place sarebbe stata compromessa per sempre. Nel complesso la cosa poteva andare a suo favore.

Fece un altro passo avanti. Quando il piede toccò il pavimento, una pozzanghera indistinta alla fine del corridoio volò verso di lui, ricomponendosi in una figura grigia e magra. Un orribile eco di Albus Dumbledore volò verso di lui, con la bacchetta puntata minacciosamente in avanti. Anche se Severus non poteva parlare, sferzò la bacchetta contro l'essere. La sua magia era irregolare, eppure efficace, e lo spettro esplose in un milione di frammenti che gradualmente caddero verso il pavimento. Severus deglutì pesantemente e si sforzò di andare avanti ed esaminare ciò che rimaneva dell'incantesimo, toccandolo con la sua bacchetta. Idioti. Chiunque avesse posto la maledizione aveva richiamato non solo la figura di Dumbledore, ma anche il suo desiderio di vendetta. Avessero usato chiunque altro come modello non sarebbe sopravvissuto così facilmente.

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