6. Siamo tornati

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Busan
31 luglio 2020

«Guardarlo come spaccia nel mio parco!» esclamò Taehyung uscendo appena dal suo infallibile nascondiglio, un misero cespuglio.

Erano tornati a Busan da pochi giorni, i due clan avevano già dato inizio alla loro lotta per la supremazia che andava avanti da tre lunghi anni. In quei sette mesi lontano da Busan i loro territori erano stati difesi da Teodoro e Johan, che avevano fatto un lavoro a dir poco eccellente, la vendita di droga non aveva per nulla risentito.

«Tecnicamente è il suo parco!» lo corresse Anja, o meglio, dopo tanto tempo la ragazza era ritornata ad essere il famigerato A; sempre vestita in nero con abiti maschili, mascherina e cappellino da pescatore.

«È il mio parco! Lo riprenderò e glielo metterò in culo a quel bel imbusto di futuro marito che mi ritrovo» gli occhi azzurri si alzarono verso il cielo, la giovane pensava che il suo amato fratello avesse bisogno di una terapia per disintossicarsi da quel maledetto parco.

«Te l'ho già detto, dobbiamo conquistare il cavallino galoppante» V fece immediatamente no con la testa, rivoleva solo il suo amato parco ed avrebbe fatto di tutto pur di riaverlo indietro, perché quel piccolo pezzo di terra gli aveva portato un sacco di soldi.

«Dobbiamo pensare al cavallino galoppante. Ok, non possiamo conquistarlo tutto ma almeno possiamo controllare e avere profitti dagli incontri clandestini» ripeté ancora Anja cercando di convincere il fratello. La eccitava al pensiero di controllare gli incontri clandestini di Busan, se i Kal li avrebbero controllati era come se lei controllasse Koi, e cosa la emozionava parecchio.

In quella città marittima gli incontri clandestini erano controllati da un signore che nessuno l'aveva mai visto, o meglio era stato visto da pochi, e tutte le voci dicevano la stessa cosa, che era brutto come pochi.

«Ah, non capisco perché non vuoi che riprendiamo il nostro parco. Insomma, io voglio riprendermi cioè che è mio!» spiegò Taehyung ancora una volta, testardo come non mai. Quel parco l'aveva perso quel parco con una misera e stupida scommessa, anzi lo aveva perso con lo stupido gioco di dadi. Ricordava ogni cosa di quella notte, ogni odore in quel pub, ogni emozione che provava, ogni sensazione era ancora viva nella mente del giovane leader, e poi quella notte era stato rapito da russo, ma non era il momento a pensare a quel rapimento, perché una cosa era certa in quella testa dura, per lui, Jungkook aveva barato.

«Comunque dobbiamo andare...Abbiamo un sacco di consegne e tu lo sai!» riprese parola la minore cercando di scollare il fratello da quel cespuglio.

«Io rimango qui. Devo spiare Jungkook» disse Taehyung con in inquietante sorriso, pensando che doveva spiare il suo amato «Non capisci? È perfetto! Se so tutti i suoi movimenti posso anticiparlo, vendere la nostra droga nel suo territorio e avere più soldi. Questa volta vincerò io!»

«Ciao Taehyung...» il leader dei Kal fu scosso dai milioni di brividi. Girò la testa leggermente, preoccupato, il suo rivale, il suo amato, il suo futuro marito era in piedi a fissarlo con il sopracciglio alzato e le braccia incrociate. «Cosa ci fa qui? Ciao A!»

«Beh, voi dovete risolvere delle cose importanti. Io vado a fare le consegne» Anja se ne andò, lasciando i due leader da soli a risolvere la situazione e dentro di lei sapeva che sarebbe stata sveglia tutta la notte, perché suo fratello gli avrebbe rotto le scatole dopo che avrebbe discusso con il giovane drago.

«Cosa ci fai qui, boccuccia di rosa?» Taehyung sorrise appena, capendo che era nella merda più totale. Non sapeva cosa dire, o meglio, poteva dire la verità a quel coniglio troppo cresciuto, ma sapeva che era già nella merda più totale.

Sarang & Kal ~ SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora