34. L'amore schiacciato dal potere e dalla rabbia

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«Oh, sei sveglio!» esclamò Jungkook nel vedere suo fratello maggiore già in piedi, lui non rispose voleva gustarsi in pace il suo caffè.

Il leader alzò le spalle e subito dopo si mise a prendere il suo latte e i biscotti, faceva sempre colazione così. Tutto tacque in quella cucina, tra i due fratelli non volava una mosca, gli eventi della notte appena passata erano impossibili da dimenticare, avevano lasciato un'enorme ferita dentro ad ognuno di loro.

«Voglio sapere la verità!» Yoongi fu il prima a parlare. Aveva passato la notte in bianco, doveva capire, voleva capire cosa passasse veramente nella mente del suo fratellino. Sapeva benissimo quanto lui avesse sempre desiderato comandare su tutto ma non faceva mai nulla a caso, anche se non sembrava ogni cosa che faceva, la faceva per un motivo ben preciso e lui doveva capire come mai avesse preso il territorio di Taehyung.

Doveva capire cosa volesse fare veramente suo fratello, quali erano le sue vere intenzioni. Le stava pensando a tutte: il dolore per la scomparsa di Namjoon era quella più plausibile, ma non poteva essere solo quello, c'era qualcosa di più profondo, più oscuro, forse.

«Non rompere le palle! Te l'ho già det--» un pugno violento sul tavolo, Agust D si era già rotto i coglioni di quelle menzogne, di quelle parole al vento, voleva una esaustiva spiegazione, avrebbe legato alla sedia il minore finché non gliela avrebbe detta ma non voleva subito passare alle maniere forti.

Il caffè stava scorrendo velocemente lungo il tavolo di cucina in legno, avevano la stessa tonalità. Le prima gocce sporcarono il pavimento in marmo bianco e rosa, nessuno dei due Yong se ne stesse fregando più di tanto, troppo intenti a guardarsi arrabbiati per l'atteggiamento dell'altro.

«Jungkook tu ami Tae, lo vuoi sposare cazzo! Voi due siete perfetti insieme, ne avete passate tante, allora Jungkook perché? Perché? Hai buttato tutto nel cesso?» chiese con il tono disperato. Sembrava quasi che trattenesse le lacrime, ed era vero, le teneva dentro. Anche se erano due clan rivali, erano una famiglia, avrebbero vinto la guerra e infine sarebbe tornato alla normalità, questo voleva.

In un anno e mezzo Agust D era molto cambiato più di quanto volesse ammettere a sé stesso, Jimin l'aveva reso migliore. Gli aveva fatto capire che poteva essere un terribile spacciatore ma sciogliessi davanti alle famose focaccine del suo marito contemporaneamente.

Provava un'immensa felicità verso i suoi fratellini, erano felici, avevano l'amore e lui poteva riposare per un po', lasciando la guardia a Taehyung e Jin per proteggerli, questo aveva capito in quell'anno. Ma ora tutto era di nuovo mutato nel peggiore dei modi per colpa del potere del suo leader troppo pieno di sé.

Il leader degli Yong si alzò in piedi, il maggiore per la prima volta capì quanto lui fosse veramente cresciuto, quanto si fosse alzato, quanto fosse diventato possente, era diventato uno splendido drago, anche se per lui sarebbe rimasto per sempre il suo piccolo fratellino.

Tutti lo volevano, tutti si lasciavano incantare dal corvino, a volte sembrava innocuo ma non lo era affatto, i suoi occhi erano più scuri della stessa notte.

Un brivido lungo la sua schiena si presentò, lo stava guardando in quegli occhi grandi e scuri, quelli che fino a qualche anno fa si riempivano ogni due secondi di lacrime, erano perennemente lucidi e arrossati.

A lui dava fastidio, perché detestava le persone che si piangevano addosso, ma in quel momento provava una immensa nostalgia, gli mancava.

Voleva il suo fratellino, però quello che veniva da lui a piangere per qualsiasi cosa e voleva protezione. Una volta l'avrebbe cacciato ma questa volta no, l'avrebbe abbracciato e protetto, quei momenti erano ormai finiti da tempo.

Sarang & Kal ~ SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora