41. Proprietà di Songcheol

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«Seung...» qualcuno chiamò il nome di quel soldato.

Il giovane stava vagando da chissà quanto tempo nei meandri della sua mente, attorno a lui non c'era assolutamente niente; il nulla più totale, ma doveva proseguire, marciare, come un vero soldato. 

Si fermò, i suoi piedi toccarono qualcosa di morbido, sembrava quasi un cuscino, faceva un rumore alquanto strano, qualcosa di famigliare che aveva già sentito durante la sua vita ma lui non se lo ricordava. Non ricordava quasi nulla, aveva solo dei lievi flash del suo passato: sapeva che era Kang Seung, figlio della grande famiglia militare dei Kang, ma il resto era quasi un mistero.

Il buio scomparve attorno al giovane ma in compenso comparve un magnifico paesaggio invernale: il bianco regnava sovrano, la neve dominava su tutto, copriva ogni superficie di quel magnifico posto, fu scosso da qualcosa, conosceva quel luogo, c'era già stato.

Decise di proseguire, voleva capire come mai si trovasse in quel luogo vagamente famigliare, forse era uno delle tenute della sua famiglia.  Improvvisamente chiuse gli occhi, una luce accecante gli colpì il viso, portò le mani davanti al viso per proteggersi.

"Devo andare? Verso quella luce?" pensò Seung.

«Io non ci andrei...» il soldato si voltò di scattò verso quella voce.

Davanti a lui c'era una bellissima donna, vestita con un cappotto bianco, cappello bianco peloso, capelli lunghi biondi che gli coprivano le spalle e la schiena, gli occhi erano azzurri, freddi come il ghiaccio. Li conosceva, lui aveva già visto quegli occhi ma non ricordava dove. Tutto era particolarmente confuso, la testa cominciava a fargli un gran male.

«Vuoi morire e abbandonare mia figlia?» chiese la donna sorridendo.

«Cosa?» Seung guardò quella donna vagamente familiare. L'aveva già vista, quegli occhi gli conosceva ma non sapeva dove li aveva già visti.

"Perché i suoi occhi mi ricordano qualcuno? "

«Mamma!» qualcosa scattò dentro al soldato nell'udire quella voce. Davanti a lui passò una piccola figura, anch'essa indossava vestiti invernali con capelli lunghi neri e occhi azzurri.

Portò entrambi le mani tra i capelli, aveva mal di testa. I flash dentro la sua testa non smettevano, quella bambina era qualcuno per lui, ma chi? Non ricordava, si sentiva frustrato, inutile, perché la sua mente non voleva collaborare.

«Ciao piccola mia, sei tornata.» disse la bionda, abbracciando la bambina. Quella piccola si voltò immediatamente verso il soldato, gli andò incontro, lo fissò con una faccia strana.

Seung fissava quella piccina con gli occhi di quell'azzurro intenso, la testa gli martellava terribilmente, dentro di sé, sapeva che quella bambina era importante ma non capiva come mai.

«Lui chi è?» domandò la minore, non smettendo di guardare il soldato. Lo studiò, cercando di capire chi fosse quello sconosciuto. «Non mi piaci!» esclamò dandogli poi un calcio negli stinchi.

«Ahia!» urlò dolorante il giovane, portandosi le mani sugli stinchi, gli aveva fatto un gran male. Alzò lo sguardo verso la bionda, un piccolo tassello si infilò nel puzzle della sua mente; una foto, aveva visto quella donna in una fotografia tempo fa.

«Tu sei Elina, giusto?» domandò il ragazzo. Aveva detto quel nome senza rendersene conto, fu un gesto del tutto involontario, un pezzo di puzzle si era inserito nel posto giusto, ora mancava il resto.

«Sono io. E tu non dovresti essere qui, a meno che tu non voglia morire veramente.» mormorò la cantante sorridendo.

Seung ci stava capendo sempre meno. Non ricordava. Stava cercando di capire cosa stesse succedendo, un altro pezzo; quella era villa dei Sokolov, ci era stato, con i suoi amici, gli Yong ed i Kal tempo fa. Mise la mano tra i suoi capelli, stava ricordando tutto, lentamente ma lo stava facendo, l'ultima cosa che ricordava e era che era a Busan con i suoi amici e poi il vuoto assoluto.

Sarang & Kal ~ SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora