60. Dalla morte alla vittoria

499 48 88
                                    

Il maggiore degli Yong correva come un forsennato lungo quei terribili corridoi; uccideva chiunque gli si parasse davanti.

Odio. Rabbia. Vendetta.

Questi tre sentimenti giravano dentro di lui. Avevano osato toccare il suo Jimin e non avrebbe mai perdonato nessuno. Una voragine gli si era formata all'altezza del petto, precisamente dove c'era il cuore. Gli procurava un dolore indescrivibile, lo stava mangiando lentamente dall'interno, esattamente come un buco nero.

Continuava a percorrere quegli immensi territori, più andava avanti più i sentimenti negativi crescevano dentro di lui. Sentiva gli occhi pizzicargli, volevano uscire; le calde e dolorose lacrime voleva uscire ma il drago non glielo permetteva. Le tratteneva. Non voleva piangere in quel momento, o meglio non voleva farsi vedere debole dinanzi ai suoi nemici, lo avrebbe fatto successivamente, completamente da solo.

Ma più andava avanti, più era difficile trattenere quei sentimenti, ma doveva farlo, doveva essere forte e trattenere tutto.

Davanti a lui gli si piazzò almeno tre uomini di Songcheol, il senso di vendetta crebbe ancora. Tirò fuori la pistola, la caricò e sparò il più velocemente possibile, come un fulmine: i nemici neanche lo videro, lasciarono quel mondo quasi senza provando niente.

Agust D odiava tutti loro, era solo colpa loro se il suo Jimin stava per morire o forse era già morto; il medico dei Kal gli aveva detto che aveva perso troppo sangue, dovevano estrarre il proiettile e soprattutto aveva bisogno di una trasfusione. Non erano sicuri che ce l'avrebbero fatti da solo, se Jimin fosse stato a rischio lo avrebbero portato in ospedale con qualche scusa, purtroppo era l'unica via.

Guardò i suoi nemici impassibile, la sua espressione era fredda come i ghiacci delle calotte polari. Li sorpassò. Non c'era bisogno di rimpianti o pentimenti, doveva trovare gli altri prima che fosse troppo tardi, gli unici salvi erano Hoseok e Dimitri, si stavano già dirigendo fuori, l'unico problema erano gli altri quattro: la coppia di Seoul e i due leader.

Delle urla strazianti giunsero alle sue orecchie, curioso da quel suono decise di correre per vedere cosa stesse accadendo. Arrivò in una grande sala e lì, davanti a lui c'era Seung, vicino ad una grande finestra, per il colletto teneva quel Cheng, egli urlava come una vecchia cornacchia, chiedeva pietà per la sua anima.

Il più grande degli Yong cercò gli occhi penetranti e scuri del suo amico, li vedeva appena nonostante i capelli lunghi e mossi impedivano la completa visuale: freddezza. Il soldato non era un cattivo ragazzo, non lo era mai stato.

Forse si poteva pensare che loro, quel gruppetto di spacciatori, lo avessero condotto nella cattiva strada e soprattutto lo avevano trasformato in un assassino. Non era così; il secondogenito dei Kang avrebbe ucciso comunque, se una guerra fosse scoppiata avrebbe ucciso per sopravvivere e portare la sua patria alla vittoria.

L'uomo di Songcheol si dimenava come un pazzo, implorando di non farlo, implorando di salvarlo. Il secondogenito dei Kang poteva farlo, poteva benissimo salvare quell'uomo ma non aveva nessuna intenzione di farlo.

Non c'era tempo per la misericordia, per la bontà o altro, quei mafiosi avevano causato dolori inimmaginabili. Da quattro, le dite divennero tre, il presentatore si dimenava e urlava sempre di più.

Un'altra ancora; tre.

«An-diamo. Tu non fai par-te di loro. Tu sei buono...» il povero Cheng, cercava in tutti i modi di persuadere il giovane, aveva letto le schede di tutti e quella di Seung se la ricordava, quel giovane non faceva parte di quei piccoli bastardi.

Seung rimase in silenzio, il suo sguardo fisso rimaneva su quel bastardo, il quale tentava, invano, di scoprire i sentimenti di quel giovane in modo di potersi salvare. I rumori della città e degli spari lontani riempivano il loro spazio. Un altro dito, ne rimasero solo due a tenere quel bastardo. «No! Ti prego. Non lo far--» il soldato mollò completamente la prese, lasciandolo cadere nel vuoto.

Sarang & Kal ~ SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora