«Ciao, Jungkook! Come stai?»
Il leader degli Yong conosceva benissimo quella voce, era inconfondibile: graffiata, rauca, ma dava sempre quel tocco di terrore che non guastava mai, gli avrebbe fatto del male.
I suoi muscoli cominciarono a irrigidirsi, sembrava una statua di marmo esposta in un museo, ma non ci sarebbero state altre persone ad ammirarlo, lui era solo l'opera d'arte di quel mostro, di quel burattinaio.
Venne avvolto dalle braccia del suo padrone, subito dopo sentì l'orecchio destro umido, glielo stava leccando con passione e gusto mai visto, come se fosse una caramella.
Nella mente del giovane non passava niente, solamente l'ardente desiderio di scappare da quell'essere, era forte ma il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi, riusciva solamente a tremare.
La mano di quell'uomo passò sotto la sua maglietta, lo accarezzava con dolcezza quasi fosse un amante, come se lo amasse ma quello non era affatto amore, anzi quella era ossessione.
Emise un piccolo gridolino nell'esatto momento in cui Songcheol gli strizzò con forza il capezzolo ma quello non fu né primo e né il suo ultimo urlo; subito dopo ne giunse un altro, l'aveva morso sul collo.
Provava un male indescrivibile, aveva provato i morsi di suo figlio ma quelli di quell'uomo erano decisamente più devastante, profondi. Gli occhi andarono in alto, con la speranza di non pensare all'immenso dolore che provava: i muscoli avevano iniziato a vibrare leggermente e soprattutto percepiva la tensione nervosa aumentare sempre di più.
Cadde sulle ginocchia, le gambe erano diventate due budini e non riuscivano più a sostenere il suo peso. Si voltò verso il capomafia, nel suo volto un sorriso pieno di soddisfazione per lui era davvero appagante, la visione che aveva davanti agli occhi; Jungkook in ginocchio che gli mostrava quel magnifico culo mentre lo guardava con gli occhi ricolmi di lacrime, era la cosa più bella che gli potesse capitare.
Sogghignò. Fece un passo avanti, per mettersi di fianco al suo pupillo, la sua grande mano prese quei capelli corvini, costringendo il povero ragazzo ad alzarsi mentre emanava un altro urlo di dolore.
«Mi hai mentito.» ringhiò Songcheol.
Il povero coniglietto lo guardava con paura, gli avrebbe fatto del male, questa volta non si sarebbe salvato, questa volta ne sarebbe uscito distrutto da tutto quello.
Percepiva l'orrendo respiro al sapore di tabacco di quell'uomo, gli dava particolarmente fastidio nonostante anche lui fumasse ogni tanto, ma in realtà non gli piaceva niente di quell'uomo.
Eppure, nonostante la paura non riusciva a togliergli gli occhi da dosso, si guardavano attentamente come per scrutare i pensieri dell'altro ma anche se ci provavano i due non si sarebbero mai capiti, erano nemici e lo sarebbero stati per sempre; Songcheol doveva mettersi in testa che per loro non ci sarebbe stato nessun futuro.
«Anzi, mi hai disubbidito.» mollò il pugno, alcuni capelli gli rimasero in mano. «Devo punirti.»
Il povero leader cadde di nuovo sulle ginocchia, soffriva in un modo inimmaginabile. Provare ad alzarsi, scappare e combattere, questo era il suo intento ma in realtà non ne aveva la voglia. Non aveva più voglia di lottare, non aveva più senso, non comprendeva più il suo amore verso Taehyung, forse sarebbe stato meglio non innamorarsi, forse era meglio rimanere rivali.
Alzò il capo verso il suo peggiore incubo, si stava già spogliando degli indumenti superiori, mostrando il suo fisico magistrale ma colmo di cicatrici, colpa di una vita passata a scappare dai suoi nemici.
Dopo quell'immagine più nulla. Percepì solamente il duro materasso del mostro contro la sua schiena, fu peggio di una frustata. I suoi vestiti vennero strappati, resi quasi a brandelli, esattamente come la sua dignità, esattamente come la sua persona.
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Sarang & Kal ~ Sequel
FanficYong e Kal si sono ufficialmente divisi. Dopo quasi un anno di lotta contro Songcheol, le due gang hanno deciso di separarsi e spargersi per il mondo. I nostri protagonisti sono pronti a vivere nuove avventure sotto copertura. Il destino, però, non...