7. Frutto proibito

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Una figura slanciata e snella entrò sculettando nella hall dell'hotel, tutti si voltarono verso quella bomba sexy, ammirando quelle lunghe gambe coperte appena da un leggero strato di calze nere; alzarono lo sguardo su quei fianchi che ondeggiavano, e quel fondo schiena alto e sodo coperto appena da tubino corto nero in pizzo, che andava in contrasto con i capelli biondi e ricci, i quali cadevano su tutto quel meraviglioso corpo.

«Salve» la giovane salutò il receptionist, il quale aveva la bava alla bocca, ipnotizzato da tutta quella bellezza di fronte a lui «Avrei un appuntamento con il PG» la bionda si appoggiò sul balcone di marmo marrone, in modo di rendere il suo seno ancora più grande.

«Il suo no-me...?» balbettò il signore non smettendo di fissare quelle due mele così perfette.

«Katie» sussurrò la donna, rendendo le gambe del receptionist burro. «Allora? Non mi vuole dire in che camera si trova PG?»

«Le-i n-on è nella li-sta» l'uomo deglutì, si sentiva già mortificato, non voleva deludere la bellissima bionda che aveva davanti, ma il suo lavoro non consentiva di far entrare persone a caso.

Katie sorrise, facendo passare l'indice sulle proprie labbra rosse come il fuoco. Sorrise ancora una volta, e successivamente posò il suo dito nella bocca piccola e fina dell'uomo, accarezzandole appena «Non può fare un'eccezione per me? Sa, vorrei diventare una cliente abituale di questo magnifico posto»

Il receptionist fissò quei occhi color nocciola, in quel esatto momento qualcosa accadde nella zona bassa del suo ventre, voleva vederla ancora «Ca-mera 105...» a quella informazione la donna gli regalò un occhiolino, si voltò per poi andare verso gli ascensori sculettando lasciando, ancora una volta, tutti i presenti con la bocca aperta.

L'ascensore saliva lentamente, quella salita sembrava infinita, la giovane si era appoggiata alla parte a specchio e si ammirava, cercando di essere ancora più bella di quello che era già. Quell'hotel non era come gli altri, situato vicino al porto di Busan, era divenuto famoso per il casinò situato al primo piano. Uscì da quel ascensore, in lontananza si udivano le urla, le chiacchiere, la musica proveniente dal casinò, ma quella donna non era lì per giocare d'azzardo, era lì per sedurre quell'uomo; camminava guardando sempre dritta davanti a sé, chiunque incrociava il suo sguardo voleva farsi sottomettere da lei.

Giunse davanti alla famosa camera 105, bussò, e dopo appena due minuti qualcuno aprì: un uomo sui quarant'anni, di bel aspetto con i capelli neri tiranti indietro, mascella marcata, indossava un dopo petto nero che gli cadeva a pennello. Katie lo squadrò tutto, non smetteva di fissarlo, era un bel uomo non era affatto male, e non vedeva l'ora di giocare con lui.

«Lei chi è? Non ho ordinato questo bel bocconcino» prese parola l'uomo sorridendo.

«Lei è PG?» chiese la bionda sorridendo anch'essa per quella situazione. Lui annuì. La lingua andò a scavare la guancia, la fissò ancora e aprì del tutto la porta, facendola entrare nella sua dimora; i giochi erano ufficialmente iniziati.

Katie entrò. La stanza era molto grande, sicuramente una suite, era un vero e proprio appartamento. Camminò lenta, non smettendo nemmeno un secondo di far dondolare i suoi fianchi, ma l'uomo li vedeva appena, quel posto era coperto dall'oscurità assoluta, solo la luna la illuminava attraverso le grandi vetrate, una piccola luce sulla scrivania si accese, rendendo l'atmosfera ancora più suggestiva.

«Cosa vuoi da me?» PG si sedette nella sua scrivania di mogano, ammirando ancora la bella donna che aveva davanti «Posso darle del tu? E poi non so ancora il suo nome...»

«Katie» rispose solamente la ragazza con voce profonda. Si voltò, cominciando a camminare lenta versa quella bellissima scrivania, la toccò, accarezzando appena il legno scuro e liscio, la sua mano andò a posarsi sulla poltrona imbottita in pelle verde, posò il suo culo alto e sodo lì, incrociando le gambe, facendo vedere appena le mutandine in pizzo nero.

Sarang & Kal ~ SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora