Rilessi un paio di volte il messaggio che avevo pensato e ripensato per chiedere a Kristen di parlare, quella sera. C'era voluto l'intero pomeriggio per scegliere le parole giuste, e anche dopo decine di tentativi non riuscivo a convincermi che quello che avevo scritto sarebbe andato benissimo. Alla fine presi coraggio, chiusi gli occhi, e schiacciai sull'icona "Invio". Misi il telefono in tasca, mi infilai il casco sul capo e salii sulla moto. Lasciai il commissariato con l'amaro in bocca, sia per la sensazione di tradimento nei confronti di Kristen, sia a causa della scenata di Nate mezz'oretta prima, sentivo l'aria rimbalzare sul vetro nero davanti ai miei occhi, il rumore del vento che fischiava turbolento attorno a me. Passai rapidamente tra le vie del centro, osservando la luce del sole scendere lenta lungo il mio campo visivo. Vedevo le persone passarmi di fianco, ombre scure nel crepuscolo del tramonto primaverile. Superai la chiesa di St Isaac, con le sue torrette in marmo bianco che sovrastavano le navate laterali e si stagliavano nel cielo dalle calde tinte rossicce. Mi tornarono in mente i pomeriggi passati a giocare sull'immensa scalinata circolare antistante la parrocchia, le vendite di torte per beneficenza nella piazza circostante, le feste di paese con i cortei che passavano nelle stradine vicine. Diedi nuovamente gas, e mi allontanai dall'edificio, proprio mentre sentii la vibrazione del cellulare nella tasca della giacca. Mi fermai in un parcheggio pochi metri più avanti, leggendo il messaggio appena arrivato. Un sorriso a trentadue denti mi apparì sul viso, ancora nascosto dal casco: Kristen mi aspettava a casa sua per le 19.
Restai nel parcheggio per un paio di minuti, respirando a fondo e cercando di calmarmi il più possibile. Era pur sempre un interrogatorio, ma come mi sarei dovuto comportare, in questo particolare caso? Trattare Kristen come una sospettata, da amica, o perfino da fidanzata? Ripresi coraggio, e finalmente rimisi in moto. Avevo ancora un paio d'ore prima del nostro appuntamento, quindi cosa fare nel frattempo? Alla fine optai per la scelta più logica: poco dopo ero già davanti ad Harvey's Flowers.
«Ti ho detto di no, cazzo!»
Entrai nel negozio con il casco in mano, sperando che la Bates non intendesse chiudere presto proprio oggi. Ma lei era ancora lì, intenta a gridare contro qualcuno al cellulare. Mi richiusi la porta alle spalle, e come sentì l'uscio sbattere ripose il palmare sul bancone.
«Sergente,» disse con tono decisamente alterato, «mi scusi, ma se non ha prove contro di me, non ho assolutamente tempo per domande.» Cominciò a passare da un lato all'altro della sala, cercando diversi mazzi di fiori con dei cartellini, infine si sporse ad una porta bianca che dava sul magazzino del negozio e gridò: «Frans, muoviti, abbiamo un dannato matrimonio domani pomeriggio, vuoi lavorare tutta la notte?».
«In realtà,» dissi io, «sono qui per dei fiori.»
In quel preciso istante la donna sembrò accorgersi veramente della mia presenza al negozio, come se fino a quel momento non mi avesse visto. «Fiori?» Appoggiò il bouquet di rose bianche che teneva in mano sul bancone, tra un rotolo di nastro verde e un pezzo di stoffa di una tinta più chiara, poi si avvicinò al tavolo più vicino. «Per chi è? È un regalo, vero?» Parlando di fiori, nel tono di voce della Bates apparve un pizzico di curiosità, come se parlando dei fiori si risvegliasse una seconda personalità, repressa nell'oscurità della sua mente.
«È per Kristen...» Cercai di essere il più fermo e deciso possibile, senza tradire il mio lato personale a favore dei sentimenti verso la Foster di mezzo.
«Capisco,» disse lei con tono giocoso e infantile, «in tal caso, quanto ne sai del linguaggio del fiori?»
«Linguaggio dei fiori?» Avevo già sentito parlare di qualcosa del genere, ma pensavo si trattasse di un significato popolare dato alle varie piante, e non di una seria classificazione di cui anche i fioristi professionisti si avvalevano.
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Spiriti della Primavera
Mystery / ThrillerA T T E N Z I O N E Nella storia possono essere presenti parole volgari e/o scene violente . . . Nel piccolo paesino di Chatletsdale regnano pace e tranquillità. Ma qualcosa cambia. Durante una cena organizzata nella sua villa, Jodie Marshall, respo...