Di solito mi piace sentire il suono della pioggia: il regolare battere delle gocce sul tetto del palazzo, ordinatamente scandito dalla gravità che le guida nell'aria verso il suolo, il profumo di brezza che avvolge tutto il paese, misto all'aroma di erba fresca e di fiori di campo. Ma quella mattina avevo un Big Bang nella testa: pulsazioni continue delle vene nella testa, giramenti di capo, soliti sintomi da post sbronza, insomma. Ma dopo una sola birra? Sì, lo so, sono un caso raro. Quale sia il mio problema, non lo so.
«Ben svegliato.» In cucina trovai Luke, già vestito e pronto a uscire. C'era un piatto di muffin al centro del tavolo, oltre alla caraffa di succo d'arancia e fette di pane già tostate. Quasi fredde. Grazie, fratello. Inutile come sempre.
«Buongiorno anche a te.» Avevo addosso solo l'intimo e un vecchio paio di pantaloncini da calcio, speravo vivamente di non imbattermi nuovamente in adolescenti sotto effetto di ormoni. Non potei non notare una certa assenza. «La mamma?» Dopo la scenata della sera precedente stavo solo facendo la figura dell'ingrato: tanto per cambiare. Forse avrei fatto meglio a starmene zitto tranquillo per cinque minuti, poi lui se ne sarebbe andato e io avrei potuto prendermi tutto il tempo del mondo per finire i preparativi mattutini prima del lavoro. Ah, no, già... Phoenix mi aveva praticamente imposto la mattinata libera... Ma il lavoro d'ufficio non fa male a nessuno, no? «Non è che Danny-coso ora le fa fare anche ginnastica per il prossimo film?»
«Perché sei così duro con lei?» Avevo letto diversi articoli sulle relazioni tra gemelli omozigoti, ricche dei più fantasiosi dettagli, ma tutte concordi sul punto principale: uno è il dominante, l'altro il sottomesso. E per la coppia disfunzionale che eravamo, ovviamente Luke doveva essere il capo. Non perdeva quasi mai la pazienza - e sottolineo il quasi -, cercava di farmi ragionare e, in primis, mi fermava prima che fosse troppo tardi. Era il mio Grillo Parlante, la mia vocina interiore che mi indicava la strada. Ed era molto accettato, come aiuto. Ma non in situazioni di quel genere. «Perché non potrebbe tornare a fare visita a papà dopo vent'anni?»
«Primo,» cominciai, riempiendomi un bicchiere di succo d'arancia, «perché non le è mai fregato nulla di papà dopo la sua morte. È un attrice, Luke, non può permettersi di rovinare la sua immagine. E finché i due gemellini erano bambini adorabili, tutto a posto. Poi però sono cresciuti e, ups, lei ha altro a cui pensare. Secondo,» pausa arancia, «pretende che la trattiamo come una diva quando torna a casa. O dovrei dire quando va in vacanza, perché ormai il sogno americano per lei è diventato la routine quotidiana.»
«Credi che sia colpa sua se papà è morto?»
Ebbi un colpo al cuore. Non era il succo troppo freddo, no, era come un colpo perfettamente calibrato, pensato per infliggere il maggior danno possibile. La consapevolezza è un'arma terribile, a volte. "È solamente colpa mia, e lui lo sa." Rosso. Sangue. Fuoco. Sirena. Oro. I soliti ricordi riaffiorarono uno dopo l'altro, ripescati da un ignaro inconscio masochista nel mio cervello. Avevo fatto diverse sedute dallo psicologo, ma nulla era servito: avevo ancora la faccia di papà tatuata sulla retina.
All'improvviso non riuscii più a trattenermi. Lo stress accumulato negli ultimi giorni riempì ogni singola cellula del mio corpo, un po' come la coppa di Archimede. Mi ricordo ancora quel progetto di fisica al nono anno: una tazza che, se riempita oltre un certo limite, si svuota quasi completamente. Tale ero io: un misto di preoccupazioni, sensi di colpa e complessi d'inferiorità, che saliva, saliva, saliva dall'anima fino alla mente. E lì esplodeva, una fontana in piena funzione. Singhiozzi e, pochi secondi dopo, lacrime. Lacrime calde, pesanti, che scivolavano sugli accenni di barba che sarebbero ben presto dovuti sparire. Lacrime umide, salate, rese amare dal mio stato d'animo. «Scusa,» dissi soltanto, cercando di riacquisire un minimo di decenza decisamente perduta negli ultimi venti secondi.
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Spiriti della Primavera
Mystery / ThrillerA T T E N Z I O N E Nella storia possono essere presenti parole volgari e/o scene violente . . . Nel piccolo paesino di Chatletsdale regnano pace e tranquillità. Ma qualcosa cambia. Durante una cena organizzata nella sua villa, Jodie Marshall, respo...