Capitolo XXXVI: Chaos

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«Quanto può essere difficile, non ho io preso la collana,» esclamò per la milionesima volta Mathilda Schneider, le guance tinte dal calore, le mani che gesticolavano all'impazzata. «Io non la ho mai toccata, Scheiße

Dire che sarei svenuto da un momento all'altro è un eufemismo. Non avrei mai immaginato che venti minuti di insulti in tedesco sarebbero stati così pesanti. Quanto si lamentava, quella ragazza! Il suo soliloquio andava avanti da cinque minuti senza interruzioni né da parte mia né da parte di Phoenix.

L'ambientazione di casa Foster era stata sostituita dalla centrale di polizia, il salotto si era tramutato nella stanza interrogatori, la musica di Bach - o era Beethoven? - aveva lasciato il posto al ronzio continuo della scritta a LED "Interview in progress". L'illuminazione a luci bianche faceva uno strano effetto sulla pelle abbronzata di Mathilda: assomigliava a una caramella mou, in quel momento.

Avevo bisogno di una pausa. Una lunga pausa.

Occhiata all'orologio: 17.49. A casa per le 19? La vedevo dura.

«Quindi lei ammette di aver tentato di rubare la collana di Paige Foster?» Nemmeno Phoenix se la cavava molto bene, dall'altro lato del vetro. Se si fosse fatto di erba avrebbe avuto una faccia decisamente migliore.

«Sì,» rispose Mathilda. «Ma non la ho presa.»

«Lasci parlare me, sono io l'avvocato.» Ah, già, due parole: Chloe Valentine. Sì, avete capito bene, Sugargirl era improvvisamente il legale anche di Mathilda. Com'è piccolo il mondo, non trovate?

«E quando avrebbe tentato questo furto?», proseguì Phoenix ignorando completamente il tono gracchiante della terza incomoda.

«Ieri. Ieri sera.» Andava avanti a frasi di due parole al massimo: perché sembrava la tortura della goccia cinese?

«Ma la collana era già scomparsa, ieri.» Phoenix si aggiustò il colletto della camicia, cercando di assumere di nuovo un aspetto decente.

«No, era ancora lì, fino a domenica.»

«Come fa a saperlo?»

«Mathilda, non risponda.» Un'altra interruzione della Valentine. La vera domanda è: chi cavolo l'ha chiamata?

«Perché ho visto Paige che la rimetteva lì in cassaforte.»

«Mi spiegate cosa ci faccio io qui allora?» Cara Chloe Valentine, ce lo stiamo chiedendo tutti.

«Sicura che fosse quella collana? Quella con diamanti?»

«Ja

«Continui.»

«Stavo passando in corridoio, porta era aperta, io ha visto lei con gioiello in mano e poi mi ha vista. Chiuso cassetto e fine.»

«Tralasciamo il fatto che la collana al tempo era già sparita, e che lei ha già ammesso di aver rubato la chiave.» Mostrò alla Valentine la busta contenente il pendente di metallo che la giovane tedesca aveva dato loro, prima che l'avvocatessa potesse controbattere e scatenare un putiferio. «Perché avrebbe solo tentato di rubare la collana?»

«Perché non c'era alcuna collana, ieri sera.»

«Quindi fino a domenica la collana c'era, poi è sparita.»

«Esatto.»

~ ~ ~

«Io mi arrendo, non ci sto capendo più un fico secco.» Phoenix e le due allegre chiacchierone erano andati avanti per un quarto d'ora, con Mathilda che ripeteva gli stessi cinque termini e la Valentine che cercava di interromperla ogni volta senza successo. Povera donna, quasi mi dispiaceva per lei. Ora eravamo tornati in ufficio, io, Phoenix e Mitchell. Ovviamente non una singola parola, mai che sia, con quella sottospecie di troll scozzese - o almeno credo che fosse scozzese. Quanta voglia di strappargli quel bel sorrisetto da bambino che si ritrovava in faccia. Almeno in quel momento sembrava tutt'altro che contento. Ed erano le 18.02. Considerai per un momento l'idea di avvisare Luke del mio sicuro ritardo per cena: era già in viaggio da un po', il volo di mamma sarebbe dovuto atterrare al London Heathrow verso le 17.45, mentre il viaggio sul Luke Express avrebbe richiesto un'oretta e mezza. Implorai la divinità del traffico perché facesse il suo lavoro. «Quindi, la collana non sarebbe mai sparita e Paige ci avrebbe mentito tutto questo tempo, oppure Mathilda l'avrebbe sempre avuta e ora avrebbe rubato la chiave - di nuovo, tra l'altro - per nessuna ragione apparente?»

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