Restai a guardarmi allo specchio per una buona mezz'ora, il mattino seguente. Il labbro superiore mi si era gonfiato, una macchia rossa nel bel mezzo del viso pallido da vampiro. Nota mentale: più sole, meno crema protettiva. La mente mi costrinse a spostare lo sguardo sulla cicatrice al sopracciglio sinistro. Perché in quel periodo tutto mi ricordava papà?
Profumo di bacon e uova saliva dall'appartamento, passando nello spiraglio della finestra del bagno semiaperta e stuzzicando tremendamente i recettori del naso. Non avevo fatto colazione, e i succhi gastrici cominciavano a reclamare la loro parte. Mi girava la testa. Era già successo più di una volta: alcuni dicono che sia ereditario, altri che il fattore scatenante sia lo stress legato all'ambiente circostante. No, è solo fame.
Sospirai, abbassando il capo. Il momento più difficile dell'intera giornata: trovare la forza di vestirsi. La semplice vista dei boxer bianchi della Calvin Klein peggiorò soltanto la situazione, fui pervaso dal desiderio di lenzuola calde e morbidi cuscini. Ogni mattina è una nuova guerra.
Mi sfilai l'intimo sudato per la notte passata a girarmi e rigirarmi nel letto insonne, e aprii la porta a vetri della doccia. Come ogni volta, Luke aveva lasciato l'acqua a una temperatura che ricordava vagamente la superficie di Plutone. Ruotai la valvola dell'acqua calda di centottanta gradi, e il vapore appannò la superficie trasparente che delimitava il piatto doccia.
Venti minuti dopo ero vestito, pronto per il lavoro, seduto al tavolo della cucina a rileggere l'articolo di Bassett sull'omicidio Bates. Mi immaginai una fantomatica azienda di metà ventesimo secolo intitolata a Bassett & Bates, e vuotai del succo d'arancia in uno dei bicchieri lasciati sullo scolapiatti dalla sera precedente. Ringraziai il cielo e mio fratello per avermi fatto trovare l'impasto dei pancakes già pronto vicino ai fornelli, insieme a due barattoli di marmellata, arancia e limone. Nulla di meglio per svegliare le cellule del cervello ancora addormentate, che nel mio caso erano ancora nel pieno della fase REM. Gas. Padella. Burro. Piatto. Spalmai sulle frittelle fumanti un cucchiaino di confettura gialla e due di quella aranciata, presi forchetta e coltello, e tagliai la pila in quattro spicchi. Mi scottai la lingua. Come un idiota.
La giornata continuò così com'era cominciata: quasi decentemente. Niente traffico: un buon inizio. Parcheggi liberi davanti all'ingresso: coincidenza. Jenkins che mi saluta senza aggiungere insulti o espressioni alla Walter Sobchak: cominciavo a gridare al miracolo. Phoenix non era ancora arrivato: infarto in arrivo. Un caffè da asporto sulla mia scrivania: eccolo, arriva.
Mi sedetti al mio posto, appoggiai il cellulare sulla scrivania, e accesi il portatile. Niente mail, nessuna nota, nada. Poco male, avrei aspettato Phoenix. Mi rassegnai dopo aver aspettato sette minuti spaccati. Stavo componendo il suo numero telefonico, quando la porta si spalancò.
«Sei qui da molto?», chiese il detective.
"Buongiorno anche a lei." Mi trattenni. «No, sono appena arrivato.»
«Bene,» continuò, spostandosi verso la lavagna trasparente. Prese un foglio dalla scrivania, e lo attaccò con due magneti di fianco alla fotografia di Margaret Bates.
«Che cos'è?», domandai avvicinando per vedere meglio. Serie di numeri a tre cifre, nomi, date e orari.
«Sono le ricevute degli ultimi sei mesi del fornitore,» spiegò brevemente. «E guarda un po' la scorsa settimana a che ora la nostra fiorista si è presentata per ritirare la merce.»
Feci scorrere lo sguardo tra le righe, passando in rassegna le varie date. 11 gennaio, 15 febbraio, 29 febbraio. Bingo. «La ricevuta segna le 16.27... Ma non aveva detto che andava poco dopo pranzo?»
«Appunto.» Sguardo enigmatico. «E la cosa si ripeteva ogni settimana. A questo punto, cosa faceva a Coventry tra l'ora di pranzo e il momento dell'acquisto? Tenendo conto che non è mai andata lei di persona al ritiro dei fiori, ma solo uno degli assistenti. Punto su Frans.»
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Spiriti della Primavera
Mystery / ThrillerA T T E N Z I O N E Nella storia possono essere presenti parole volgari e/o scene violente . . . Nel piccolo paesino di Chatletsdale regnano pace e tranquillità. Ma qualcosa cambia. Durante una cena organizzata nella sua villa, Jodie Marshall, respo...