Capitolo XVII: Incognite

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Riagganciai la cornetta del telefono dell'ufficio. «Ho trovato Frans Benatar, è a casa, gli altri due non rispondono... Manderemo degli agenti a casa loro per controllare.»

«Credo sia ora di fare il punto della situazione,» disse Phoenix, posizionandosi di fronte alla lavagna a cui erano state affisse le fotografie dei tre aiutanti; quella della Bates era stata scambiata con una della seconda scena del crimine attaccata vicino a quella di Jodie Marshall. «Cominciamo con i sospettati che avevano un movente per il primo omicidio e potevano essere in contatto con Margaret Bates.»

«Rose Kelley,» provai con un po' di risentimento nei confronti della mia stessa idea, «pensava che il marito la tradisse, potrebbe aver commesso il primo assassinio facendosi coprire dalla Bates, poi, per cancellare le prove...»

«Potrebbe essere,» commentò Nate, «ha affermato di non conoscerla molto, ma se c'è una cosa che so delle donne di mezz'età è che non parlano di feste e conoscenti senza un motivo particolare... Intendo dire che non mi vedo assolutamente Margaret Bates chiacchierare amorevolmente con una persona che conosce a malapena... Quindi lei è tra i sospettati, ma ho come il sospetto che per ieri sera si troverà un alibi. Potremmo fare un ragionamento inverso per il marito, però non ne capisco il motivo... È un classico sportivo, con un cuore di ghiaccio, ma non credo sia così perverso da fare tutto questo solo per liberarsi da un peso. E poi, perché uccidere anche Margaret Bates? Per far ricadere i sospetti sulla moglie?» Si interruppe un momento passando in rassegna i vari sospettati, poi puntò il pennarello azzurro che teneva in mano verso l'immagine di Mathilda Schneider. «La cameriera? Ora che sospettiamo che abbia rubato lei la collana...»

«Ragazzi, vi state facendo le domande sbagliate,» disse Phoenix con le braccia incrociate al petto, «credo che il movente più probabile ora sia il furto della foto... Qualcuno aveva un legame con Margaret Bates che voleva tenere ben nascosto... Ovviamente stiamo supponendo che non fosse una foto del marito. A questo punto dobbiamo interrogare tutti i presenti alla cena per confrontare gli alibi per ieri sera, e ho il forte sospetto che ci fosse un altro complice ad Harvey's Flowers... Tutta questa storia del codice... Dobbiamo aspettare che Amy ricavi qualcosa. Ora,» continuò, rivolgendosi a me personalmente, «cosa puoi dirci della serata con Kristen, Cameron?»

«Vado a prendere un caffè,» disse improvvisamente Nate, lasciando rapidamente l'ufficio con la sua consueta aria frustrata.

Abbassai lo sguardo sui miei piedi, pensando e ripensando alle parole da usare. «Non molto... Ha parlato della vita di sua madre, ha lavorato in scuole, ospedali, perfino canili, e alla fine si è dedicata alla cura della cimitero... Poi ho detto che era arrivato un nuovo criminologo e che poteva parlare con lui se aveva bisogno e lei si è spaventata e...»

«Cosa hai fatto?», chiese con gli occhi sgranati per la sorpresa inattesa. Si guardò intorno visibilmente preoccupato, poi, dopo aver ripreso fiato, si calmò nuovamente e riprese: «No, non hai alcuna colpa... Però in futuro non parlare dei collaboratori senza che loro lo sappiano.»

«Ma cosa avete tutti?», dissi io quasi gridando. «Cercavo di fare qualcosa di utile e mi ritrovo dei colleghi che mi guardano storto! Cosa cazzo ha quello stronzo contro di me?! Non faccio in tempo a dirgli qualcosa che lui si lamenta perché respiro! Dimmi cosa cazzo dovrei fare!»

Phoenix si morse un labbro, e si vedeva a occhio nudo che cercava di nascondere qualcosa. «Cameron,» disse calmò, «siamo colleghi, non amici... Non siamo obbligati a sapere tutto di tutti... Ognuno ha i propri segreti, anche io ho qualcosa che non dico al primo che arriva, ma quando sarà il momento giusto saprai tutto. Se proprio vuoi sapere qualcosa su di lui devi lasciargli del tempo... Devi aspettare. Possiamo tornare al caso?»

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