L'edificio era simile a una qualunque vecchia abitazione plurifamiliare della campagna inglese: due piani, muri in vecchio mattone, terrazzi ampi, una rampa di scale esterne che portavano al largo ingresso coperto dalla tettoia risalente alla Seconda Guerra Mondiale, un giardino in parte inutilizzato, in cui le erbacce governavano sovrane, in parte ordinato come una legione militare, con un'accurata suddivisione tra arbusti e fiori nell'aiuola vicino alla veranda. Al pian terreno abitava l'anziana proprietaria: bassa, robusta, probabilmente dentiera sul comodino e anca in titanio. Nonostante tutto, i suoi anni se li portava bene. O meglio, da fuori li portava bene, ma il suo spirito era identico a qualunque inglese nato prima degli anni quaranta. «Questi giovani, affitti il piano a uno, ed ecco che te ne trovi tre... Neanche fossero gatti...» Indovinate a chi era capitato l'ingrato compito di interrogarla? Al sottoscritto. Cosa ne ricavai? Delle critiche sull'ordine, il rumore delle auto in piena notte e luci sempre accese. Ed era solo la punta dell'iceberg.
«Signore,» sobbalzai, vedendo passare Phoenix con Jenkins in direzione della rampa di scale che portava al secondo piano. Accennai un saluto all'anziana Shannon Weaver, mi voltai e trattenni un conato di vomito. Mi ripromisi di non diventare così: bella battuta, noi inglesi l'abbiamo nel DNA, lo spirito da pensionati senza problemi, se non che pesticida usare nell'orto. «La padrona ha ottantasette anni, è quasi sorda e non ricorda nemmeno cosa ha mangiato ieri a cena... Non credo possa dirci molto.» Mi resi veramente conto della presenza di Philip Jenkins solo in quel momento. «Signore, anche lei qui?»
«Mi sembra il minimo, Stunningham,» replicò con la sua solita voce da cinquantenne ubriaco. «Abbiamo due omicidi freschi freschi, tre casi archiviati, due tentativi di omicidio e ora una sparizione. Credo che la polizia possa permettersi di ignorare qualche murales in periferia, no?»
«Effettivamente...» C'era una leggera brezza che increspava i prati sul retro dell'abitazione, situata all'estremo meridionale del villaggio. Oltre un boschetto di sempreverdi si intravedeva il fiume Chatlet, che sarebbe di lì a poco sfociato nel lago. Sembrava un villaggio vacanze, per il surreale silenzio e la pace paradisiaca che vi erano regnati fino al nostro arrivo. Dopotutto era la zona residenziale perfetta per i ricconi che hanno soldi da spendere. E per le vecchie zitelle che vogliono fare un po' di soldi affittando mezza casa a tre ragazzi.
Il cellulare di Phoenix squillò: Amy. «Dimmi tutto, Marcourt.»
«Il cellulare è spento,» partì quella in quarta, la sua voce esplose negli altoparlanti del telefono già in vivavoce. «Ho provato a rintracciarlo, ma non lo trovo. La batteria è morta.»
«Speriamo che non lo sia anche Frans.» Nonostante l'avessi buttata lì come battuta, sia Phoenix sia Jenkins mi guardarono di sbieco. Capito, non era il momento di momento di scherzare...
In cima alla scalinata in ceramica c'era un discreto viavai di persone: un paio di agenti, la Pollon con la valigetta nera del kit forense che la faceva sembrare una ragazzina con Il Piccolo Chimico e, all'interno, i due coinquilini. Bene, un bel faccia a faccia con Sam era proprio quello che ci voleva, in quel momento. L'agente Jessica Reeve ci venne in contro, divisa bianca con giubbotto nero e taccuino in mano. Aveva l'elmetto nero sottobraccio, e i capelli neri, lunghi fino alle spalle, erano sciolti all'aria. «Signori,» disse, porgendo a Phoenix un foglietto a quadretti su cui aveva annotate le informazioni raccolte. Incredibilmente ordinata, oltre tutto. «I coinquilini, Samuel Bassett e Tommie Malone, dicono che non vedono Frans Benatar da ieri mattina. Non si sarebbero preoccupati, solo quando hanno provato a chiamarlo stamattina, senza ricevere risposta, hanno deciso di sporgere denuncia di scomparsa. Non c'è l'auto,» aggiunse, mentre tre paia di occhi si spostavano sullo spiazzo ghiaioso sottostante, in cui una Ford Fiesta bianca e una Jeep Compass verde erano parcheggiate a occupare tutto lo spazio disponibile, lasciando un buco di qualche metro per la vettura mancante. «Una Peugeot 3008, nera, targata BS 68 SFI, registrata a suo nome.»
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Spiriti della Primavera
Mystery / ThrillerA T T E N Z I O N E Nella storia possono essere presenti parole volgari e/o scene violente . . . Nel piccolo paesino di Chatletsdale regnano pace e tranquillità. Ma qualcosa cambia. Durante una cena organizzata nella sua villa, Jodie Marshall, respo...