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《Min?》Lo chiamò Namjoon con due sopracciglia alzate, non appena vide i suoi occhi roteare e la sua faccia annoiata.

Jimin lo guardò per un momento, scrollando le spalle e sospirando.

《Tutto okay?》Arrivò anche Taehyung, che guardò i due curiosamente.

《Sì–》Iniziò Jimin. 《Mia madre ha detto che è pronto, dovremmo ritornare.》

A quel punto, tutti gli amici gli prestarono attenzione, avviandosi, dopo di chè, verso casa.

Nel cammino, Taehyung si avvicinò al suo migliore amico, che aveva lo sguardo basso e sembrava essere pensieroso. 

《Sicuro vada tutto bene?》

Jimin alzò gli occhi al cielo. 《Sì, Tae. Non ti preoccupare.》

Taehyung non disse nulla, continuò solamente ad osservarlo per captare nuove tonalità di espressione.

《Dai, non mi fissare. Sei inquietante.》Disse Jimin, leggermente annoiato.

《Okay, okay.》E così, Taehyung riportò l'attenzione avanti.

Di fianco a loro, più lontano rispetto alla coppia, vi era Jeongguk, che era rimasto, senza attirare l'attenzione, ad ascoltare la loro conversazione.

Ben presto, tutti e sette i ragazzi raggiunsero l'abitazione.

Quando aprirono la porta di casa, vennero subito accolti da un delizioso profumo di cibo e un calore di familiarità.

Seokjin, Jeongguk e Yoongi si strofinarono subito le mani per riscaldarsi, mentre gli altri si tolsero giacche e scarpe.

《Ragazzi! Eccovi! Appena siete pronti, venite in salone!》 Esclamò Heera, uscendo dal corridoio e sorridendo a tutti quanti.

Dopo essersi lavati le mani, tutti, tranne Jimin, che non era ancora arrivato dal bagno, raggiunsero il grande tavolo del salone, già tutto apparecchiato e imbandito di tante pietanze.

Quasi tutti i ragazzi furono veloci a scegliersi il posto dove stare, più difficile fu per Jeongguk però, che, come al solito, non sapeva vicino a chi mettersi e senza volerlo, alla fine, finì per sedersi vicino agli ultimi due posti liberi, uno per la signora Heera, che,  proprio in quel momento, uscì fuori dalla cucina e uno per Jimin.

Jeongguk aveva alla sua sinistra Taehyung e alla sua destra, per l'appunto, il posto libero. Ed era ovvio, che lì, vi ci si sarebbe seduto Jimin.

Immediatamente, Jeongguk, divenne nervoso e con lo stomaco vuoto per un'ansia indefinita. Prese a mordicchiarsi le pellicine dei labbri e quelle delle dita.

Mentre gli altri stavano parlando e facendo già casino, Jeonnguk si creò una spessa bolla intorno a sè, dove le voci dei suoi amici divennero presto solo sottofondo delle sue paranoie e ansie.

《Tae.》Disse ad un certo punto, scuotendo il braccio all'amico.

Il menzionato si girò verso di lui. 《Dimmi.》

Jeongguk lo guardò leggermente intimidito e quasi imbarazzato. 《P-possiamo fare cambio di posto?》

Taehyung aggrottò le sopracciglia alzandole, piuttosto divertito. 《Ma sei serio?》

Jeongguk decise di non rispondere nulla, pur sapendo di star facendo la figura del bambino. Aveva solo bisogno di non stargli accanto, l'ansia che aveva era fin troppa.

Ma nemmeno Taehyung ebbe il tempo di dire altro perchè Jimin entrò nella stanza, guardandosi intorno leggermente per cercare il posto in cui sedersi e, senza pensarci, raggiungendo quello vicino a Jeongguk. Probabilmente, non si era nemmeno accorto che quello accanto a lui fosse proprio il suo ex migliore amico.

Solo dopo un po', processò la cosa,  venendo percosso da un imbarazzo piuttosto pesante, ma facendo finta di nulla.

Jeongguk rimase in silenzio per tutto il tempo, respirando il familiare odore di Jimin, con occhi bassi e mangiando a piccoli e timidi bocconi.

La tensione tra i due era palpabile, non dagli altri, che mangiavano, ridevano e scherzavano insieme alla madre di Jimin tranquillamente, ma solamente da loro due, che cercavano, invano, di fare finta di niente.

L'apparente odio era stato rimpiazzato da imbarazzo e una certa inadeguatezza, più simile a quella che provano due persone che si piacciono, ma fanno finta di nulla, che vergogna causata da altro.

I due, in tutta la cena, avevano cercato di non toccarsi, di non attirare l'attenzione dell'altro, ma proprio tutto questo provare a non farlo, li aveva portati a scontrare le loro braccia e le loro dita più volte.

A fine cena, Heera, con grande allegria, si alzò in piedi e esclamò di voler fare loro una foto ricordo.

Prese il cellulare e se lo mise difronte alla faccia, controllò che tutti fossero vicini tra loro e pronti per lo scatto. Fece un'espressione contrariata quando vide Jimin fin troppo lontano dagli altri e, quindi, da Jeongguk.

《Jimin!》Urlacchiò. 《Non fare il timido e avvicinati!》

Jimin deglutì, tentennando un attimo e avvicinandosi il meglio che poteva, senza esagerare, a Jeongguk, quale fece finta di non importarsene, anche se, le sue guance leggermente rosse, segnalavano il contrario.  Fortunatamente, Heera, non si lamentò nuovamente.

Proprio sul finire dello scatto, il cellulare di Jimin, lasciato sul tavolo, si illuminò, attirando casualmente l'attenzione di Jeongguk, che, non appena notò fosse un messaggio e da parte di Hayoun, automaticamente, alzò la testa verso di Jimin, forse, senza volerlo, leggermente seccato, e, sempre forse, per vedere, allo stesso tempo, se se ne fosse accorto anche lui e, tutto questo portò i due a scontrare i loro occhi.

Gli occhi di Jimin quasi preoccupati, mentre quelli di Jeongguk scuri, profondi e divoratori. 

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— dai, carini
🤭

— dai, carini 🤭

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