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Si tolse in fretta dalle braccia strette di Jimin.

E mentre l'altro piangeva come un disperato, ora guardando Jeongguk spaventato e con il rumore del proprio respiro rotto dal pianto, il minore si era completamente fermato, con gli occhi fissi avanti e il petto che si alzava e si abbassava ripetutamente.

《Gukkie...》Disse Jimin tra i singhiozzi, osservandolo amareggiato e cercando di avvicinarsi nuovamente.

Jeongguk chiuse la bocca, precedentemente lasciata aperta per prendere tutta l'aria che gli serviva per affrontare un male che stava diventando anche fisico, inghiottendo la saliva che non c'era.

Il maggiore tentò di coprire i propri singhiozzi con una mano sulla bocca,  questi erano talmenti forti da graffiargli la gola e soffocarlo.

Poco dopo, si coprì anche tutta la faccia, prendendosi per i capelli e rannicchiandosi a terra mentre le lacrime continuarono a scorrere ininterrottamente.

Jeongguk era completamente perso, ma decise di non mostrare tutto il casino che vi albergava dentro la sua testa e di riprendersi per affrontore l'ex migliore amico, badando poco a tutta la disperazione che era in quel momento. Aveva solo bisogno di risposte.

《Jimin.》Lo richiamò infatti, alzando leggermente la voce senza mai guardarlo, facendosi stringere il cuore solamente dal rumore del suo dolore. 《Qual è il motivo?》Chiese calmo, con imprevedibile severità.

Jimin continuò a singhiozzare mentre si mordeva i labbri, quasi per evitare di sputare amaramente la dura verità.

《Jimin..?》Lo chiamò Jeongguk con la voce lievemente tremolante, aspettando la risposta ormai con le lacrime incastrate tra le ciglia.

L'altro non disse ancora nulla, lasciando il suono del suo pianto anestetizzare momentaneamente l'impazienza di Jeongguk.

Il minore continuò a guardare il vuoto davanti a sè, mordendosi il labbro inferiore trepido e lasciando, pian piano, viaggiare la testa alle soluzioni più devastanti, mentre aspettava conferme dall'altro.

《Dovresti dirmelo, sai...me lo merito...non me lo merito? Non merito di saperlo...?》Farfugliò Jeongguk, a questo punto, già piangendo.

Jimin fece fuoriuscire un singhiozzo ancora più forte.

《Jimin...? Non merito di saperlo,  eh...?》Jeongguk continuò a guardare davanti a lui con gli occhi completamente sbarrati e umidi. 《Voglio solo sapere perchè mi hai rifiutato...》Si fermò qualche secondo. 《Fa ancora tanto male.》

Jimin rilasciò dei lamenti indefiniti, ascoltando le parole dell'altro con il cuore a pezzi e stringendo la carne della bocca per non urlare dal dolore.

《Voglio sapere perchè la persona che amo con tutta la mia anima e che mi ha fatto credere lo stesso mi ha rifiutato senza darmi spiegazioni. Voglio sapere la verità, Min.》

《Googie..》Bisbigliò Jimin,  sopraffatto.

《La fottuta verità.》Continuò l'altro, ora girandosi verso di lui e guardandolo con due occhi grandi e luccicanti, ma tremendamente feriti.

Jimin lo guardò un'ultima volta, tirandosi il labbro inferiore verso sù, lasciando cadere la testa di lato e facendo uscire altre lacrime amare. 《Sono malato, Guk.》Respirò singhiozzante. 《Sono malato di cancro.》

Il cuore di Jeongguk smise di battere per alcuni secondi, mentre le sue orecchie si tapparono improvvisamente e l'unica cosa udibile divenne il suono di due rumorosi fischi. Una spaventosa vampata di calore percorse tutto il suo corpo, rendendolo ancora più debole e confuso.

Si costrinse per un attimo a chiudere gli occhi e ad appoggiarsi al muro poco più indietro. Si sarebbe trovato a terra di lì a poco. Quello che il suo cervello stava cercando di memorizzare e di processare era veramente troppo per lui.

Quando trovò la forza di aprire gli occhi, ancora totalmente stordito da ciò che udì pochissimi minuti prima, guardò verso Jimin, scuotendo lentamente la testa e aprendo leggermente la bocca. Continuò così per svariati secondi, mentre pian piano la sua vista si sfocava per nuove lacrime e il suo cuore batteva all'impazzata.

Jimin, lentamente e con qualche problema nel camminare perchè ubriaco di dolore e di fatica fisica, si avvicinò a lui.

Prese il suo viso tra le mani e con un sorriso amaro e quasi nascosto dalle tante lacrime, lo guardò negli occhi,   lasciandogli, subito dopo, un dolce e lungo bacio sulla fronte.













— post muto



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