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Dopo che Jimin aveva abbracciato forte Jeongguk, senza ottenere la stessa cosa dall'altro, lo aveva condotto verso il divano e lo aveva fatto sedere.

Dopo di chè, decise di andare verso la cucina, ancora bagnato di lacrime e tremolante, per riempire un bicchiere d'acqua e portarlo all'ex migliore amico, almeno per calmarlo un po'. Ritornando da lui, cercò di star attento a non far cadere il bicchiere: le sue mani continuavano a muoversi dal turbamento senza sosta.

Jeongguk si era pian piano
raggomitolato e aveva coperto la faccia con i palmi della mano. Non si sentiva il rumore di nessun pianto, ma era abbastanza evidente che stava vivendo uno stato completamente di  shock.

Jimin vedendolo, fece fatica a trattenere le lacrime, ma decise di cercare di stare calmo e di aiutare piuttosto l'altro, che, in quel momento, era colui che più aveva bisogno.

《Jeonggukie.》Lo richiamò Jimin tremante, facendo affondare dolorosamente i denti nella carne del labbro inferiore. 《Ti ho portato un po' d'acqua.》

Ma il minore semplicemente non rispose.

《Jeonggukie》Continuò Jimin a bassa voce, mentre stringeva le dita attorno al bicchiere e cercava di non scoppiare di nuovo a piangere.

Non rispose neanche questa volta, facendo chiudere gli occhi a Jimin in maniera disperata. 《Jeonggukie...》

Jeongguk continuò a rimanere immobile. A stare completamente in silenzio e essere di impossibile comprensione per l'altro.

Quel silenzio, però, logorava Jimin.

Aveva sempre odiato il silenzio.

Jeongguk era un fuoco silenzioso che lo stava bruciando.

E forse se lo meritava anche, quel silenzio, ma lui voleva fare finta di niente. Voleva che gli parlasse. Era egoistico? Difronte all'opinione di molti, probabilmente, sì.

《Jeonggukie, per favore, di' qualcosa.》Sussurrò, stringendo il bicchiere al petto e aspettando impazientemente. Brutalmente impaziente.

Come lo era stato con Taehyung, la cosa non poteva essere differente con Jeongguk.

Si avvicinò al minore, appoggiando distrattamente il bicchiere mezzo pieno di acqua sul comodino lì vicino.

Si sedette accanto a lui, mantenendo sempre una certa distanza ed iniziò ad osservarlo con gli occhi umidi e la bocca tremante, mentre cercava di respirare normalmente.

《Gukkie. Voglio solo dirti che se non te l'ho detto—》 Respirò, alzando gli occhi in alto per fermare momentaneamente alcune lacrime. 《È perchè volevo lasciarti essere felice e... semplicemente perchè...》Prese un altro grosso respiro, cercando di rimanere calmo. 《...Perchè  fino a qualche mese fa stavo ancora bene da poter evitartelo e evitarvelo di dire e farvi preoccupare.》 Strinse gli occhi per frenare altre lacrime, aiutandosi con le sue piccola dita per levarsele. 《Non volevo ferirti quanto ti ho rifiutato, piccolo mio. Ma avevo solo pensato che un rifiuto sarebbe...sarebbe stato per te meno doloroso.》Disse con una voce fievole, timorosa, e sorridendo amaramente. 《Ma le cose sono tanto peggiorate nell'ultimo periodo e...》Si fermò, tirando sù con il naso. 《E mi dispiace così tanto.》

Jimin si mise di nuovo a piangere, ma questa volta silenziosamente e cercando di bloccare al massimo ogni lamento di dolore. Perchè oltre a sentirsi a pezzi psicologicamente, le sue ossa e i suoi muscoli lo stavano torturando.

Jimin osservò l'altro ancora un attimo prima di avvicinare la mano al suo ginocchio destro per poterlo accarezzare e minimamente confortare. 《Guk—》Ma prima che potesse finire di richiamarlo di nuovo, una mano spostò bruscamente la sua e una voce roca e tremendamente ferita gli urlò contro. 《Vai via!》

Jimin sbarrò gli occhi colto completamente di sorpresa.  《Jeongguk—》

《Va via cazzo! Via! Devi andartene via!》

《Aspetta Jeongguk—》Cercò di dire Jimin in maniera più calma possibile.  Dopotutto, era comprensibile tutta la sua rabbia.

《Non mi parlare! Non ti voglio sentire! Vattene via!》Continuò il minore con voce graffiata, mantenendo la testa nascosta.

《Ti prego, aspetta—》Tentò di nuovo Jimin, venendo ancora fermato dalla voce alta e aggressiva di Jeongguk e  questa volta anche dai suoi occhi arrossati e paurosamente indecifrabili. 《Devi fottutamente andartene! Non ti voglio vedere! VAT-TE-NE!》

《Jeongguk-ah, ti prego.》Proseguì Jimin imperterrito, ottenendo solamente e ancora l'atteggiamento aggressivo del minore. 《Esci da questa cazzo di casa!》

Jimin rimase impietrito sul posto, con gli occhi attenti e con il sangue congelato nelle vene, senza ascoltare minimamente le richieste dell'altro.

Jeongguk lo guardò per un attimo prima di iniziare a spingerlo via dal divano, obbligandolo a farlo alzare.

《Jeongguk-ah..》Disse ancora Jimin rammaricato, camminando all'indietro verso la porta di ingresso, e fermandosi solo per un po', prima di uscire completamente.

Jeongguk lo guardò, immobile in mezzo alla stanza e completamente prosciugato dalla rabbia. 《Va via...》Disse un'ultima volta prima di abbassare lo sguardo per voltarsi, dandogli le spalle e piangere nuovamente.

Jimin prese un ultimo grosso respiro, arrivando rapidamente alla conclusione che il minore aveva  semplicemente bisogno di tempo e  che, lui, Jimin, avrebbe dovuto resistere ancora un po'.

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eh.

ps. perdonatemi l'orario

 perdonatemi l'orario

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