Con molta fatica e tante imprecazioni, Jeongguk riuscì ad arrivare alla villa.
Fortunatamente, Taehyung aveva lasciato le chiavi nascoste in una piantina accanto alla porta d'entrata.
Jimin, sulla sua schiena, gemè di dolore per tutto il tempo: la sua caviglia gli faceva malissimo, ma sperava fosse solamente una storta e non una frattura.
Il corvino, una volta entrato nel grande salone, con il soffitto estremamente alto e luminoso, appoggiò il maggiore sul divano.
Jimin strinse un'altra volta gli occhi per l'incredibile male che stava provando, facendo sbuffare, senza una motivazione precisa, Jeongguk.
《Com'è possibile che ti faccia così male? Non è niente.》Farfugliò, alzando il pantalone dell'altro e tastando la parte ferita.
Jimin fece una smorfia di sconforto. 《Mi fa malissimo.》
E mentre il minore continuò a verificargli la zona, Jimin urlacchiò dal dolore.
《È solo una storta.》Commentò Jeongguk con freddezza.
Jimin sentì ancora più dolore, a quel punto.
《Puoi controllare almeno se c'è del ghiaccio?》Sussurrò, cercando di sembrare indifferente al comportamento dell'altro.
Il corvino inarcò le sopracciglia annoiato, togliendosi il cappotto e dirigendosi verso la cucina con molta lentezza.
Lo stesso fece Jimin, prendendo a torturare, nuovamente, il labbro inferiore per la sofferenza.
《Jeongguk, per favore, muoviti. So che mi odi, ma per favore aiutami.》Lagnò il maggiore, cercando una posizione più confortevole per la gamba e togliendosi le scarpe.
Il corvino a quelle parole si fermò un attimo dalla sua ricerca, mordendosi lievemente il secondo labbro e socchiudendo gli occhi: già, Jimin pensava che lo odiasse.
Ma cosa avrebbe mai potuto pensare davanti a comportamenti del genere?
Jeongguk si alzò dalla posizione a rana dopo alcuni minuti, trovando una sacca di ghiaccio nell'ultimo cassetto del freezer.
Si assicurò di avvolgerlo leggermente nella carta e di appoggiarlo sopra il gonfiare, che stava diventando sempre più evidente e violaceo.
《Grazie.》Bisbigliò il maggiore, raggiungendo con le mani la sua caviglia e facendo, così, spostare automaticamente quelle dell'altro.
Il corvino si allontanò, rimanendo a guardare Jimin e il suo corpo per una ventina di secondi.
Jimin percepì la sua presenza e si fermò un momento di lavorare sulla sua caviglia, alzando leggermente il mento, ma senza voltare il volto verso di lui. 《Puoi andare, non serve che resti.》
L'altro rimase in un istante di trance, per poi sbloccarsi dopo qualche secondo. 《Non mi dire quello che devo fare.》Sussurrò, sedendosi su una poltrona poco distante.
Jimin ridacchiò, quasi sarcastico. 《Se non mi sbaglio, davanti al verbo infinito "andare", ho aggiunto il verbo di possibilità di seconda persona singolare "potere".》
Jeongguk roteò gli occhi. 《Simpatico come al solito.》
Il maggiore alzò di scatto le sopracciglia con contrarietà, sistemandosi con la schiena sopra il cuscino dietro di lui.
Nel farlo mantenne il viso rivolto verso il suo ex migliore amico, studiandolo quasi aggressivamente.
Jeongguk alzò un sopracciglio arrogantemente. 《Perchè mi guardi?》
Jimin lo guardò ancora per qualche momento. 《Hai ancora la stessa faccia di cazzo che avevi a sedici anni.》
Il corvino socchiuse leggermente le labbra, corrugando la fronte con ostilità. 《Tu sei sempre lo stronzo di otto mesi fa, invece.》
Jimin inarcò uno dei due sopraccigli e formò un piccolo sorrisino. 《Ti ricordi anche il giorno preciso?》
Jeongguk sapeva a cosa si stesse riferendo; guardò il maggiore con occhi totalmente seri e incapace di dire qualcosa.
Jimin, a quel punto, alzò anche l'altro sopracciglio, sfidandolo senza ritegno.
Jeongguk tese la mascella, strinse i denti e aspettò un ultimo momento, prima di parlare.
《Ti auguro sia una fottuta frattura.》
E, dopo aver detto ciò, si alzò e si recò velocemente verso la sua stanza.
Nessuno potè vederlo, ma, sul viso di Jeongguk, si fece strada una lacrima.
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|rev.| —credevate che sarebbe successo qualcosa di romantico, e invece lmfao
— ah, ho dimenticato di dire che jimin non sarà da meno lmao
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