Famiglia felice

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"(T/n), i....io vorrei sentirmi così per tutta la vita. Vuoi sposarmi?" disse arrossendo.

"Abbiamo quasi fatto" disse mamma sistemandomi il vestito,
"Mamma, si può sapere perchè sei più agitata di me che sono la sposa?" chiesi ridacchiando.

Mia madre rise,
"Non lo so tesoro o forse si, non vorrei che tu te ne andassi da casa, sei la mia piccola.." la interruppi mentre parlava,
"Mamma ho ventitrè anni" dissi ridendo, L mi aveva fatto la proposta quando avevo diciannove anni io decisi di far passare qualche anni invece di uno, per sentirmi pronta alla vita di moglie.

Devo essere sincera non mi sento ancora sicura al cento per cento neanche ora,
"Vedrai che andrà tutto bene tesoro, sappi solo che se qualcosa va storto io e papà ci siamo e inoltre non devi sposarti per forza!" disse.

"Ma che dici mamma, è già tutto pronto!" dissi
"Non ha importanza se non sei pronta non devi farlo, nessuno ti obbliga. Comunque anch'io mi sentivo così!" disse,
"Davvero?" chiesi sorpresa.

"Certo, credo che sia normale che si provi questo, sono riuscita a tranquillizzarmi del tutto solo dopo che mi sono effettivamente sposata e le cose hanno iniziato a migliorare ma ti ripeto non devi farlo per forza" mi rispose.

"Si, ma sai com'è" disse abbracciandomi e sistemando per l'ennesima volta il velo, sentimmo bussare alla porta, di certo era papà.

"Vieni!" dissi semplicemente
"È arrivato il fotografo" disse entrando in stanza,
"Vado" disse la mamma andando di là, da quando papà era tornato dall'ospedale, i miei dormivano in una stanza giù che avevano fatto sistemare, decisi di prepararmi qui per evitare di far salire e scendere la parrucchiera e l'estetista.

"Sei stupenda, (T/n)!" mi disse papà, mi voltai verso di lui, dato che mi stavo ancora guardando nello specchio per assicurarmi che tutto fosse al proprio posto.

Gli sorrisi mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia, poi uscii dalla stanza per andare di là, in quel momento papà mi bloccò,
"(T/n), sei sicura?" mi chiese abbassando lo sguardo
"Si, papà sono sicura!" dissi leggermente innervosita.

"(T/n), non devi per forza" disse ancora sembrava dispiaciuto, ormai non so più nemmeno quante volte abbiamo aperto questo argomento
"Ma, (T/n) io..." lo bloccai.

"Senti papà, io voglio che sia tu ad accompagnarmi all'altare non m'importa che sei su una sedia a rotelle, non mi vergogno anzi sono fiera di te perchè hai lottato con orgoglio, quindi se sei tu che non te la senti dimmelo lo chiederò a Watari e so che lo farà!" dissi alzandomi dalla sedia per uscire della cucina e andare in camera.

"Sappi solo che non sarà la stessa cosa, perchè voglio che sia tu ad accompagnarmici" dissi andando di sopra, mi veniva da piangere perchè conosco mio padre e ho paura che non lo faccia.

Voglio che sia il mio papà ad accompagnarmi all'altare, ma lui si vergogna, non ha il coraggio che ironia è andato in guerra senza paura si è fatto avanti senza pensarci due volte.

Ha avuto il coraggio di guardare e soprattutto accettare la verità, cioè che ora era su una sedia a rotelle, e poi ha paura di accompagnare sua figlia per una sorta di corridoio venuto male.

Dopo le mille e passa foto del fotografo, solo a casa mia con i miei non oso immaginare alla fine di questa giornata sono appena le dieci, finalmente partimmo arrivando in chiesa.

So già che c'è molta gente di cui non ricordo neanche il nome, qualcuna che già conoscevo non la vedevo da circa cinque o sei anni, altri sono colleghi di mio padre, di cui non ricordo il nome e c'è anche qualche collega di mia madre che però stranamente conosco.

L (Lxreader) [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora