L'ospedale

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Spalancò gli occhi ed iniziò a fissare la pentola dove stava cucinando,
"Certo, la ringrazio.." disse io scesi gli ultimi scalini quando lei mi guardò,
"Tuo padre è....è in coma" disse trmando.

Si stava mantenendo con le braccia, vicino alla penisola di casa.

L è colpa tua! Io lo so, so che avevi qualcosa in mente, e so che anche se io e mio padre lavoravamo entrambi per te io non potevo sapere che stavate combinando, ed ora mio padre poteva non risvegliarsi più.

"Andiamo allora" dissi ora ha tutto senso, anche del perchè Watari oggi era in ritardo,
"Prendiamo la mia macchina faremo prima" dissi finendo di scendere le scale e correndo a prendere le chiavi mia madre mi seguì senza aggiungere nulla.

Salimmo in macchina, mamma era troppo sconvolta per guidare invece io volevo solo vederlo.

Certo, nessuno ha detto che è in pericolo di vita ma andiamo mio padre stava lavorando per L, quindi qualsiasi cosa stessero facendo sarà stata pericolosa..fin troppo.

Quindi anche se i medici ancora non lo sanno, lo so io mio padre è in pericolo di vita.

"L'ospedale è quello della nostra città..non è così?" se afferma questo, allora è sicuro che la colpa è di L, perchè mio padre stava agendo da queste parti per trovare Kira,
"Si.." disse con un filo di voce. Lo sapevo!

Guidai velocemente verso l'ospedale senza rispettare nulla, né i segnali né i limiti di velocità, nè altro.

Mi limitai a guidare parcheggiai al primo posto libero, sia io che mia madre coremmo verso l'ingresso.

"Buongiorno, è possibile vedere il signor (T/c)" chiese mia madre tremante, mentre ero in piedi dietro di lei aspettando una risposta dalla signora dietro la reception.

"Scusi, voi siete?" chiese lei con un tono annoiato, mi era venuto l'istinto di sbatterle la testa sul computer che aveva davanti.

Voglio dire, si vede da kilometri lontani che sia io che mia madre siamo preoccupate da morire, addirittura mamma trema e si percepisce l'ansia nella sua voce eppure ha avuto il tempo di essere gentile e dirle anche 'buongiorno'.

"Sono la moglie, e lei è nostra figlia..il cognome è (T/c)" rispose lei mi guardò ancora più annoiata io dal canto mio la guardai male.

[(N/p) sta per il nome di vostro padre]

"(N/p) (T/c), giusto?"
"Si si, lui" disse mia madre sull'orlo del pianto appena sentì pronunciare il suo nome.

"Ora non è possibile fargli visita, sta facendo un'operazione, ma comunque la sua stanza è la 347 al quarto piano appena l'operazione sarà terminata lo riporteranno in stanza" disse.

"La ringrazio" disse mia madre con le lacrime sul volto,
"Vieni, andiamo.." dissi io andando verso l'ascensore lei mi seguì e andammo al quarto piano.

Vedemmo la stanza 347, c'era qualche sedia nel corridoio, io e mia madre ci sedemmo davanti la sua stanza semplicemente aspettando.

Non so dire per quanto tempo siamo rimaste lì ad aspettare, io avevo i gomiti sulle gambe con le mani a mantenermi la testa.

Alzavo la testa di tanto in tanto, e vidi mia madre con la borsa sulle gambe con le mani che la mantenevano e gli occhi fissi sulla porta della stanza 347.

"Vedrai andrà tutto bene" dissi, ma io stessa non ci credevo, l'ho detto no che stava lavorando con L? Per cui..è impossibile sia una cosa da nulla. Chissà in che cavolo lo ha coinvolto.

Lei non rispose guardai l'ora, ormai erano le dieci, erano passate quattro ore da quando eravamo arrivate all'ospedale.

Mi alzai dalla sedia, senza dire nulla, mia madre ancora fissava la porta si distrasse un attimo solo quando mi vide passare davanti a lei.

L (Lxreader) [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora