Those damn sapphires

705 40 7
                                    

Camminando diretta alla fermata del bus, Lena pensava.

A cosa pensava è facile da immaginare.

Indizio: capelli biondi, occhi azzurri.

Certo che azzurri è poco per definire quegli occhi. È più celeste disciolto. Sì. Come se qualcuno avesse preso dell'acqua da una sorgente limpidissima e ci avesse diluito dentro quel colore che si vede quando il sole si sta abbassando sull'orizzonte e l'acqua dell'oceano è un mix tra blu oltremare a verde acquamarina.

Il mare le piaceva proprio tanto.

Gli scossoni dell'autobus che le facevano perdere il controllo sul respiro misurato un po' meno.

Non sapeva che avrebbe fatto se qualcun'altro l'avesse dovuta colpire proprio lì sulle costole. Probabilmente sarebbe svenuta dal dolore.

Tu cerca di passare inosservata come sempre e nessuno ti darà fastidio.

Un piano perfetto.

D'altronde oggi era sabato, le lezioni ci sarebbero state solo al mattino.

Poteva farcela, doveva solo stare meno tempo possibile in corridoio e sgusciare subito in classe dove nessuno l'avrebbe considerata.

Qualche ora.

E in effetti funzionò.

Passando da una lezione all'altra nessuno la toccò, per fortuna.

Camminava in maniera strana, divisa tra il desiderio di arrivare prima in classe e trarsi in salvo e la possibilità di adocchiare un chioma ormai a lei familiare.

Non la vide per tutta la mattina, e ormai si era rassegnata a lasciare stare, fino a quando, dopo l'ultima lezione, non successe qualcosa di sbalorditivo.

Si trovava in corridoio, la faccia nascosta dietro lo sportello del suo armadietto, e stava badando agli affari suoi quando una voce la distolse dai suoi pensieri.

"Ciao!"

Lena si paralizzò.

Prima di tutto, non era abituata a sentire parole di questo tipo rivolte a lei. O quantomeno non con tale gentilezza.

Ma soprattutto aveva riconosciuto la voce.

Calma, calma non ti agitare. Sarà venuta per chiederti qualcosa, non farti strane idee. E sta' calma!

Chiudendo lentamente l'armadietto, Lena si trovò davanti quegli occhi color "mix tra blu oltremare e verde acquamarina disciolto in acqua di fonte".

Forza, di' "ciao".

"Ciao..."

Voce bassa, come suo solito.

Cosa vorrà mai?

Sarà meglio che non sia nulla di complicato perché Lena stava già andando alla deriva in quel mare baciato dal tramonto.

"Hey... piacere, io sono Kara Danvers."

Le stava tendendo la mano.

Oddio.

Panico.

Si sentiva le sue tutte sudate, e probabilmente avrebbe anche notato il leggero tremolio che le animava.

Non poteva porgerle la sua.

Eppure, Lena vide la sua mano alzarsi e stringere quella di Kara con una forza sorprendente.

"Piacere, Lena."

Sapeva già il suo cognome, ne era certa.

E se non era così, non le avrebbe fornito un pretesto per iniziare ad odiarla, considerato che sembrava che ancora non lo facesse.

Dopo quella che parve un'infinità, i loro palmi si staccarono.

"Senti Lena, scusa se ti disturbo così dal nulla, ma... sai, mi stavo chiedendo... ti vedo spesso sola e pensavo che magari avresti avuto piacere di...non so...unirti a me per pranzo? Tutti i miei amici sono andati via, pensavo di andarmene a casa anch'io, ma... ti ho vista e ho pensato, "potrei chiederglielo", se ti va ovviamente... magari hai da fare, o non vuoi..."

Ogni secondo che passava, Lena era sempre più stupita.

Non solo Kara le aveva appena chiesto se volesse pranzare con lei, ma sembrava anche un po' impacciata, come se anche lei si trovasse in imbarazzo.

"Ci sto."

Eccome se ci sto. Non torno a casa, e pranzo con te... non potrei chiedere niente di meglio... Dio com'è possibile tutto questo?

"Davvero? Bene bene, mi fa piacere... allora andiamo?"

Il viso di Kara sembrava essersi illuminato.

"S-sì... andiamo. Dove... dove pensavi di mangiare?"

"Oh, in realtà speravo, se ti va bene, ti prendere un panino alla mensa e poi andare in palestra. Credo tu lo sappia ma io gioco nella squadra di basket... e... nulla... magari facciamo qualche tiro, o non so... comunque la palestra a quest'ora è tranquilla. Non ci disturberà nessuno."

Sulle labbra della bionda aleggiava un timido sorriso.

E ogni secondo che passava Lena si sentiva sempre più mancare e al tempo stesso sempre più forte.

Dio, ma cosa sta succedendo? Perché mai dovrebbe voler avere a che fare con me?

Non lo sapeva, ma una cosa era certa: certe domande valevano di più se lasciate senza risposta, e questa, per Lena, era una di quelle.

'cause darling, you fit just perfectly here in my arms.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora