Yes?

700 45 11
                                    

"Hey tutti voi venite qui, in fretta! Su su venite, abbiamo un bello spettacolo cui farvi assistere. Ciao a tuuuutti quanti! Conoscete tutti la Luthor, no? Sapete tutti che razza di sgualdrinella sia, vero? Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Dobbiamo trovare Kara  Danvers! Presto! Cerchiamola!"

Lena era trascinata per le spalle dai due alleati di Pete.

Gli occhi le bruciavano a causa delle lacrime che cercava disperatamente di trattenere.

Pete le aveva detto di fare una cosa che l'avrebbe messa in ridicolo per sempre: davanti a tutti, ma soprattutto davanti a Kara.

È finita, non potrò più guardare in faccia nessuno, tantomeno lei. Ti prego ti prego, fa che spunti fuori qualche insegnante... ti prego...

Ma di insegnanti non ce n'era.

Era sola, se non si contava la calca che si era formata intorno a loro.

Ad un certo punto sentì chiamare "Kara! Kara!" "Vieni qui, devi vedere una cosa!".

Era quello il momento della sua morte.

Ma Pete non gliel'avrebbe certo lasciato fare così, senza infierire un po' prima.

"Bene, ciao Kara. È un piacere averti qui con noi. Abbiamo una cosa divertente da dirti, da dirvi. Guardate questa piccola deficiente qui, non è neanche capace di reggersi sulle gambe... bene, oggi abbiamo scoperto una cosa. Non solo è una piccola stronzetta riccastra figlia di papà, non solo è una Luthor...."

Lena non aveva la forza neanche di alzare lo sguardo.

Aveva intuito di trovarsi al centro di un cerchio di folla, ancora sorretta in piedi da Roger e Albert, e che di fronte a lei si trovava Kara.

Non la vedeva in faccia, ma era sicura che fosse lei.

La riconosceva dalle scarpe.

"... ma è anche lesbica! Ahah! Avete capito bene, è lesbica!"

Un coro di risate, grida di scherno, fischi, urli di disapprovazione e prese in giro si alzò intorno a lei.

Non riusciva più a trattenere le lacrime.

"Ma non è finita qui!"

La voce di Davis era tagliente, malvagia, perfida, volta a colpire nel profondo la povera Lena.

"Abbiamo scoperto che ha anche una mira! Una mira ai piani alti, potremmo dire! Avanti Luthor, muoviti! Fai quello che devi fare! Dimostra quanto sei patetica!"

Con uno scatto, Roger e Albert la spinsero in avanti, verso Kara.

Le lacrime scorrevano sul viso di Lena, lacrime di umiliazione, di dolore e, in parte, anche di rassegnazione.

Alzò la testa.

Kara stava lì, bella come al solito, capelli splendenti e occhi brillanti dietro le lenti.

Era talmente bella che Lena per un momento dimenticò tutta la folla intorno a loro, che intanto si era acquietata in attesa di sentire le sue parole.

Fece ancora un passo in avanti.

Forza. Immagina che ci sia solo lei. Immagina che andrà tutto bene. Forza, ce la puoi fare. Tra poco sarà tutto finito.

"Forza Luthor, di' quello che vuoi dire, avanti!"

"Avanti, Luthor!"

"Mostraci quanto sei patetica!"

Cercando di trovare la voce, Lena parlò.

"Ecco... mi chiedevo... mi...mi chiedevo se... vuoi... vuoi venire al ballo con me?"

Aveva appena finito di pronunciare l'ultima parola che un coro atomico di risate esplose intorno a lei.

Quelle risate s'insinuavano in lei, le pugnalavano il cuore, riducendolo a brandelli, ma non finì lì.

Una voce sovrastò le risate.

Pete.

"Ahahahah avete capito? Sta povera troietta lesbica sperava di poter andare al ballo! E non con una qualunque, ma con Kara Danvers! Ma ci rendiamo conto? Povera idiota, mi fa quasi pena. Se non sapessi che razza di rifiuto è, proverei compassione per lei. Eh, divertente vero, amici? Ahah al ballo! Con Kara! Allora Kara, che ne dici? Assurdo vero? Come se davvero avesse qualche possibilità. Aaah, allora qualcosa da dire?"

Lena stava lì, al centro del cerchio, le lacrime ormai fuori controllo, il volto basso a fissarsi i piedi e la disperazione che ad ogni istante si faceva sempre più strada in lei.

Era stata la cosa peggiore della sua vita.

L'umiliazione più grande mai ricevuta.

E ciò che la feriva di più era che aveva dovuto essere ridicolizzata davanti a Kara.

Alzò leggermente la testa, e, appannata tra le lacrime, notò che Kara non si era ancora mossa di un centimetro, e la guardava intensamente.

"Allora Kara, la tua risposta a questa povera sfigata?"

Silenzio.

Si guardarono.

Blu nel verde.

Gli zaffiri negli smeraldi.

"Sì."

Il silenzio cambiò di stato.

Prima era divertito e pronto a rompersi in un mare di risate, ora era carico di tensione, incredulo.

Sì?

Ancora una volta, la voce di Pete si fece avanti.

"In che senso "sì"?"

"Nel senso di sì. Verrò al ballo con te, Lena."

E, mentre il cuore di Lena stava impazzendo nella sua cassa toracica, così come anche il suo cervello e ogni altra parte di lei, Kara avanzò avvicinandosi, le prese la mano senza troppi complimenti e la condusse via.

Fuori dal cerchio, fuori dalla calca, sotto gli sguardi stupefatti di tutti.

Nessuna delle due ci fece caso.

In quel momento, per loro, esistevano solo le loro mani unite, i battiti accelerati e le forti emozioni, mentre si allontanavano dal corridoio, dall'edificio e dell'umiliazione.

'cause darling, you fit just perfectly here in my arms.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora