Attention please: in questo capitolo sono nominati e descritti e violenza domestica, e tendenze suicide ed autolesioniste. Come al solito, se non ve la sentite, non leggetelo, per favore.
"Mi chiamo Lena Kieran Luthor. Ho 17 anni, e questo vuol dire che mi mancano meno di 365 giorni prima che io possa fuggire dal mio inferno. È iniziato tutto una mattina di agosto di tanti anni fa. Ero una piccola bambina di 4 anni, felice. Vivevo con la mia mamma, l'unico genitore che io abbia mai avuto. Un giorno andammo in vacanza su un lago. Faceva caldo, e la mamma si buttò a nuotare. D'improvviso si alzò un forte vento, che portò con sé alte onde. In breve tempo mia mamma fu sommersa dall'acqua. Io stavo sulla riva, seduta, ad aspettare che uscisse da quell'inferno e mi portasse a casa. Ma non successe. Mia madre non riappariva. Passarono ore, prima che qualcuno passasse di lì. Quando quel vecchio pescatore arrivò, trovò una bambina piangente in riva al lago. Ero troppo piccola per capire seriamente cosa fosse successo, ma sapevo che era terribile. Il vecchio si preoccupò di contattare le autorità, le quali appresero dalle mie frasi a pezzettoni che mia mamma era andata nel lago e non ne era uscita. Scandagliarono la distesa d'acqua e, in poche ore, trovarono il corpo. La mia mamma era morta. Non l'avrei mai più abbracciata. Ma non c'era tempo per piangere. Un poliziotto gentile mi portò, il giorno dopo, in una enorme casa di quella grande città che è Metropolis. Lì trovai un alto signore pelato che mi disse di chiamarlo papà, una donna di poche parole che sarebbe stata la mia nuova mamma e un bambino un po' più grande di me, che rispondeva al nome di Lex. Mi fu insegnato che i Luthor sarebbero stati la mia nuova famiglia. Ricordo che la prima notte in cui dormii in quella casa, ebbi un incubo tremendo. Mi svegliai urlando, ma nessuno venne a rassicurarmi o ad assicurarsi che stessi bene. La mattina dopo, papà mi disse che non avrei dovuto più avere incubi, perché i Luthor non hanno paura di niente. In quella casa ci crebbi, e presto imparai che non avevo alcun diritto. I miei presunti genitori non mi parlavano, si dimenticavano di venirmi a prendere all'asilo e poi a scuola, non si curavano dei miei studi, mi davano a malapena da mangiare e non appena fui abbastanza grande da tenere in mano una pentola piena d'acqua dissero che d'ora in poi avrei dovuto farmi io da mangiare. Viziavano Lex, e ignoravano me. Ero profondamente infelice. Desideravo tanto un amico, ma a scuola non c'era nessuno disposto a fare amiciza con una Luthor adottata. Passavo le mie giornate in solitudine a scuola e nella paura a casa. Mano a mano che crescevo, conobbi il significato di dolore. Mia madre non mi dava da mangiare per giorni, mio fratello mi picchiava e mio padre pure. Tornava a casa ubriaco e mi riempiva di ceffoni. Calci e pugni. Io nascondevo i lividi, perché tutte le volte, quando aveva finito, diceva "se lo dirai a qualcuno farai una brutta fine" e io non volevo assolutamente mettermi contro di lui. Negli anni della mia adolescenza, ho imparato a convivere con il dolore. Quando arrivai al liceo, a Metropolis, ero odiata a morte. In corridoio la metà degli studenti mi evitava, l'altra metà mi bullizzava. Persino gli insegnanti mi rifuggivano. Per 3 volte ho pensato di uccidermi. Ho passato dei mesi terribili, in cui la mia occupazione preferita era tagliarmi i polsi con le lamette da barba di mio padre. La mia casa era un inferno. Poi, lo scorso giugno, mio padre comprò una grossa azienda qui a National City. Ci siamo dovuti trasferire, lui ha rinominato l'azienda LuthorCorp e adesso ne è il CEO. Io ho iniziato la mia quarta liceo in questa scuola, dove non ho sperato neanche per un attimo di trovare un nuovo inizio. Ma forse mi sbagliavo. Ho incontrato una ragazza, una ragazza più grande di me. Lei fa la quinta, gioca a basket benissimo, ha ottimi voti ed è molto popolare, nonostante stia spesso con i suoi soliti amici. È fantastica e, almeno da fuori, sembra avere una vita perfetta, e non so perché mai vorrebbe avere qualcosa a che fare con me, fatto sta che mi sono innamorata di lei, e che lei si è innamorata di me. Stiamo insieme da 3 giorni e io penso già di conoscerla da 3 anni. Lei è la mia ancora in questi ultimi tempi bui. La LuthorCorp sta avendo problemi con gli affari e mio padre torna a casa ubriaco sempre più spesso. E se lui è ubriaco, io posso essere una sola cosa: picchiata. A sangue. Con la sua cintura. Ed è quello che è successo l'altro giorno, e molti altri giorni prima di esso."
E in quel momento Lena si alzò, dando le spalle a Kara e mostrandole la schiena.
Coperta di segni rossi e cicatrici.
"Ed è per questo che sono insicura di me: mi hanno imposto di esserlo. Mi hanno imposto di considerarmi un fallimento, sempre e comunque, e di non piacermi mai. Mi hanno imposto di odiarmi. E l'ho fatto, per un lungo tempo. Ma adesso non più. Adesso, con te, potrò provare a nutrire dell'amore, per te e per me stessa."
Finalmente, Lena si voltò a fronteggiare la sua ragazza.
Kara stava piangendo.
Le lacrime le rigavano il viso, gli occhi erano devastati dal dolore.
Si alzò e, con mani tremanti, accarezzò il volto di Lena, come se fosse fatto di porcellana, come se avesse paura di romperlo.
Non si capì bene cosa bisbigliò a Lena, ma un secondo dopo aveva fatto girare la mora tra le sue braccia, l'aveva abbraciata da dietro e stava posando le sue labbra su ogni singolo taglio lasciato dalla cintura di Lionel.
Per ogni segno, un bacio.
Per ogni duro colpo, delle labbra soffici.
Per ogni volta che Lena era stata odiata, lei l'amava.
Volle farle una promessa.
"Ti prometto che nessuno ti farà più del male. Ti prometto che non farò mai nulla per farti soffrire. Ti prometto che ti proteggerò ad ogni costo. Ti prometto che farò di tutto per amarti e renderti felice."
"Te lo prometto."
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'cause darling, you fit just perfectly here in my arms.
FanficCiao a tutti, ho pensato di creare una nuova storia sulle nostre amate Kara&Lena ma viste da un punto di vista un po' diverso... a scuola! Kara non ha i superpoteri ed è umana, ha 18 anni ed è super(eheh)popolare! Gioca nella squadra di basket della...