Capitolo 63

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DRACO'S POV
Sono passati un paio di giorni, di merda oserei dire, perciò mi trovo nel bagno del mio dormitorio seduto per terra.
Sto letteralmente tremando dal dolore, per questo appoggio la testa al muro sperando che finisca in fretta.. tutto ciò perché sono stato al Manor, per la faccenda di Silente e tutto il resto. Come immaginavo Voldemort non era contento del fatto che non volessi essere un mangiamorte.. perciò diciamo che si è vendicato..
Più che altro mi ha fatto cruciare dalla mia cara zietta Bellatrix, un amore. Neanche mi hanno lasciato la bacchetta, atterra a contorcermi ed urlare, la cosa più straziante? Sicuramente oltre il dolore erano le lacrime di mia madre, cercava invano di farla smettere, mentre mio padre era con il signore oscuro, non so se per difendermi o meno, non capivo niente, faceva tutto troppo male.
Perciò adesso sono qui, mio padre mi ha riaccompagnato ad Hogwarts, Per fortuna ha avuto l'idea di portarmi direttamente nel dormitorio, ma penso l'abbia fatta più che altro per Voldemort.. la cosa che più mi fa infuriare e che non mi ha chiesto neanche un "come stai?" Mi ha dovuto trascinare da un braccio mentre non riuscivo quasi a parlare e tremavo al ricordo delle torture, non mi ha lasciato neanche parlare con mia madre.. dovrei chiedermi "perché succedono tutte a me" ma penso che non abbiamo il diritto di chiederci, quando il dolore arriva, "Perché è successo a me?" a meno che non ci poniamo la stessa domanda ogni volta che proviamo un senso di felicità.
Perciò me ne sto zitto, seduto per terra, con i miei pensieri..
Chissà se Harry sta o meno con Ginny, mi interessa? No. Non deve interessarmi. Non lo vedo quasi più, ormai le mie giornate le passo o in classe o in camera.
La gamba è passata quasi del tutto i lividi no, non posso neanche lamentarmi però, fossi stato uno stupido babbano a quest'ora con un trauma cranico non sarei qui..
sta arrivando la primavera, ci sono giorni in cui fa davvero troppo caldo, ma devo comunque rimanere con la felpa, non voglio che vedano i lividi, comunque alla fine Silente oltre a togliergli punti e una piccola punizione non ha fatto niente, in compenso mio padre ha fatto licenziare il suo, anche se a me ormai non interessava più.
Non mi interessa più niente di niente.
Mi alzo e mi guardo allo specchio, di nuovo, guardo lo specchio, non la mia immagine, mi focalizzo sullo specchio, penso a tutto, tutto quello che sta succedendo, e lo colpisco, lo colpisco così forte che si rompe in tanti piccoli pezzi, sporchi dal mio sangue.
Mi guardo le nocche sanguinanti e le sciacquo, anche se non cambia un cazzo ma chi se ne frega.
D: Reparo.
Lancio un incantesimo per sistemare il vetro e me ne vado, non c'è la faccio più.
Mi incammino verso il giardino, essendo quasi primavera stanno sempre tutti lì. Cammino, mentre penso che in questo periodo sto avendo diversi attacchi di panico, la maggior parte delle volte sono solo, non mi va che gli altri mi vedano in quello stato, ma penso che l'abbiano scoperto anche se non ne parlano, infatti cercano sempre di non lasciarmi da solo.  Mi guardo la mano, visto inizia un po' a far male ma.. mossa sbagliata, mi scontro con qualcuno.
D: Cazzo guarda dove vai.
H: lo so, Scusami.
Oh merda, e chi poteva essere sennò, Harry Potter naturalmente.
Alzo la testa annuendo e cercando di andarmene, anche se vorrei restare molto di più insieme a lui, la sua presenza mi rassicura, ma non posso....
lui mi guarda la mano, per questo la metto nella tasca nonostante il dolore.
H: che hai fatto alla mano?
D: Ti interessa? No.
Si morde il labbro, è nervoso.
H: Come stai?
Ferito. Inutile. Solo. Confuso. Tradito. Sul punto di piangere. Depresso. Ansioso. Abbattuto. Pronto a rialzarmi. Patetico. annoiato.Distante Col cuore spezzato. Rifiurato. Schiacciato. Mi sento come se stessi per cadere da un momento all'altro. Vuoto. Sconfitto. Come se non fossi mai abbastanza.
D: Bene.

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