Chapitre 2

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Saranno dieci minuti che sono sveglia e continuano a fissare il soffitto non avendo nessuna voglia di alzarmi. Anche se sono cresciuta sono rimasta la stessa svogliata certe volte. Dopo la solita routine della notte non è che abbia tanta voglia di alzarmi e incontrare le persone. Ma il dovere chiama. Mi alzo contro voglia dal letto e vado in bagno, mi sistemo per bene e mi guardo alla specchio, sembra essere tutto a posto quindi mi avvio fuori per mettermi qualcosa ed uscire, sistemo il letto e mi assicuro che sia tutto al suo posto. All'inizio l'appartamento non era molto arredato ma ci ho pensato io a renderlo pieno in poco tempo. Non faccio nemmeno colazione, avrei tirato per le lunghe il poco tempo che mi rimaneva per andare a lavoro. Già, lavoro in un bar come barista ormai da quasi un'anno, mi scambio con Celia, la proprietaria, di solito lei fa i turni al pomeriggio mentre io durante la mattina, almeno mi assicuro di pagare l'affitto. Prendo la borsa, chiudo l'appartamento a chiave e comincio a scendere le scale ed esco in fine dall'edificio. Cammino lenta godendomi la calma della mattina presto, tra qualche ora si sarebbe sentito un baccano infernale.

Più mi avvicino al luogo di lavoro più si sentono i rumori della prima mattina qua in centro New York, le auto cominciano a farsi sentire, c'è chi va a scuola, chi a lavoro, ognuno ha cosa fare qui, anche se non si è imprenditori oppure ricchi ognuno ha il suo lavoro, che sia tanto o poco importante. Finalmente mi trovo davanti al bar dove lavoro, guardo all'interno anche se il cartellino è girato su "Close". Apro la porta con le doppie chiavi ed entro rigirando il cartellino su "Open". Vado dietro il bancone e sistemo la mia borsa, mi sistemo e aspetto che qualcuno entri. E pensare che il mio sogno nel cassetto era diventare stilista, alla fine mi ritrovo a fare il caffè. Anche se non sono riuscita ad esaudire il mio sogno continuo a disegnare qualche volta quando ho tempo, è una cosa più forte di me e posso assicurare che sono migliorata molto. Sento il campanellino suonare, mi riscuotono dai miei pensieri e aspetto che qualcuno si avvicini《Marinette! Quanto tempo!》sento esclamare di gioia, mi volto e trovo Charlotte che viene poco dopo raggiunta da Sophia, i miei occhi si illuminano alla loro vista, è passato così tanto tempo dall'ultima volta che le ho viste che ritrovarle davanti adesso è strano. Corro ad abbracciarle, mi sono mancate《Charlotte! Sophia!》urlo di rimando per far intendere la mia gioia nel vederle quì《A cosa devo la vostra visita?》chiedo《Passavamo da qui e siamo venute a trovarti, sai fare l'avvocato non è un lavoro che ti lascia poi tanto tempo per se stessi》 risponde Sophia. Infatti lei ha deciso di diventare avvocato, ha faticato molto ma alla fine ce l'ha fatta e ne sono felice, Charlotte invece è diventata insegnante di matematica in una scuola privata. Chi avrebbe mai pensato che in poco tempo abbia sviluppato un' interesse per la matematica.《Cosa volete che vi offra?》domando tornando dietro il bancone ponendo una mano sulla caffettiera, mia fidata compagna da ormai tanto tempo《Stai tranquilla, non vogliamo nulla, tra un po' cominciano i lavori, non vorrei arrivare in ritardo, oggi devo dare la verifica alla seconda superiore》mi spiega Charlotte《Così sei passata tu a far uscire di matto gli altri》dico mentre una risatina mi esce spontanea《Certo, è anche un modo di vendicarmi di tutto quello che ho passato con il prof Brown》mi risponde con fare scherzoso. Restano a parlare con me ancora per poco, prima di uscire gli chiedo se mi potessero salutare Samuel e James, è da molto più tempo che non li sento più. Appena sono uscite subito varie persone prendono il loro posto con le ordinazione e così comincia la mia giornata lavorativa.

Stò preparando l'ennesimo caffè macchiato quando vedo entrare dalla porta Celia《Ciao Mary》mi saluta raggiumgendomi《Ci sono stati tanti clienti?》mi chiede in seguito mettendosi il grembiule《No, non così tanti come la domenica》le rispondo togliendo il mio, ho finito il mio turno, yeah!
《Va bene, ricordati che domani ai giornata libera》mi dice mentre io mi incamminò verso la porta per uscire da lì《Senz'altro!》dico salutandola con una mano. Fuori dal bar comincio a pensare velocemente dove andare. Come un lampo mi ricordo che devo andare dai miei genitori, non ho ancora risolto la lettere misteriosa arrivata ieri notte. Così attendo un taxi per andare da loro, la strada è lunga e ci metterei troppo per arrivare, poi il traffico non è d'aiuto. Attendo giusto cinque minuti e vedo un taxi fermarsi poco lontano da me, mi avvicino e il conducente abbassa subito il finestrino, lo saluto cordialmente e gli do l'indirizzo dove abitano i miei.

Pago il tassista e lo saluto. Guardo la casa dei miei, è rimasta la stessa dopo anni e ne sono felice, è dura per me sopportare i cambiamenti. Mi avvicino alla porta e busso. Non devo nemmeno aspettare tanto che mi aprono subito. Mia madre e mio padre sorridono alla mia vista e io sorrido a mia volta. Sono invecchiati e si nota, alcune righe sono apparse sui loro volti e i capelli cominciano ad ingrigirsi però sono sempre le stesse persone gentili e accoglienti di sempre, corro ad abbracciarli forti《Ciao!》dico felice《Marinette!》urlano il mio nome《È così bello rivederti dopo così tanto tempo》dice mio padre mentre mi lasciano entrare in casa《Ma se ci siamo visti due giorni fa》dico ridacchiando《Sono dettagli》mi risponde, il profumo di dolci mi invade e non perdo tempo a correre al tavolo in soggiorno dove è appoggiato un vassoio con ogni tipo di dolce《Mangiali, sono ancora caldi》dice mia madre mentre appaie appena dietro di me. Non me lo faccio ripetere due volte e afferro subito un fettina di torta. Mi sembra di essere ritornata la bambina di 6 anni che rubava i dolci appena fatti e messi in vetrina per i clienti. Al ricordo mi scappa una risatina e i miei non se lo fanno sfuggire《Come mai ridi?》chiede mio padre mentre va ad aprire il cassetto di un comodino《Mi sono solo ricordata i tempi dell'infanzia quando rubavo i dolci appena fatti》dissi, perché avrei dovuto mentirgli? L'ho fatto una volta e non mi serve dire altre bugie, sono pur sempre i miei genitori, che ragione ho di raccontargli una menzogna? Mi siedo sul divano mentre divoro l'ultimo boccone di torta, quasi subito mi raggiunge mio padre con una lettera in mano seguito da mia madre, me la porge e dopo essermi ripulita le dita l'affero e la guardo attentamente, in effetti c'è solo il mio nome scritto sopra, la rigiro e poi guardo i miei《Chi ve l'ha data?》chiedo《Nessuno, l'abbiamo trovata sotto la porta》dice mia madre. Alzo le spalle e comincio a romperla stando attenta a non rompere anche il contenuto che si rivela essere un foglio. Lo estraggo dalla busta e la apro, subito in bella vista si legge "Proposta di lavoro" in francese, e meno male che so la lingua. Guardo in faccia prima mia madre e poi mio padre, loro non intendono e li faccio vedere le due parole dopo di che comincio a leggere ad alta voce《Gentile signorina Marinette Dupain-Cheng, la informiamo che abbiamo letto il suo curriculum e dopo una riflessione le offriamo un lavoro in una casa di moda a Parigi. Se è interessata può inviarci la sua risposta e se accetta all'indirizzo in basso, cordiali saluti》guardo nuovamente i miei genitori e li faccio un grande sorriso《In una casa di moda! Ma vi rendete conto? E poi a Parigi! Ritornerò nella mia città natale!》dico entusiasta《Ma non c'è scritto nemmeno cosa farai, e poi se non è quello che ti aspettavi? Cosa farai? Ritornerai qui in America?》comincia a domandare mio padre《Stai tranquillo, vedrò una volta lì. Non credo che mi facciano lavare i pavimenti, c'è, non credo dopo aver studiato in una scuola prestigiosa mi mettano a fare questo》dico, cercando di farlo cambiare idea《E poi ho 23 anni, sono maggiorenne e responsabile》continuo, mia madre sembra accettare la mia decisione ma mio padre è visibilmente indeciso《Papà, in caso di qualcosa non aspetterò a ritornare indietro, parlerò con Celia, in caso di qualcosa mi potrà ridare il mio vecchio lavoro》dico anche se non sono sicura che Celia aspetti una mia risposta che arriva da tutt'altra parte del mondo mentre lei si spacca a metà tutto il giorno《E va bene, anche se tentassi di trattenerti andresti da sola》sospira alla fine. Io gli sorrido e lo abbraccio.

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