Chapitre 14

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Sbadiglio prendendo un croissant dalla dispensa, afferro una tazza e vi verso il caffè, poggio tutto sul tavolo e sbadiglio nuovamente mentre scosto le tende dalla finestra per far entrare più luce. Da quando sono sveglia continuo a sbadigliare, sono stanca sebbene abbia dormito molto. Mi accomodo al tavolo e comincio mangiare la solita colazione di sempre. Guardo fuori dalla finestra le nuvole che piano piano lasciano il posto al sole e al cielo azzurro, ieri notte ha piovuto di nuovo ma senza tuoni e fulmini.
Finisco il tutto velocemente e lavo la tazzina e la caffettiera. Mi metto un attimo attaccata alla finestra ad ammirare i tetti di Parigi e la strada sottostante, è tutto così incredibile che sembra un sogno, me lo potevo solo sognare di venire nella capitale francese, di abitarci e di trovare pure un lavoro, credo ancora che da un momento all'altro mi possa svegliare e ritrovarmi sul divano nell'appartamento a New York, sarebbe davvero brutta la sensazione che ne seguirebbe. Affero il telefono e lo accendo, sono le 11:30, strano fare la colazione a questa ora quando si dovrebbe preparare il pranzo ma è quasi diventata un'abitudine per me la domenica, non ci faccio nemmeno caso ormai. Mi alzo e vado dritta dritta in bagno, devo cominciare a prepararmi, dovrò camminare fino a Notre-Dame e finché sceglierò anche cosa indossare rischierò di arrivare in ritardo ed è stata chiara Alya, non accetta un ritardo. Mi posiziono davanti al lavandino e comincio a lavarmi i denti e la faccia sebbene lo abbia già fatto prima di fare colazione ma sono ancora assonnata per qualche strano motivo. Tiro fuori dal cassetto la borsetta dei trucchi e tiro fuori il fondotinta e la spugnetta, una palette di trucchi scuri, mascara, matita per gli occhi, eyeliner e un rossetto color carne posizionando tutto sul lavandino dando inizio al trucco, voglio farlo semplice ma ormai mi conosco, se devo incontrare una persona esagererò sempre.

Finito il trucco, che come sapevo è uscito bene ma ho messo un quintale di roba in faccia mi dirigo davanti all'armadio e frungo in esso, tiro fuori una gonna ampia poco più sotto alle ginocchia blu notte, una maglietta a maniche lunghe bianca leggermente scollata, prendo la solita giacchetta, ma non l'ha indosso, guardo l'ora e manca quasi un'ora e mezza all'incontro, cosa potrei fare in tutto questo tempo? Intanto prendo la borsa con portafogli e telefono e dopo essermi assicurata che la porta sia chiusa comincio ad inviarmi fuori dall'Hotel, non sarei rimasta ugualmente a fare niente per una ora, ma lo stesso non so che fare, potrei andare in qualche centro commerciale giusto per dare un'occhiata agli abiti invernali, mi servirebbe qualche maglione, di certo con il freddo non andrò vestista come adesso che fa abbastanza caldo. Esco dalla porta principale e mi guardo intorno, ho due scelte, destra e sinistra, ho cominciare ad incamminarmi per Notre-Dame oppure andare dalla parte opposta al centro commerciale e sperare che non perda il conto del tempo per non fare tardi all'appuntamento. Beh, un salto al centro non farebbe poi male, do solo un'occhiata giusto per perdere un po' di tempo, non comprerò niente. Così comincio ad incamminarmi, non c'è molta gente per le strade, d'altronde e mezzogiorno e sono tutti a pranzare, meglio per me, non ci sarà molta gente quindi potrò girare con calma per il centro senza dover fare file per uscire.
Mentre cammino mi guardo intorno, c'è un gruppetto di ragazzi che ride ad un tavolino del bar, guardandoli la mente mi riporta indietro nel tempo, a quando avevo la loro età, quanto vorrei ritornare a quei tempi e poter rimediare a certi errori ma forse neanche dovrei, potrei non essere qui in questo momento. Vado avanti per la mia strada tra i miei pensieri《Marinette!》sento urlare il mio nome e mi volto di scatto indietro ma non vedo nessuno, mi guardo intorno quando vedo un ragazzo sbracciarsi dall'altra parte della strada seduto ad un tavolino con una ragazza.
No.
Non ci posso credere.
Sorrido a trentadue denti alla sua vista, guardo la strada a sinistra e a destra e poi l'attraverso《Luka!》urlò il suo nome, come non riconoscerlo, sempre con gli stessi capelli tinti di un blu metallico sulle punte e vestito in stile rocchettaro. Si alza dalla sedia e mi abbraccia, lo stringo a me. Sento dopo pochi secondi la ragazza schiarirsi la gola《Ah giusto》dice Luka mentre si stacca da me《Mari, questa è Olivia》la guardo attentamente, ha gli occhi verdi e i capelli marroncini, le sorrido e le porgono la mano《Piacere, sono Marinette...una vecchia amica di Luka》mi presento, lei stringe la mia mano dopo qualche secondo《Olivia》guardo Luka e mi sorride imbarazzato, chissà perché, gli sto persino evitando una litigata con la sua ragazza perché sono la sua ex, dovrebbe ringraziarmi《Comunque》prende parola Olivia《So che sei la sua ex.》sgranò gli occhi. Che figuraccia, mi prenderà per una bugiarda ora《E stai tranquilla, non sono in vena di litigi, anzi, ti devo anche ringraziare, senza di te mio marito non si sarebbe dichiarato.》《Marito?》chiedo stupita, sono anche sposati?《Sì Mari, lei è mia moglie e siamo quì in luna di miele》ribatte Luka《Sono felice per voi》dico ancora leggermente stupita《Tu invece? Come va con Adrien?》mi chiede mentre mi indica di accomodarmi con loro al tavolino ma rifiuto stando in piedi con il volto chino a terra. A sentire quel nome mi sono incupita《C-ci siamo lascaiti》biascico con un filo di voce《Ah. M-mi dispiace per..》《Stai tranquillo.》lo interrompo, non è colpa sua se è andata a finire così.

Mi fermo un po' a parlare con loro e faccio anche conoscenza con Olivia, la ragazza di cui sentivo solo parlare ogni tanto, sono felice che abbia trovato una donna che lo ami davvero. Mi sta simpatica, è aperta e non sembra provi odio nei miei confronti e io lo stesso.
《Io dovrei andare》dico alzandomi dalla sedia《Di già?》chiede Olivia《Sì, ho un'appuntamento e devo proprio scappare se non voglio fare tardi》sorrido e li saluto amichevolmente. Ho promesso che ci saremmo incontrati più avanti se sarebbero rimasti qui per ancora un po' per passare un po' si tempo insieme. L'unica cosa che manca adesso è incontrare Ryan oppure qualcun'altro che odio e sono decisamente a posto con la lista di persone che conosco e che incontro in luoghi che non mi sarei mai aspettata di incontrare.
Mancano 45 minuti, dovrei farcela ed arrivare anche leggermente in anticipo ma conoscendo la mia sfiga mi succederà qualcosa strada facendo e arriverò in ritardo. Cammino velocemente, tanto non c'è ancora nessuno in giro e non rischio di andare a sbattere contro nessuno. Qualche volta mi fermo per riprendere un po' di fiato, non ho mai tenuto il passo così velocemente per tanto tempo.

Arrivo a destinazione, sono all'entrata del parchetto e sono anche in anticipo, incredibile no? Entro e comincio a guardare tra le varie panchine per trovare Alya ma non la vedo da nessuna parte, ci sono varie coppie che guardano la fontana in mezzo al parchetto oppure chiacchierano tra loro felicemente. Mi sento di troppo, non trovo Alya e sono l'unica da sola, che disagio. Mi siedo su una panchina vuota all'ombra di un'albero, tiro fuori il telefono e faccio per chiamare Alya ma prima alzo nuovamente la testa, magari non ho guardato bene, guardo tutte le panchine e la mai attenzione viena catturata verso l'entrata, un ragazzo alto, biondo, con gli occhi verdi sta venendo in mia direzione.
No.
Ti prego.
Andava tutto bene, perché proprio lui. Perchè proprio il mio ex.
Perché proprio Adrien!
Come ho fatto a riconoscerlo? E rimasto uguale a tale era quando l'ho conosciuto. Solo che i capelli sono rasati ai lati lasciandogli il ciuffo non troppo lungo, è solo quella la differenza ma i tratti sono gli stessi. Anche se è passato tempo non lo riesco a dimenticare.
Distolgo lo sguardo da lui e guardo in basso pregando che una voragine si crei ai miei piedi facendomi cadere in essa.
Magari non è nemmeno quì per me, magari non si ricorda nemmeno di me. Non devo farmi notare, se non lo guardo lui non mi vede. Come mi ha detto Alessandro sono cambiata molto, è impossibile che mi riconosca. Sento i suoi passi raggiungermi e il mio cuore aumenta i battiti, mi sento l'aria mancare e una sensazione di vuoto allo stomaco e al centro del petto. Lo sento fermarsi proprio davanti a me. Mi sento svenire. 《Hey, tutto bene?》mi chiede con aria strafottente. La sua voce. Sono anni che non la sento. Ci sono due possibilità, o mi ha riconosciuta e mi tratta così perché sono la sue ex, oppure non mi ha riconosciuta e si comporta così credendo sia una ragazza qualunque per mettersi insieme e spezzargli il cuore alla fine. Ma non ci casco nel suo tranello due volte. Alzo lentamente lo sguardo e lo guardo dritto negli occhi cercando di rimanere seria. Mi guarda per qualche secondo e lo noto sgranare leggermente gli occhi mentre apre leggermente bocca《Marinette?》pronuncia il mio nome in silenzio. Le parole mi muoiono in gola. Tremo leggermente, sto tornando a vecchi ricordi, ricordi che dovevo seppellire ma che dopo questo incontro mi sarà impossibile《Sto bene grazie》mi affretto a dire, mi alzo e comincio a camminare velocemente verso l'uscita del parchetto. Non lo voglio più vedere, non lo devo nemmeno vedere. Non si merita di guardarmi nemmeno, dopo quello che mi ha fatto passare è il minimo. Commino per il marciapiede diretta a casa mia, l'unico luogo dove mi sento al sicuro, dove chi non ha acceso non può entrare. Sento qualcuno afferrarmi per il braccio, mi volto e il mio sguardo torna a fissare il suo, lo abbasso dopo due secondi《Lasciami》dico in un sussuro. Lui non molla la presa e mi tiene ferma. Comincio a tremare, mi sono già trovata in una sensazione simile e anche se le emozioni sono leggermente diverse mi fa male dentro《Ho detto lasciami!》urlo strattonando il braccio non riuscendo però a liberarmi, è diventato più forte e la sua presa è salda《Marinette, io ti devo parlare》《NO! Non abbiamo nulla da dirci!》Urlo, non mi importa nemmeno delle persona che mi stanno intorno e che mi vedono《Ascoltami...》sussurra《No...no...NO!》continuo a ripetermi tra me e me mentre le lacrime mi riempiono gli occhi offuscandomi la vista, 'Marinette, non devi piangere, hai versato troppe lacrime per lui'mi ripeto mentalmente ma non ce la faccio. Mentre le prime lacrime mi scendono cerco nuovamente di staccare la sua presa《LASCIAMI A STARE!》urlò mentre riesco finalmente a liberarmi, non lo guardo nemmeno, mentre comincio a carrore via, lontana da lui, pregando di riuscire a scappare anche ai ricordi.

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