Chapitre 11

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Intanto, tra i vari pensieri continuo a sistemare gli abiti, tutto nei loro appositi cestini, ripiegati per bene, gonne con le gonne, pantaloni con pantaloni, magliette con magliette, giacche con giacche. Alcuni sono di vecchia fabbricazione mentre altri sono nuovi, alcuni del mio gusto invece altri no, sono tentata di prendere qualcosa, ma non posso, in meno di 24 ore già vengo licenziata, per una stupidaggine del genere poi, no grazie.

Sento la porta aprirsi e vedo un ragazzo alto, biondo e occhi azzurri come il mare《Quindi sei tu la nuova arrivata》dice con fare scherzoso mentre gli scappa una risata, questa voce l'ho già sentita de qualche parte oppure è solo la mia immaginazione《A quanto pare si》ribatto leggermente offesa, ma mi prende per una bambina questo qui? Si avvicina e mi porge la mano《Alessandro Bianchi, piacere di conoscerti》 si presenta.
Non. Ci. Credo. 《ALE!》urlò allegra, sposto la sua mano e lo abraccio, tra quello che ho scoperto una trentina di minuti fa lui è l'unica felicità che per ora mi consola, lo stringo forte a me e all'inizio sembra non capire ne riconoscermi, vabbè, cosa ci posso fare, sono passati anni dall'ultima volta che ci siamo visti e parlati, titubante ricambi l'abbraccio《Ci conosciamo?》chiede sorridendo imbarazzato《Sono io. Marinette. Non ti ricordi di me?》gli dico nel tentativo di rinfrescargli la memoria, rimane qualche secondo in silenzio《MARINETTE DUPAIN-CHENG》urla mentre mi cattura in un nuovo abbraccio, si è ricordato!《Ti ricordi allora》dico ridacchiando, lui annuisce《Cavoli, sei cambiata un sacco, non ti riconosco quasi》rido alla sua affermazione, è vero, sono cambiata tutta in qualche anno, ma anche lui non scherza《Guarda chi parla》ribatto tirandogli un pugno non troppo forte sulla spalla.

《Stanno succedendo cosa strane da quando sono quì, lo devo ammettere》gli dico dopo qualche ora che ormai eravamo a sistemare gli abiti. Per tutto il tempo ci siamo raccontati quello che è successo nel corso degli anni. Lui è qui da due anni ormai, lavorava come barman in una discoteca ma poi ha cambiato e da quasi un anno e mezzo lavora qui《Prima incontro Alya, poi Nino e Chloé, scopro che lavoro sotto gli Agreste e incontro te. Cosa succederà più avanti》mi giro in sua direzone e sembra essersi intristito《Ale?》lo richiamo《Come l'hai presa?》chiede di scatto《Come l'ho presa cosa》《Che lavori qui.》abbasso la testa. Non voglio mentirgli, sa cosa sia successo e non voglio raccontargli bugie, anche perché la verità verrebbe a galla dopo neanche due secondi《A dir la verità non lo so. Non sono né felice né triste. In fin dei conti perché devo spaccarmi la testa, io e lui siamo sconosciuti che non si devono più incontrare, anche se ora lavoro per suo padre questo non vuol dire che sono qua per lui.》spiego mentre chino il capo, gli occhi mi pizzicato e tento di non far scendere nessuna lacrima, ne ho già perse abbastanza《Marinette, per qualsiasi cosa io sono qui》tiro su la testa e gli sorrido con gli occhi lucidi. Chissà quanta pena gli stò facendo《Lo so e ti ringrazio》. Lo vedo avvicinarsi e mi abbraccia per darmi conforto, qualche lacrima comincia a scendere dagli occhi percorrendo la lunchezza del mio volto, sono una stupida, a più di vent'anni mi metto a piangere per un'idiota. Faccio ridere.

Chi lo avrebbe detto che per una stupidaggine come quella capitata a me io e Ale potessimo legare così tanto. Forse comincio anche a capire perché gli ho raccontato tutto a lui e non ad Alya o qualcun'altro, perché se volevo potevo resistere ancora, io non volevo che i suoi amici lo lasciassero, Alya e la fidanzata di Nino e gli avrebbe raccontato tutto, Nino è l'unico amico che Adrien conosce bene e perderlo gli farebbe male. Io, nonostante mi abbia fatto soffrire gli volevo ancora bene, a tal punto da non voler che passare da una brutta situazione, ho preferito soffrire io da sola invece che vendicarmi e recare danno alle sue amicizie. Quale persona matura di testa farebbe una cosa così nel mio caso? Nessuna, ecco la risposta. Alessandro invece era l'ideale per tirare fuori tutto, lui non conosceva Adrien dall'infanzia e poi vive, o meglio viveva in Italia, non avrebbe influenzato niente.
Un tuono mi risveglia dai continui pensieri inutili, e mi chiedo come mai ci penso ancora, mi stacco dall'abbraccio di Ale e vado piano verso la piccola finestra, scostò le tendine e la apro, un' andata fresca che odora di acqua mi invade, si vedono già le prime goccine di acqua che bagnano l'asfalto e la gente comincia a ripararsi . Fortunata io, fino alle 06:00 sono rinchiusa qui dentro, forse la pioggia cesserà e potrò tornare tranquillamente a casa.

Per tutto il tempo del lavoro ho guardato fuori la pioggia che velocemente si faceva più forte, e infatti non è che abbia fatto un bel lavoro, ho un po' mischiato tutto e non è che abbia piegato proprio bene. Stò piegando una maglietta quando un tuono improvviso e potente mi interrompe facendomi leggermente spaventare e lanciare via la maglietta, mi rendo conto di ciò che ho fatto e mi volto per cercare la maglietta, Alessandro è già andata a riprenderla, era finita per terra, molto, molto, molto lontano da me《Grazie》lo ringrazio, mi ha risparmiato di andare io a prenderla《Certo che hai proprio paura del tuoni improvvisi》dice ridacchiando《Sono fatta così, finché notte e vedo il lampo sonl sicura che segue il tuono, quindi sono preparata, ma è giorno quindi questi improvvisi mi fanno leggermente spaventare》《Marinette ha paura, Marinette ha paura!》mi prende in giro Ale, prendo una felpa e gliela lanciò contro e per sfortuna non lo prendo mentre lui continua a ripetere la solita frase, comica così la caccia ad Alessandro Bianchi, tutto quello che trovo glielo lanciò senza pietà ma non centrandolo mai. Maledizione. Ho una mira pessima devo dire. Lo so, questo non è un comportamento maturo. Ma a chi importa? Ogni tanto va bene uscire dalle righe, anche se io lo faccio spesso, molto spesso《Alessandro Bianchi! Vieni immediatamente qua!》gli urlo mentre gli corro dietro con un giubbotto invernale in mano, lui scappa in tutte le direzioni e faccio leggermente fatica a stargli dietro, mi sembra di avere 5 anni in questo momento. A interrompere il nostro "lavoro" è il bussare della porta, ci ricomponiamo velocemente e facciamo finta di riordinare prima che la porta si apra, è Nathalie che con lo stesso atteggiamento con cui l'ho incontrata questa mattina si presenta ora davanti a noi《Il signor Gabriel ha dato l'ordine di tornare alle vostre case》dice mentre china il capo uscendo fuori《Quella donna è strana》dico ad Alessandro《Stai tranquilla, dopo un po' ci fai l'abitudine.》《Quindi è sempre così》《Già, la segretaria del boss è sempre con questo atteggiamento, sembra una macchina certe volte》《Quindi lei è la segretaria del signor Gabriel?》chiedo stupita, coma fa quell'uomo a lavorare con quella lì《Sì, molti l'hanno soprannominata "La donna robot" ma a lei non fa ne caldo ne freddo se per caso lo sente, si occupa solo del suo lavoro, non ha legato con nessuno quì, e tanto meno che anche fuori da qui abbia qualche amico.》fa spallucce mentre comincia a tirare su gli abiti che ho buttato a terra per colpirlo, mi chinò anche io e comincio ad aiutarlo《Magari è questo il problema, siccome non riesce a legare con qualcuno ha tirato su questa specie di corazza》affermo《Non credo, non ha nemmeno provato mai a socializzare》.

Sto davanti al portone, la pioggia è potente e ho dimenticato l'ombrello a casa. Incredibile, l'ho sentito anche al meteo che bisognava portarsi l'ombrello dietro e io da intelligente non me lo sono portata dietro《Niente ombrello?》mi chiede Alessandro alle mie spalle, sussulto leggermente siccome non l'ho sentito arrivare mi volto e lo guardo《Esatto, sono proprio imbranata》lui sorride e apre il suo ombrello sopra la mia testa, lo guardo confusa《La pioggia non finirà presto, tornerai a casa domani mattina, ti riaccompagno io a casa, dimmi dove abiti》lo guardo e gli sorrido, è davvero gentile《In un'appartamento nell'Hotel Le Grand Paris》《Appartamemto?》《Si, strano vero? Un giorno te lo dovrò far vedere》.
Così cominciamo ad incamminarci per il marciapiede, sono attenta a non bagnarmi tutta siccome il vento comincia farsi forte spostando la pioggia proprio in nostra direzione, Alessandro sembra non importare, è decisamente più bagnato di me e mi dispiace per lui, ho provato a dirgli di venire più sotto l'ombrello ma non ha voluto. Siamo quasi arrivati all'Hotel e gioisco, finalmente al calduccio e asciutta. Un forte tuono risuona, segno che ci sarà proprio un vero temporale e anche brutto, allunghiamo contemporaneamente il passo e in poco tempo ci troviamo all'entrata《Ciao Mari》《Dove credi di andare?》lo fermo《A casa mia?》《Con questo temporale? Vieni da me finché il temporale non si sarà calmato, avrai anche l'occasione di vedere dove mi tocca abitare》dico facendogli un sorriso, esita un po' ma alla fine accetta.

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