Chapitre 21

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È passata qualche settimana. Diciamo che i miei amici ce la mettono tutta per tirarmi su il morale e non farmi cadere in depressione, cosa che apprezzo e che farò qualsiasi cose per ripagare il tempo che stanno perdendo a causa mia.
Volto il capo, distogliendo lo sguardo dal catalogo delle stoffe, portando la mia vista ad osservare fuori il tempo nuvoloso ormai da giorni. L'inverno è quasi alle porte e il freddo si fa sentire sempre di più, cosa che odio. Mi sento leggera dentro, allegra, ma il mio viso trae in inganno, nessun segno di felicità viene lasciata scappare dalla mia espressione seria, forse perché sono da sola, oppure perché non trovo motivo per far vedere che sto bene agli altri. Anche in compagnia dei miei amici e di persone che conosco ci vuole tanto prima di potermi strappare un sorriso. Come mai questo mio comportamento? E difficile da comprendere pure per me. Non so cosa mi stia succedendo, certo volte mi sembra che possa succedere una catastrofe, e pochi secondi dopo che non succeda niente. Dopo tutto si parla di me. Cosa potrebbe succedermi? Tanto sono già stata conciata per bene e se anche provo a rialzarmi tendo sempre a rovinare tutto. Sono un completo fallimento. Come fanno gli altri a stare con me e sopportarmi? Neanche io stessa ne sarei riuscita in grado.
La porta bussa e distoglie i miei pensieri e il mio sguardo, non rispondo limitandomi a tenere sott'occhio la maniglia che dopo qualche secondo viene spinta in giù, Ale entra lentamente recuperando lo scatolone aperto sul tavolo che gli ho preparato da ormai 15 minuti. Tiene lo sguardo basso, non lo alza nemmeno per vedere se sia io oppure qualcun'altro, fa per andarsene ma si volta verso di me guardandomi negli occhi spenti, mi sorride e per qualche istante mi sembra di esser più felice《Se tieni quel muso lungo sempre non riuscirai mai a trovare la tua anima gemella》dice con tono scherzoso, prendo una penna e gliela lanciò non riuscendo a colpirlo, esce dalla porta velocemente e quando ritorno di nuovo da sola mi ricompongo scuotendo il capo e osservando di nuovo fuori dalla finestra. Cosa ci trovo di così bello? Non lo so nemmeno io. Fatto sta che mi rilassa certe volte e lo faccio sempre quando sono sovrappensiero, solo che l'effetto ultimamente è l'esatto contrario. Mi alzo dalla sedia e comincio a camminare per la piccola stanza avanti e indietro, sarà lo stress che mi porta a tutto questo ed è difficile contenere le emozioni, vorrei urlare ma non vorrei dare nell'occhio, buttarmi a terra e cadere in un buco nero, dove non posso vedere nessuno. Più stò al contatto con le persone più mi sembra soffocare, anche se non mi hanno fatto niente, tutto per colpa di una in particolare. Cos'ho che non va? Il mio comportamento è forse adatto per la persona che devo dimostrare di essere? Non credo proprio. Sembro un'adolescente in crisi amorosa.
Sento i passi di qualcuno avvicinarsi e mi fermo dalla mia camminata, Ale sbuca con un sorriso a trentadue denti《Come mai tutta questa felicità?》chiedo fredda senza volerlo portando le braccia ad incrociarsi sotto al seno《Non lo so nemmeno io. Mi sento felice e basta, magari riesco a trasmetterti anche a te un po' di allegria》sorrido e scuoto il capo《Vedi che ci sono riuscito》afferma orgoglioso, il mio sorriso diventa più ampio e gli tiro un sberla amichevole sulla spalla《Mi saresti stato comodo come fratello maggiore sai?》dico mentre vado a sedermi《Anche tu come sorella minore. Avrei avuto a chi rompere un po' le scatole》dice alzando le spalle《Cretino!》gli dico lasciandomi scappare un risata.

Guardo a destra e a sinistra, dovrei andare a casa ma devo prima informare il sig. Gabriel che le stoffe che ha ordinato oggi non sono disponibili per domani pomeriggio ma non sono sicura che sia nel suo ufficio. Decido comunque di andare da lui, posso sempre tornare indietro senza alcun problema. Saluto Ale che ha fretta di tornare a casa. Ma ci scommetto che va da Chloé, sono inseparabili i due biondini.
Mi fermo davanti la porta dell'ufficio del Sig. Gabriel e busso due volte non ricevendo nessuna risposta. Apro lentamente la porta ed entro nello studio, aspettioqualche secondo per abituare la vista e mi avvicino alla scrivania《Sig. Agreste?》chiamo ma nessuna risposta, si sente solo il rimbombo della mia voce, mi avvicino di più e notò che sulla sedia non vi è nessuno. Mi guardo intorno e confermo pienamente che ci sia solo io, faccio per andarmene ma i miei occhi scappano sulla scrivania dove ci sono sparsi vari fogli di quaderni accartocciati, solo uno non è ancora stato appallotolato, la tentazione di dare un'occhiata e molta ma devo trattenermi, non sono cose mie, non sarei nemmeno dovuta entrare. Mi volto di spalle ma il mio corpo fa da solo voltandosi e recuperando dalla scrivania il foglio. Disegnati a matita sono stati creati i primi schizzi per un'abito, a dedurre dalle forme sembra un cappotto femminile e credo che faccia parte della nuova collezione invernale e desidererei poter modificarlo, l'idea non è male per la ideazione ma come già detto non è mio. Non ho nessuna autorizzazione neanche per toccarlo, lo ripongo al suo posto e rimango a fissarlo per quasi un minuto. Magari un piccolo dettaglio. Insomma, con tutto quello che bisogna fare non credo che se ne accorga. Forse non ha più ispirazione e con una leggera modifica potrei aiutare. Volto il capo giusto per vedere se la porta sia chiusa. Attendo qualche secondo ad ascoltare i rumori ma non si sente niente quindi mi avvicino e mi sedio sulla sedia, accendo la lampada e recupero una matita dal portamatite.
'Una piccola modifica' continul a ripetermi ma non sembra funzionare, la mia mano fa da sola, continua a disegnare e disegnare senza volersi fermare, ho così tante idee per la mente in questo momento che potrei riempire una stanza intera con bozzetti e bozzetti.
È da un po' che non ne disegno uno mio e magari potrei ricominciare, invece che stare a piangere sul latte versato potrei passare gran parte del tempo a migliorare il mio stile di disegno.

Non so quanto tempo sia rimasta qui dentro ma ormai le poche linee che decoravano il foglio sono diventate un vero e proprio indumento con tanto di colore. E già, ho visto alcune matite colorate e siccome non si è presentatl nessuno ho colto l'occasione. Colori azzurri e blu di ogni tipo di sfumatura, l'azzurro infatti richiama molto la stagione del freddo quindi perché non farlo proprio di questi colori. Lo guardo per bene e mi accorgo solo ora dell'enorme sbaglio che ho commesso. Ma cosa mi è saltato in mente? Come ho potuto. Sento dei passi avvicinarsi e mi affretto a sistemare tutto, faccio per nascondere il bozzetto in borsa ma la porta si sta aprendo, lo lascio lì sotto altri fogli e mi metto dinanzi alla scrivania facendo finta di essere appena arrivata《Chi va la?》chiede la voce di Gabriel Agreste《A-aaa... n-non c'era?》dico cercando di essere più credibile possibile voltandomi verso l'uomo che avanza in mia direzione《Che ci fa lei quì?》chiede mentre si siede sulla sedia《E-ero ve-venuta per informarla che le stoffe che ha ordinato oggi non sono disponibili per domani ma tra qualche giorno saranno recuperabili》rispondo con voce tremolante cercando di nascondere al meglio la paura e il disagio《D'accordo, può pure andare》mi congeda l'ultima cosa che vedo prima di uscire è la sua mano che fruga proprio dove ho nascosto il bozzetto.

Esco fuori a passo svelto e faccio per oltrepassare l'enorme cancello《M-Marinette》mi sento richiamare da una voce famigliare. Mi immobilizzo non trovando nemmeno il coraggio di voltarmi, e ora cosa vuole?《S-si?》dico senza voltarmi《Avrei bisogno di parlarti...》

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