Chapitre 13

186 9 1
                                    

Sono passare settimane da quando ho cominciato a lavorare, tutto va per il verso giusto, la domenica è il mio giorno libero e già due volte mi sono incontrata con i miei amici, ha chiamato anche Alessandro e tutti insieme abbiamo passato giornate stupende, proprio come ai vecchi tempi, si sono offerti tutti di farmi visitare il resto della città e ne sono grata. Come sempre ho lasciato da una parte la Torre Eiffel e hanno compreso la mia decisione. Oltre a Nino, Alya, Chloé e Ale non ho più incontrato nessuno che abbia conosciuto o che conosco. Già, di quella Emilie nessuna traccia ma non mi importa granché, non la conosco nemmeno, ci siano solo incontrate per caso. Non ho chiesto nessuna informazione ai miei amici, non ne ho il motivo, chissà perché mi si è anche voluta presentare.

Sento bussare alla porta e mi distraggo un'attimo dal finire di piegare la canottiera, credo di sapere chi sia《Il signor Agreste ha dato l'ordine di tornare alle vostre case》dice Nathalie tenendo sempre il tono di voce alla stessa tonalità《Grazie》risponde Ale mentre io sistemo le ultime cose. La solita frase che sei giorni su sette alle ore 18:00 avvisa me e il mio collega che è l'ora di tornare a casa.
《Il robot?》chiedo ad Alessandro, lui in risposta annuisce. Aveva ragione, quella donna non fa nemmeno tanta impressione una volta che ci si è abituati. Prendo la mia giacchetta e la indosso, affero la borsa e comincio ad inviarmi verso l'uscita affianco ad Ale. Lo sto conoscendo meglio sempre di più, so più cose di lui che di me. Nelle ore di lavoro scherziamo e ridiamo, certe volte ci prendiamo in giro e "giochiamo" a tirarci gli indumenti addosso. E così volano le mie giornate. Alla faccia che siamo adulti.
Schiaccio il tasto per aprire il cancello《Finalmente》sospiro mentre incurvo leggermente la schiena per dare più l'idea di stanchezza《È inutile che fai la stanca, oggi non ai fatto quasi niente》mi riprende Alessandro《Tralasciamo i dettagli signor Bianchi》. Già, diciamo che oggi non ho fatto granché tranne che piegare qualche volta, mi sento stanca dopo giorni di lavoro intenso, Il sig. Gabriel ha dato l'ordine di velocizzare il ritmo del lavoro e diciamo che sono stata io quella che ho lavorato di più. Ale non dovrebbe lamentarsi per un giorno che si è sforzato più degli altri. Non è che mi spacco la schiena ma ripetere le stesse azioni dopo un po' stufa e stanca.
Guardo alcuni ragazzi fermarsi davanti ad André, il famoso gelataio, ci sono andata due volte da lui e anche se non credo nella leggenda che gira intorno a quest'uomo il suo gelato e buonissimo, lo devo ammettere《Vuoi un gelato?》mi chiede Alessandro《Sii》dico senza pensarci, cavolo, ho fatto parlare la bocca prima, non il cervello《C-cioè, si ma ora no.》mi affretto a dire ma si vede lontano un miglio che sto mentendo e che lui non ci crede, alza un sopracciglio e io abbasso lo sguardo, mi prende per un braccio e mi trascina dove erano prima quei ragazzi, ci avviciniamo al carretto e André comincia subito a preparare i gelati《Pesca come le sue labbra e menta come i suoi occhi》recita mentre mi porge il mio gelato, il solito in pratica, ad Ale invece ha preparato il gusto ananas e mirtillo, non ho prestato attenzione alla sua dedica perché sono rimasta a fissare il mio gelato, "Occhi verdi" sono le uniche due parole che mi rimbombano nella mente.

Alessandro mi prende sotto braccio e cominciamo a passegiate per le vie diretti a casa mia《Pottremmo anche andare qualche volta prima a casa tua》dico mentre faccio un finto broncio《E lasciarti da sola? Mai.》afferma deciso. È cocciuto quando vuole il ragazzo《Ma per me non fa niente》《Come mai così tanta voglia di vedere dove abito?》mi volto in sua direzione e lo vedo alzare le sopracciglia《Scemo》lo riprendo tirandogli una gomitata alle costole.
Alzo gli occhi al cielo osservando come si scurisce man mano che il tempo passa《Non te l'ho detto, domani esco con una ragazza》distolto lo sguardo e osservo Alessandro, non mi aveva mai detto che si sentiva con una ragazza《E solo ora me lo dici?》lui in risposta alza le spalle《E com'è? Bella?》chiedo istintivamente, non sono gelosa, solo che vorrei sapere con chi esce, non vorrei che rimanga male per una《Sì, è la ragazza più bella che conosca, è gentile e solare, ha un'animo d'oro, certe volte la fa difficile ma se si sa come prenderla ritorna anche meglio di prima》《Sembra tu la conosca bene》《Ovvio, è Chloé》lo guardo e sorriso, si tappa immediatamente la bocca e arrossisce leggermente, si è reso conto di quello che ha detto《Come mai arrossisci?》lui in risposta arrossisce maggiormente《P-per f-favore, non dirlo a nessuno》sorrido e ridacchio《Certo, non sono mica una pettegola.》rispondo alzando il tono leggermente per fargli entrare bene le parole in testa. Sembra essersi ricomposto ma ha sempre un leggero rossore《Eddai, mica è la fine del mondo, avevate una certa chimica anche a New York se devo dirla tutta》lui arrossisce ancora di più, ho fatto una cavolata《Oh, guarda, la luna》dico indicando il cielo cercando di cambiare discorso《Sei pessima a cambiare argomento》dice sorridendo alzando gli occhi e osservando la luna 《Faccio del mio meglio》ribatto alzando le spalle.
Pochi passi mi dividono da casa mia, intanto termino anche il gelato《Grazie per accompagnarmi sempre a casa》《Figurati》dice sorridendo. Arrivati all'ingresso lo saluto con un'abbraccio ed entro nell'Hotel.

Aaah, finalmente a casa. Mi butto sul letto e faccio un grande sospiro, un'altra giornata è andata, domani ho giornata libera ma non so che fare. Gli altri sono impegnati e non vorrei disturbare nessuno solo perché non ho che fare, potrei fare una passegiata da sola forse, ma non ne sono tanto convinta. Mi alzo e vado in bagno per una lavata lenta e tranquilla, l'ideale far mandar via il peso della giornata.
Sto per aprire la porta quando il mio telefono suona nella camera da letto, ritorno sui miei passi e lo cerco, sento che suona ma non lo trovo. Provo a cercare sotto al cuscino, sotto lenzuola, sotto al letto. Sono una stupida, apro la borsa ed eccolo lì, lo prendo e guardo da chi è la chiamata<Pronto Alya>rispondo alzando il tono di voce<Hey Mari, cosa stavi facendo di bello?><Stavo per farmi una doccia, tu? Come mai questa chiamata?><Appena tornata a casa. Volevo sapere se domani sei libera><Lo sai bene che ogni domenica sono libera><Perfetto, ti va se ci vediamo verso...boh...le 14:00 al parco vicino a Notre Dame? Vorrei presentarti una persona><Alya, per favore, non le presentazioni><Stai tranquilla, dovresti conoscerla probabilmente a meno che te ne sia dimenticata><Non mi dire che centra qualcuno con il mio passato>quasi urlo infuriata, che provi solo a farmi incontrare Adrien. Io l'ammazzo se solo osa anche pensarlo. Va tutto bene e lei rovina la mia felicità?<Non lo so, lo vedremo e potrai giudicare da sola>sono pensierosa, e se è proprio quella persona? Cosa faccio adesso?<Marinette? Ci sei?> chiede preoccupata, neanche cinque secondi per pensarci su mi da<Va bene>dico sbuffando<Perfetto, segnati l'ora e il luogo, non accetto ritardi. Ciao><Ciao..>chiudo la chiamata e lancio il telefono sul letto.
Ho un brutto presentimento.

Nonostante tutto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora