Chapitre 16

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Chiudo l'appartamento e ripongo la chiave nella borsa. Ieri non è stata per niente una facile nottata, ho pianto molto e se avrò dormito per 3 ore è stato un miracolo. Sono riuscita a nascondere le occhiaie con il trucco ma gli occhi gonfi, il rossore degli occhi e l'aria assonnata è stato impossibile. Scendo le scale lentamente stando attenta a non inciampare, non vorrei fratturarmi un'osso. Esco fuori dall'Hotel e mi incammino per il marciapiede, sono leggermente in ritardo ma questo ora non mi importa molto. Credo non mi licenzieranno per una mancanza di sonno dovuta al figlio del proprietario dell'azienda per cui lavoro. Fuori è nuvoloso e tira un'aria freddina, mi sono vestita bene per non prendere freddo, manca solo che mi ammali e ho fatto il pieno.

Apro la porta e noto subito un Alessandro davanti non troppo felice, abbasso lo sguardo e aspetto che parli《Dove sei stata?》mi chiede. Non rispondo e lo supero, poggio le mie cose nel solito angolino, mi svesto dal giubbotto leggero, tiro su le maniche e comincio a lavorare. 《Ehilà, mi vuoi rivolgere la parola oggi oppure sono invisibile?》lo guardo e alla vista di come sono conciata chiude la bocca facendo calare un silenzio tombale nella stanza, ritorno a sistemare e lui mi segue《C-cosa è successo?》chiede con voce strozzata《Una cosa che non avrei voluto capitasse》rispondo fredda anche senza volerlo, abbassa il capo e ritorna a piegare《S-scusa. Tu non centri niente》dico, Ale mi sorride facendomi capire che non ci ha dato peso《I-ieri h-ho incontrato una ve-vecchia conoscenza》spiego con un filo di voce abbassando lo sguardo, strizzo gli occhi per ricacciare indietro le lacrime. Non devo più piangere, ho deciso, guai se faccio scendere ancora qualche lacrima, lo giuro. Sembra intuire di chi parlo, il mio stato parla da se. Mi si avvicina e mi abbraccia, lo stringo forte a me, lui non sa ma sto lottando con me stessa per non provare più dolore.

《Ma quindi alla fine com'è finita?》chiedo dopo qualche ora di lavoro. Alessandro per tutto il tempo ha cercato di farmi ridere, facendomi dimenticare di quello che è successo ieri e ne sono immensamente grata《Cosa scusa?》《Non fare il finto tonto che con me non passi, avanti, come è andata con te e Chloé?》in risposta sbuffa《cisiamomessiinsieme》dice a bassa voce《Puoi ripetere?》《Ci siamo fidanzati! Ok?》urla. Ridacchio per l'espressione che ha, un misto tra nervosismo e imbarazzo. Una cosa rara da vedere sul suo viso. La mia felicità si spegne velocemente, tutti quelli che conosco sono fidanzati e sposati. Sono io l'unica a non avere nessuno, ognuno ha cosa raccontare, e invece io? Cosa ho da dire? Che ho sofferto notti e che stavo per cominciare una vita normale quando ritornò a soffrire?
Il rumore della porta che si apre mi riscuote, è presto e non può essere di certo Nathalie a dirci che possiamo, anzi, dobbiamo tornare a casa, attendo che la porta si apra completamente per scoprire chi si cela dietro e appena lo riesco a vedere bene sgrano gli occhi e il mio cuore perde un battito. L'unica persona che non mi sarei mai aspettata di rivedere ne di trovare qui.
Adrien...
Alessandro si para subito davanti a me come per proteggermi, ma la sua protezione non ha nessun effetto, gli occhi mi pungono, segno che le lacrime usciranno ma ugualmente tento di ricacciarle indietro. Non so che ci faccia qui, ne tantomeno il motivo ma di una cosa sono certa, io non gli parlerò e nemmeno gli rivolgerò lo sguardo.
Mi distraggo continuando al mio lavoro, motivo per cui sono quì, non di certo per qualcos'altro. 《M-Marinette è quì?》chiede. Se è diventato cieco che qualcuno gli procuri degli occhiali. È difficile comportarmi così, dopo quello che ho passato, sto facendo dei salti enormi e prima o poi cadrò, ne sono certa《E a te che importa》gli ringhia contro Alessandro. Mi volto verso di lui e senza guardare Adrien gli metto una mano sulla spalla per fargli intendere di non continuare《A te cosa importerebbe sig. Bianchi. Non dimenticare che posso farti licenziare da qui anche subito》Alessandro si ammorbidisce e si ricompone tornando insieme a me a piegare gli abiti《Ho bisogno della sig.ina Dupain-Cheng》continua, alla pronuncia del mio cognome mi si crea un morsa al cuore, da quando riesce a diventare così formale?《Qual'è il motivo?》risponde per me Alessandro《Devo parlare con lei》《A quale scopo? Per prenderti gioco ancora di lei?》urla Ale che Cerca di avvicinarsi a lui ma lo fermo. Non voglio succeda niente di violento, è l'ultima cosa che desidero《Ale, calmati, non c'è bisogno di scaldarsi》gli sussuro ma lui non vuole sentire ragioni《Ti rendi conto di quello che gli ai fatto passare?》continua ad urlargli contro, in tutto questo Adrien non si è mosso, tenendo un'espressione seria che nasconde un leggero stupore, non ho dimenticato le sue espressioni《Ale, ti prego》continuo ma mi scansa via《Sparisci da qui Agreste!》Adrien si congeda inchinandosi leggermente ed esce fuori. Appena la porta si chiude Alessandro tira un sospiro, lo guardo stupita, come mai questo scontro? 《A-Ale...》《Scusa》mi interrompe《Non avrei dovuto comportarmi così, dovevi tu scegliere ma non posso pensare ad una cosa così》sorrido leggermente《Va tutto bene, okay? Dimentichiamo quanto accaduto negli ultimi minuti.》

La porta bussa e questa volta è Nathalie《Il sig. Gabriel ha dato l'ordine di tornare alle vostre case》recita come ogni volta《La ringrazio》dico. Si congeda ed esce fuori recupero le mie cose e insieme ad Alessandro abbandoniamo il posto di lavoro, esco fuori e respiro l'aria fresca, quello che mi ci voleva《Io devo scappare, ci vediamo domani》dice Alessandro, lo saluto con un'abbraccio e scappa fuori dal cancello, respiro e comincio ad incamminarmi giù per le scale《Marinette》mi volto e vedo Adrien davanti alla porta《Io te dobbiamo parlare》abbaso lo sguardo e lo scuoto in senso negativo《Non abbiamo nulla da dirci sig. Agreste》mi volto e faccio qualche passo《Marinette, io voglio che tu sappia la verità, sarai libera di fare ciò che vorrai dopo ma ci tengo a farti sapere come è andata realmente》mi blocco di scatto e stringo i pugni《So bene qual'è la verità, non mi serve nient'altro》rispondo a denti stretti《Sei rimasta testarda tale e quale!》urla leggermente. Mi volto anche se con gli occhi lucidi《E tu sei rimasto stronzo tale e quale. E ora vorrei tornare a casa》mi volto, qualsiaisi cosa abbia da dirmi non mi fermerò, cammino velocemente e oltrepasso il cancello, non lo sento avvicinarsi così mi incammino per il marciapiede.
So bene che mi pentirò di tutto ma se lo merita in fin dei conti. Non voglio avere niente a che fare con lui. Zero di zero. Devo dimenticarlo, anche se lo dovrò incontrare ogni giorno. Non merita di spiegarmi la sua versione fasulla su come lui avrà visto la situazione, rimango e rimarrò della mia idea anche se dovesse crollare il mondo.

Entro nel mio appartamento e getto la borsa a terra, pongo il telefono in carica e mi gettò sul letto. La rabbia che per tutto il tempo mi ha accompagnata fino a casa ora si sta trasformando in risentimento. Perché ho risposto così ad Adrien?
Mi stò porgendo così tante domande da quando l'ho incontrato che non riesco a trovare nessuna risposta.

Nonostante tutto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora