Chapitre 17

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Come sapevo ieri, quando è giunta la sera mi sono pentita e anche tanto di come ho risposto ad Adrien ma lo stesso non posso andare avanti in queste condizioni. Non posso e non voglio più soffrire per lui, come ho fatto per molto tempo, devo farmi vedere che sono forte e che quello che è successo deve rimanere sepolto. Entro nell'enorme costruzione come ogni mattina, tiro fuori il telefono e mi ci specchio, sembra sia tutto a posto e mi dirigo per i corridoio fino a trovare la porta che porta alla stanza dove ci sto quasi tutto il giorno. Faccio un respiro profondo e la apro, non c'è nessuno ed è meglio anche così, avrò un po di tempo per riflettere, decidere cosa e come comportarmi avanti con il tempo. Non vorrei però rischiare il posto di lavoro, la minaccia di ieri verso Alessandro non mi è piaciuta, si conoscono e sono stati amici, non mi sarei mai aspettata tali parole uscissero dalla sua bocca.
Il telefono squilla nella tasca dei pantaloni, lo estraggo fuori e notò la chiamata da parte di mia mamma, l'accetto e pongo il telefono tra la spalla e la testa mentre comincio sistemate<Pronto?>chiedo attendendo una risposta<Marinette! Bambina mia!>squilla la voce allegra di mia madre, è da parecchio che non la sento, e nemmeno mio padre. Tutto per colpa di quello che è successo negli ultimi giorni<Ciao...><Tutto bene?>mi chiede, effettivamente l'ho salutata freddamente, devo rimediare<Si certo, scusa, e che non sono di buon umore>spiego. Sento alcuni rumori e poi silenzio<Mamma? Che succede?><Mary?>sento dire da una voce che conosco troppo bene<Celia!>esclamò il suo nome<C-come va?><Bene dai. Da te? Ai trovato qualcuno per rimpiazzarmi?>
E così prende vita una conversazione lunga su chi abbia trovato e la descrizione nei minimi dettagli, non capisco bene per quale motivo sia con i miei genitori ma sono felice di sentirla. James, Charlotte, Sophia e Samuel li sento qualche volta via messaggio per via del mio non tempo oppure del loro, da quello che ho capito dall'ultima volta stanno bene, tutto va avanti ma percepiscono in parte la mia mancanza e io la loro ma bisogna imparare ad adattarsi ai cambiamenti, così come sto cominciando io a fare.
Vedo Alessandro entrare e lo saluto con un cenno della mano mentre tento di chiudere la chiamata con i miei genitori e con Celia che però non ne vogliono sapere siccome tirano fuori domande su domande che devo rispondere.

<Si certo, ci sentiamo dopo>termino chiudendo la chiamata《Chi era?》mi domanda curioso Ale《I miei genitori e una mia cara amica》rispondo, anche se gli direi chi non la conoscerebbe lo stesso Celia《Capito. Tu come stai?》metto un sorriso tirato sulle labbra《B-bene e tu?》balbetto. Non è che gli voglio mentire perché in parte è la verità《Di me non importa》risponde serio. Certe volte mi spaventa persino la sua serietà.

Mi sento strana, come se potesse succedere una catostrofe da un momento all'altro, averto disagio, anche se sono sola con Alessandro. La porta viene bussata ed oltre ad essa fa la sua comparsa Nathalie《Il sig. Gabriel vi vuole nel suo ufficio》annuncia, annuisco e mi incamminò seguita da Ale dietro alla segretaria. Non so quale sia la ragione ma spero che non sia nulla di grave. Nathalie si ferma davanti la porta dove mi ha condotta il primo giorno che mi sono presentata qui, bussa e la apre non attendendo una risposta, la stanza è sempre in penombra e mi ci vuole del tempo ad adattare la vista《Accomodatevi》ci invita il sig. Gabriel, entriamo e ci sediamo sulle due sedie poste davanti la scrivania《Ci voleva vedere?》chiede Alessandro《Si, vorrei parlare con voi》rimaniamo in silenzio per qualche secondo, attendendo che ci spiega quale sia il motivo per cui siamo qui《Arrivo dritto al punto: vorrei proporvi di cambiare posto di lavoro》dice. Sgrano gli occhi mentre Alessandro sussulta sul posto. Ci vuole già cacciare?《M-ma...ci-cioè...n-no-noi》《State tranquilli, non vi voglio licenziare》interrompe il sig. Gabriel la mia specie di frase balbettata《Vorrei solo che dal piegare gli abiti vi occupate delle stoffe》guardo prima lui e poi Alessandro che sembra accettare la proposta《Nathalie vi condurrà nel vostro nuovo luogo di lavoro, vi spiegherà il da farsi e da oggi andrete laggiù》spiega. Ci pone davanti dei fogli da compilare, ci porge due penne e in poco tempo entrambi i documenti sono completi e firmati. Richiama la sua segretaria e ritorniamo a seguirla per i lunghi corridoi《Chissa come mai》sussuro all'orecchio del mio collega《Poco importa》dice, Natalie si ferma davanti ad una porta e ce la apre, entriamo e mi guardo intorno《Carina》affermo, le pareti sono rosine, gli scaffali sono piene di stoffa di ogni colore e qualità《Bisogna riordinarlo ma ci vorrà poco tempo》dico mentre prendo posto su una sedia girevole《Qui sono segnati i vostri incarichi》ruba la mia attenzione Nathalie porgendomi una cartelletta alquanto pesante, dopo di che esce e ci lascia soli《Bene, direi che nel giro di neanche un mese stiamo salendo di gradi》dice Alessandro mentre si siede vicino a me. Non so il motivo di questo cambiamento ma almeno non dovrò stare in piedi per ore e ore. Poggio la cartelletta sul tavolino, mi alzo dalla sedia e comincio a riordinare alcune stoffe《Ma magari dovremmo cominciare con gli incarichi》propone Ale, scuoto il capo tirando giù da un armadietto un rotolo di stoffa e glielo porgo《No, penseremo domani agli incarichi, devo rendere prima questo luogo così come voglio》affermo decisa, alza un sopracciglio e mi correggo subito《Come vogliamo noi》dico mentre spolvero la polvere.

Nel giro di qualche ora la stanzetta e sistemata per bene e mi piace di più adesso che prima, ho litigato un po' con Alessandro per la sistemazione di vari oggetti ma alla fine abbiamo trovato un'accordo. Alessandro sta leggendo i fogli con gli incarichi mentre io scosto le tende cercando di legarle in qualche modo per far passare un po di luce dalla finestra《Domani dobbiamo andate a ritirare alcune stoffe da un certo monsieur Lacroix》dice mentre legge i nomi delle varie stoffe《Andrò io, va bene?》mi propongo, una buona occasione per conoscere meglio la città《Sicura? Non ti perderai? Se non lo conosco nemmeno io questo non credo che tu possa fare qualcosa》《Mi impegnerò》affermo decisa, tanto non mi farà cambiare idea《Va bene》dice non tanto convinto ma poco importa《Ma...oggi che facciamo?》chiedo sedendomi sulla sedia davanti ad Ale《Non c'è scritto niente per oggi》《Strano, quindi che facciamo?》Alessandro mi guardo serio e lo vedo allungare una mano dietro la sedia, proprio dove c'è un cestino con alcune cartacce dentro《Ale no.》lo minaccio, in risposta mette un sorrisetto furbo in viso《Ale, no!》ripeto, lo vedo tirare su la mano piena di palline di carta《ALE NO!》urlo, fa finta di intristirsi e ripone le palline nel cestino《Bravo ragazzo》dico mentre sorrido leggermente. Tiro fuori il cellulare e cerco il luogo in cui domani devo andare a ritirare le stoffe. Non sembra tanto lontano, Alessandro invece ha tirato fuori il suo telefono e sta....giocando?《Alessandro Bianchi!》sbraito, mi guarda e poi ritorna a giocare《Secondo te è normale che una persona della tua età giochi ai giochini?》chiedo leggermente stizzita《No, ma sono un ragazzo e non ci posso fare nulla, è più forte di me》《E questa è la tua giustificazione?》《Si》sbuffo e ritorno a guardare su maps la strada che mi indica.

《Il sig. Gabriel ha dato l'ordine di tornare alle vostre case》ci informa Nathalie, guardo l'ora e sono appena le 16:00 avrà sbagliato qualcosa, ma credo impossibile, un robot non sbaglia mai《Grazie》la ringrazia Alessandro staccando finalmente gli occhi dal telefono. 《Non trovi strano che ci mandi a casa prima?》chiedo una volta che la segretaria è andata via《Meglio no? Ti lamenti pure? Cosa dovrei dire io che è una eternità che seguo gli stessi orari, dovresti ritenerti fortunata》mi rimprovera per niente, ho solo chiesto. Incrocio le braccia sotto al seno e sbuffo infastidita《Eddai, che ho fatto?》faccio per rispondergli ma il bussare della porta mi interrompe《Avanti》dico non cambiando espressione《Ancora tu?》esclamo, Adrien non si muove ma annuisce, Alessandro assume una espressione furiosa mentre non mi muovo e nemmeno sciolgo la mia posizione assunta《Cosa voi?》chiedo cercando di essere il più fredda possibile nonostante mi sia difficile《Potremmo parlare in privato, solo io e te?》chiede freddo mandando una occhiata ad Alessandro《Ti ho già detto che non voglio parlare con te》dico acida per fargli intendere che non deve disturbarmi oltre ma non si smuove da davanti la porta, unica via di uscita in quelle quattro mura《Forse dovresti ascoltarlo》dice Ale sotto voce, lo guardo interrogativa《Sei andato dalla sua parte?》chiedo《No, ma non ti darà pace finché non lo ascolterai》risponde, recupera il telefono e si avvicina ad Adrien, prima di uscire si volta e mi sorride《Ti aspetto all'entrata》.

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