Chapitre 25

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Una volta fuori dal cancello la mia camminata spedita si tranquillizza tornando ad una andatura normale. Sono scappata perché nel caso cambi idea non mi possa più fermare, stare a sentirlo per ore mi ha esaurita, okay, oggi ero abbastanza di buon umore ma non per questo devo diventare la psicologa personale di qualcuno. Io voglio bene ad Ale ma quando esagera, esagera, ho dei limiti anche io, sono un essere umano ed è normale.
Mentre cammino tengo lo sguardo basso mentre la mia mente vaga tra i pensieri sia positivi che negativi. Oggi devo ancora parlare con Adrien e non ho ne la minima idea di come cominciare una conversazione con lui ne dove si sia cacciato, vorrei tanto tornare ad essere qualcuno per lui nonostante secondo le sue parole lo sia già. È il mio cervello che non mi da la possibilità di poter essere certa che sia almeno una sua amica, perché con solo le parole non si risolve niente certe volte, ci devono essere dei fatti per accertarmi anche che lui tenga ancora a me in piccola parte.
Alzo la testa e mi guardo i torno in cerca del negozio Lapierre, non ho ancora capito il motivo per cui il sig. Gabriel voglia proprio i materiali da determinati negozi, ce ne sono molti altri più vicini, risparmierebbe strada e tempo. È incomprensibile quell'uomo, o forse potrebbe essere una mia visione, infondo non lo conosco bene, con il tempo, magari lavorando a stretto contatto con lui imparerò a conoscerlo e comprenderlo ma chiedo troppo.

Dopo qualche minuto trascorsi a cercare quel maledetto negozio il telefono vibra nella borsa. Mi fermo e mi sposto sul margine per non dare fastidio alle altre persone, recupero l'apparecchio e accetto la chiamata<Cosa vuoi?>chiedo a denti stretti senza nemmeno volervo, odio quando le persone mi interrompono da quello che faccio<Calmati, volevo solo dirti che Nathalie è venuta e ha detto di prendere anche un metro da sartoria><Misura?><Più di un metro>sbuffo mentre dal microfono si sentono vari rumori, chissà cosa diavolo sta facendo Alessandro<Hey? Tutto bene?>chiedo dopo qualche secondo di silenzio ascoltando i fogli che vengono strappati<Ma secondo te..><Non cominciare con le freddure>lo avverto interrompendolo prima che tiri fuori qualche altra battuta stupida<Va bene>lo sento sbuffare e subito dopo il suono della chiamata che viene spenta. Dovrebbero darmi un premio se riesco a farlo tornare normale.
Ritorno alla mia camminata per cercare il sig. Lapierre.
Dopo svariati minuti persi a guardarmi intorno a vuoto prendo la geniale idea di chiedere in giro, vedo un vecchietto vicino alla fermata del bus a pochi metri da me, velocizzo il passo per raggiungerlo《Mi scusi?》urlò per attirare la sua attenzione ma sembra non aver sentito, faccio per chiamarlo la seconda volta ma noto che sale su una bici e comincia a pedalare a tutta velocità nella mia stessa direzione, allontanandosi così da una povera ragazza come me che vuole solo chiedere un'informazione. Sono arrivata davanti alla fermata del bus e mi fermo per riprendere un po' di fiato《Ti serve aiuto?》mi volto a destra e una ragazza orientale, dal taglio di capelli corto mi guarda e sorride ci circostanza 《Parlavi con me?》chiedo leggermente persa《Si, ti ho vista correre per un bel po' non staccando lo sguardo da quel vecchietto e...》《Ho capito》la interrompo accennando appena un sorriso《E che volevo solo chiedere un'informazione》lei mi squadra da testa a piedi《Sai...mi ricordi qualcuno》dice assumendo un'aria pensierosa portando l'indice a picchiettare sul mento《F-forse è solo la tua impressione. Comunque tanto che ci siamo che ne dici di aiutarmi?》chiedo, lei fa spallucce《Dimmi》《Dove posso trovare il negozio del signor Lapierre?》la ragazza si guarda intorno e poi annuisce appena《Allora, prosegui dritto per questa strada, poi svolti a sinistra e vai dritto fino al secondo incrocio, svolti a destra ed è il primo negozio.》《Grazie...?》《Katami》Aspetta che? Cosa? Come? Perché?《K-Katami?》ripeto, lei annuisce 《Ehm...g-grazie Ka-Katami》la ringrazio《Tutto bene?》《S-si》《Okay, ciao Marinette》sorride salutandomi con una mano. Il mio sangue si immobilizza, come cavolo ha fatto? Lei intanto si allontana correndo chissà dove. Anche questa mi capita, chi è la prossima persona che incontrerò quì a Parigi? Ryan?

Dopo vari minuti sono riuscita e tornare in me e a smettere di rimanere ferma come un'idiota a guardare il nulla e sono riuscita anche, tramite l'aiuto di Katami, che non so per quale motivo mi abbia pure salutato, insomma, dovremmo odiarci no? Lasciando stare quanto avvenuto, perché ho già i miei problemi, finalmente mi trovo davanti al negozio di Lapierre. Chi lo avrebbe mai detto che per forza, per arrivarci, avrei dovuto chiedere alla mia "arci nemica" lontana di aiutarmi. Entro e noto subito un signore anziano e bassino con tanto di barbetta e baffetti ad ornate il suo viso dietro la cassa a sistemare alcune tende credo《Salve》saluto per segnalare la mia presenza, il vecchietto alza subito la testa e dirige lo sguardo in mia direzione, mi avvicino di più sorridendo, mi trasmette felicità questo nonnetto《Mi dica》dice mentre sposta il materiale con cui armeggiava tutto in un'angolo in attesa del mio ordine《Dovrei ritirare gli aghi e i fili per conto di Agreste》il vecchietto annuisce e sparisce dietro ad un'angolo, lo sento frugare tra cassetti e certe volte persino cadere oggetti mentre bofonchia irritato per il pasticcio che sta creando. Dopo un paio di decine di secondi ritorna da me con un pacchettino con dentro una decina di aghi si per il cucito a mano sia per quello a macchina di ogni tipo di misura color dorato e con 5 rotoli di filo di varie tonalità rosse《Potrei avere anche un metro da sartoria? Per piacere?》chiedo《Certo, certo》così l'uomo torna da dove era venuto prima e di nuovo lo sento frugare《Le va bene un metro?》《Certo!》urlo leggermente per farmi sentire. Lo vedo tornare con il metro e un sacchetto dove inserisce dentro tutto, afferro il sacchetto, pagno, ringrazio e saluto cortesemente. E anche questa è fatta.

Rientro in maison Agreste e percorro le scale velocemente fino ad arrivare all'ufficio, spalanco la porta e non vi trovo nessuno dentro, meglio così da una parte, pace e silenzio per un po. Appoggio il sacchetto sul tavolino e mi siedo sulla mia sedia mentre prendo una boccata d'aria prima di svestirmi dal cappotto. Sono sempre io quella che quasi sempre deve girare a destra e a sinistra, vorrei non farlo ma i fattori mi portono a questa decisione. Mi rialzò e mi svesto riponendo il cappotto sull'appendiabiti, in quel momento avverto alle mie spalle una presenza e mi volto immediatamente, Alessandro non ha una bella cera, non sembra più in vena di scherzare a quanto pare, avrà preso una strigliata per bene《Cosa c'è? Hai finito le freddure?》chiedo pungente《No, ne ho ancora molte altre ma non sono dell'umore giusto.》dice spostando gli occhi verso destra mentre stringe lievemente la mascella《Cosa è successo?》domando per incoraggiarlo a raccontare cosa gli sia accaduto lui prende un respiro《È venuta a chiamarmi Nathalie, ha detto che il signor Agreste ci voleva nel suo ufficio ma dato che tu non c'eri sono andato solo io. Pare che qualcuno abbi modificato un suo abito senza autorizzazione.》a sentire le ultime parole mi si gela il sangue, se viene a sapere che sono stata io sono nei guai, in grossi guai《Farà domande su domande e a quanto pare sa quando uno mente...》il mio corpo è bloccato, ora che faccio? Cosa invento?《Ehm... mi sa che ho dimenticato il metro dal sig. Lapierre, mi rivesto e vado a prenderlo》dico in modo da poterlo convincere che sto dicendo la verità mentre prendo tra le mani il cappotto《A dire la verità è li》dice indicando la borsa dove si intravede l'oggetto《È la misura sbagliata, è più piccolo di un metro》giustifico. Apro la porta senza guardare mentre con il cappotto tra le mani faccio per uscire《Signorina Marinette, è proprio lei che cercavo》dice Nathalie, che davanti a me, composta attende che la segua come al solito《Ma io...》《Deve venire con me dal sig. Agreste, deve parlarle urgentemente》.

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