Mi sveglio e noto che l'aereo sta atterrando, ho dormito davvero per tutto il tragitto? Guardo fuori dal finestrino mentre l'aereo si avvicina di più alla pista di atterraggio, l'atterraggio è dolce, le ruote hanno pennellato la pista tanto che non mi sono nemmeno accorta che eravamo già a terra.
Appena il pilota da via libera slaccio la cintura di sicurezza recuperando la borsa che fino a poco fa era appoggiata ai miei piedi, lentamente e senza andare a sbattere contro qualcuno mi dirigo fuori da lì. Appena sono all'aria aperto faccio un grande respiro, ahhh, l'aria parigina, sento già molte persone cominciare a parlare le lingua del paese e mi fa uno strano effetto nonostante sappia la lingua, devo ringraziare mia madre che ha insistito che sappia la lingua del luogo dove sono nata. Alla fine sono tornata nel mio paese natale. Non ci posso ancora credere. Sembra un sogno e spero vivamente di non svegliarmi. Vado a recuperare le mie valige che ho adocchiato senza dovermi spaccare la testa per cercarle, con difficoltà riesco ad uscire dall'aeroporto di Parigi e mi ritrovo davanti un taxi, vado subito verso l'auto, il tassista abbassa immediatamente il finestrino appena mi vide《Buon giorno, come possi aiutarla?》mi chiede cordialmente con un sorriso in volto《Vorrei andare all'hotel Le Grand Paris》dico, esce fuori e apre il bagagliaio cominciando a caricare le valige, mi propongo di aiutarlo ma mi rifiuta dicendomi che una ragazza come me non dovrebbe fare certe cose, così lo lascio fare, non voglio mica crearmi una discussione appena 15 minuti scesa dall'aereo. Quando richiude il bagagliaio mi apre la portiera indicandomi di sedermi, accetto con un sorriso in volto, è molto gentile e spero che tutte le persone che incontrerò siano proprio come lui. Appena comincia a guidare io mi affaccio al finestrino ammirando qualsiasi cosa mi capitasse davanti, che siano bambini, persone, negozzi oppure costruzioni antiche, tutto è magnifico e mi affascina molto《Signorina, scusi se la disturbo》dice il conducente mentre punta lo specchietto con gli occhi in modo tale da poter incontrare i miei《Certo, mi dica》rispondo aspettando, lui ritorna a guardare la strada《Da come ammirava sembra che abbia sempre voluto venire a Parigi, ma allo stesso tempo sembra sapere già tutto di questa città》abbasso lo sguardo, poi torno a guardare fuori《Io ci sono nata a Parigi, ma mi sono dovuta trasferire in un'altro stato, anche se sono rimasta pochi mesi qui e come se già conoscessi tutto, come se il poco che sono riuscita a vedere anni fa mi stia ritornando alla mente》spiego mentre un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra. È vero, Parigi è una città che ho solo visto su immagini e sentito parlare, non ricordo nulla di quello che è successo 23 anni fa ma tutto mi sembra così famigliare《Capisco, questo è anche dovuto al motivo che parla bene il francese》《Diciamo, io non avrei dovuto saperlo ma i miei genitori hanno insistito e mi hanno fatto da ottimi insegnanti》 dopo la mia ultima risposta calò il silenzio, forse non voleva disturbarmi oltre, non parlai più nemmeno io, mi limitavo ad osservarmi intorno, i paesaggi e i monumenti antichi e famosi che dopo tutto questo tempo sono ancora in piedi. Non calcolo nemmeno il tempo, sono così immersa nei miei pensieri che non mi accorgo che il taxi accosta. A riscuotermi fu il tassista che mi apre la portiera, scuote leggermente la testa, quasi non si nota ed esco grazie alla mano che mi è stata porsa. Mi fermo dopo un passo ammirando intorno, nonostante lo abbia fatto tutto il tempo da quando sono qua vederlo dal vivo e non in una macchina è tutt'altra cosa, si sentono bene i rumori delle persone che parlano tra loro, delle auto, dei vari bar e cafè. Tutto sembra perfetto, mi volto dalla parte opposta e ammiro la grande insegna "Le Grand Paris". Quindi questo è il famoso hotel. Da fuori sembra gigantesco e da quello che mi sono informata è anche accogliente, se non mi sbaglio appartiene al sindaco della città ma poco importa. Intanto il tassista ha già scaricato le valigie e sta per risalire al suo posto《Mi scusi, io non l'ho pagata》dico mentre apro la borsa alla ricerca del portafogli《No, si figuri, non ce ne bisogno questa volta》dice sorridendomi. Tento in ogni modo di darli qualcosa ma non accetta. Alla fine mi saluta e parte di nuovo tra le strade, vado più vicino alle valige e guardo l'hotel. Fatti coraggio Marinette, ai letto l'email, il signor Gabriel ha detto che basta che dica chi sei. Afferro le valige e miracolosamente riesco ad entrare diciamo normalmente, individuo quella che deve essere la reception《Ehm...salve》dico leggermente imbarazzata anche se non me capisco il motivo《Salve, mi dica》la ragazza che mi ha risposto è giovane, avrà qualche anno in meno di me ma è decisa《Sono Marinette Dupain-Cheng, da quello che so dovrebbe...》《Ah si, certo, aspetti un'attimo》dice mentre si allontana chissà dove, tornando dopo poco con un mazzo di chiavi in mano《La sua camera è la 116, vada al secondo piano, ecco a lei le chiavi》dice sorridendo porgendomi due chiavi《Le auguro una bella permanenza e buona giornata》《Grazie e buona giornata anche a lei》rispondo semplicemente afferrando le chiavi e inviandomi con l'ascensore al secondo piano.Appena si aprono le porte mi ritrovo in un lungo corridoio, non so se andare a destra oppure a sinistra. Mi guardo intorno e opto per andare a sinistra e sembra essere la strada giusta, guardo ogni porta per trovare la stanza numero 116 e l'ho trovato solo dopo qualche minuto, ci ero passata accanto ma non avevo guardato bene le cifre. Lascia le valige e inserisco la chiave che mi è stata data nella serratura, si apre immediatamente dopo un solo giro, esito un'attimo ad aprire la porta e non ne so il motivo preciso. Forse è paura? Oppure ansia? Dopo vari secondi a pensare apro finalmente e subito un profumo di limone mi invade, afferro le valige ed entro, è molto carina, subito davanti ai miei occhi si presenta un letto a sinistra interamente bianco , davanti ad esso invece una grande finestra fa passare i raggi solari, sotto ai miei piedi un tappeto rosino fa bella mostra di sé, un'armadio gigantesco e posto vicino alla finestra, per il bagno dovrei andare sicuramente nel piccolo corridoio vicino al letto ma per il momento non ne ho voglia, le pareti sono bianche esattamente come il letto e appeso non lontano dal letto un'enorme quadro della Torre Eiffel arricchisce il misero ambiente che però da un'aria di lusso. Lascio le valige proprio vicino all'armadio mentre mi affretto a sedere sul letto, è molto morbido e sono tentata di schiacciare un pisolino di dieci minuti massimo. Ma chi voglio prendere in giro? Si sa che da dieci minuti si tramuta in dieci ore, è una cosa risaputa. Su un comodino non distante da me c'è una lettera con il mio nome, dev'essere quella di Gabriel ma non la apro, lo farò la sera, con calma e dopo una doccia rilassante. Per il momento devo darmi forza da sola e andare giù, devo mangiare qualcosa, lo brioche di Celia le ho già mangiate quasi immediatamente salita sull'aereo, ho visto un bar qua vicino, a qualche passo dall'Hotel e dovrei anche comprarmi una scheda nuova, il numero di telefono mi servirà molto.
Dopo una sistemata veloce e un cambio di abiti ero pronta, mi inchinano fuori dall'entrata del Grand Paris lentamente gustandomi l'atmosfera delle 16:20 di Parigi guardandomi di tanto in tanto intorno ammirando le grandi costruzioni. Ed eccolo la, il piccolo bar che avevo visto di sfuggita, mi avvicino e sembra molto più grande. Decido di entrare ma neanche un piede dentro che qualcuno mi sbatte contro, per fortuna non ci siamo fatti niente, alzo lo sguardo, è una donna sulla quarantina di anni ma sembra molto più giovane, i capelli sono biondi, gli occhi verdi acceso che non smettono di guardarmi e studiarmi, guardo in basso e vedo un sacchetto per terra, intuisco subito che è della signora così lo raccolgo e glielo porgo《Mi scusi, sono molto sbadata e non guardo sempre dove vado, lei sta bene?》dico mentre la donna affera il sacchetto dalle mie mani con calma《No, mi scusi lei, dovevo stare più attenta》. Faccio per entrare nel bar ma la misteriosa signora mi affera per il polso fermandomi《Lei è straniera giusto?》chiede《Già, sono qua per una proposta di lavoro, ma come ha fatto a capirlo?》《Il tuo accento non è granché ma puoi migliorare senz'altro》《La ringrazio》la donna mi porge la mano che prima mi teneva《Mi chiamo Emilie》la guardo leggermente stranita《M-Marinette》mi presento incerta afferando la sua mano《Marinette》sussura《Il tuo nome è davvero bello e mi suona persino familiare》dice sorridendo. Io posso solo sorridere leggermente, non so cosa rispondere《Bene Marinette, io vado, è stato un piacere fare la tua conoscenza》e comincia ad incamminarsi《Arrivederci e buona giornata》riesco a rispondere. Appena la presunta Emilie non è più visibile ai miei occhi una marea di domande mi sorgono spontanee. Come mai ha voluto sapere il mio nome? E come mai li suona familiare?

STAI LEGGENDO
Nonostante tutto
RomanceSequel di : "Troppo bello per essere vero" Sono passati anni dalla rottura tra Marinette e Adrien e la vita è andata avanti per entrambi. Marinette si ritrova a dover andare a Parigi per lavoro e quì incontra le sue vecchie conoscenze rilanciando i...