Mi guardo allo specchio e rilascio un sospiro. Poso una mano sul mio viso e accarezzo leggermente la guancia senza distogliere lo sguardo dal mio riflesso. In questi anni sono cambiata, ho l'aspetto più da una persona matura, ragiono di più sulle mie azioni. Distolgo lo sguardo rilasciando un sospiro, è davvero passato così tanto tempo? Esco dal bagno e faccio un grande respiro, prendo il pigiama sistemato ai piedi del letto e lo indosso, accendo il telefono e guardo l'ora. Segna le 23:20. Spegno il dispositivo e lo appoggio sul comodino, tiro le coperte del letto all'indietro e mi siedo su di esso. Lo devo ammettere. Ho paura ad andare a dormire. Motivo? Durante il giorno va tutto bene ma durante la notte il dolore si fa vivo e non riesco a riposare. Scuoto la testa per liberarla dai pensieri che cominciano a farsi vivi, mi sdraio e mi metto sotto le coperte, chiudo gli occhi e cerco di dormire. Mi continuo a ripetere di svuotare la mente, di non pensare a nulla, di non pensare al passato ma piuttosto di progettare il mio futuro ma è difficile pensare avanti quando ci si basa sugli avvenimenti del passato anche senza volerlo. Tento di non ricordare perché mi fa male tuttora a distanza di anni ma alla fine cedo. I ricordi si fanno sempre più vividi nella mia mente, è come se stessi rivivendo nella mia mente gli avvenimenti.
Ebbene sì, sono passati cinque anni da quel giorno, da quei giorni passati tra le lacrime. Ricordo bene ciò che successe dopo il ballo, non avevo visto nessuno, non avevo parlato con nessuno, mi ero chiusa nella mia bolla impossibile da scoppiare fino a che io stessa non lo avessi deciso. I miei amici avevano tentato di avere delle spiegazioni ma non ne ho data nessuna. Nessuna merita di sapere quello che è successo, nessuno tranne io e Adrien, o quasi. Già, Adrien. Al suono di questo nome mi si crea tuttora una morsa all'altezza del cuore. Al solo pensiero di quello che ha fatto mi sale la rabbia ma non serve a nulla tutto questo, specialmente ora che non ho più nessun collegamento con lui. Per tutto il tempo che i nostri ospiti erano rimasti io non aveva incontrato mai Adrien, nonostante andassi a pranzare e cenare non incontravo mai il suo sguardo, non parlavo e gli stavo lontana. Molti mi chiedevano cosa fosse successo ma io sviavo il discorso, come ho già detto anche tuttora nessuno sa cosa sia successo realmente e ho mentito ha tutti. Una bugia che portò avanti da troppo tempo, è difficile mentire alle persone a te care quando sai la dura verità, e vorresti liberarti del peso che ti porti dentro ma non vuoi far stare in pena gli altri.
Quella situazione è durata per una o due settimane, ed è stata dura non comunicare con lui. Colui che ho amato con tutta me stessa ma che alla fine la dolorosa verità e arrivata a galla e che mi ha spezzato letteralmente a metà.
Il giorno della loro partenza mi sono offerta di accompagnarli all'aeroporto, il primo volo era per la Francia mentre il secondo, a distanza di un'ora era per l'Italia. Salutai Chloé, Alya e Nino, Adrien non lo avevo calcolato, mi ero fissata in testa che se non lo avrei calcolato presto o tardi lo avrei dimenticato ma mi sbagliavo. Avevo fissato il loro aereo dalla partenza finché lo persi di vista nel cielo, ero rimasta solo con Alessandro e fu allora che scoppiai, gli raccontai tutto, cercando di trattenere le lacrime, Alessandro è l'unico che sa di tutto, e mi ero lasciata consolare, anche se non era servito a molto fino a che non avrei dovuto dire addio pure a lui. Avevo sperato che dopo quello mi sarei sentita meglio ma non è andata così.Da allora ho tentato di ritornare ad una vita normale, tutte le fotografie con colui che mi ha spezzato il cuore le ho cancellate, tutto di lui è stato rimosso, ogni regalo, quadro. Tutto. È tutto messo in uno scatolone in soffitta ma anche se l'ho rimosso dalla mia visuale non l'ho potuto rimuovere dalla mia mente. Sento gli occhi riempirsi di lacrime, tutto dovuto a questi ricordi dolorosi, li sfrego con le mani per far sì che non scendano sul mio viso, ho pianto abbastanza per lui, non dovrei neanche avere più una lacrima ma non è così. Devo smetterla, smetterla di pensare a lui! Mi stò facendo del male da sola. Mi alzo e mi metto seduta a gambe incrociate, apro gli occhi e le lacrime cominciando a scendere incontrollabili, stringo le lenzuola per scaricare la rabbia mentre gli occhi pensano a scaricare il dolore. Se solo potessi ritornare nel passato avrei cambiato le cose, a questa ora non starei soffrendo. Cerco di ricompormi ma inutilmente, al pianto si aggiungono anche i singhiozzi e mi sembra di ritornare indietro, alla notte del ballo scolastico, dopo aver saputo la verità. Sento il cellulare vibrare e lo guardo mentre appare il nome del mittente della chiamata, lo prendo tra le mani e accetto la chiamata <Pronto?> dico con voce tremante <Marinette? Va tutto bene?> chiede la voce di mia madre. Non abito più insieme ai miei genitori, vivo in un piccolo appartamento tutto mio, mi mantengo con i pochi soldi che guadagno qua e la <Si mamma, cosa volevi?> chiedo diventando improvvisamente seria <Abbiamo ricevuto una lettere proprio ora e vorrei che venissi tu ad aprirla, è indirizzata a te> mi spiega. Strano, so di aver mandato un curriculum per una proposta di lavoro ma non mi aspettavo nessuna lettere, specialmente che arrivasse a casa dei miei genitori a questa ora poi <C'è scritto qualcosa?> domando incuriosita. Intanto le lacrime hanno smesso di uscire, ho solo il volto bagnato e appena finirò di parlare con mia mamma andrò in cucina ad asciugarmi <No, c'è scritto solo che è per te> risponde alla mia domanda <Va bene, lasciala pure da qualche parte, domani passerò da voi. Buona notte> <Buona notte tesoro> chiudo per prima la chiamata. Ripongo l'apparecchio sul comodino e mi alzo lentamente dal letto, faccio un grande respiro e mi avvio in cucina. Una volta li prendo due pezzi di carta, li piego e comincio ad asciugarmi il viso.
Quanto vorrei avere qualcuno adesso, qualcuno con che mi consoli, qualcuno con cui possa dimenticare il passato e crearmi un futuro ma ovviamente chiedo troppo. Butto il pezzo di carta imbevuto di lacrime nel cestino e mi avvicino al balcone, spostò le tende e guardo fuori, in lontananza riesco a vedere i grattacieli di New York mentre la luna li illumina con la sua luce fioca, il cielo sembra essere privo di stelle ed è strano non vederle quando la luna risplende così. Un'ultima lacrima solitaria mi scende dall'occhio destro che mi affretto ad asciugare, per un momento ho avuto un piccolo flashback di me e gli altri felici, che passeggiamo allegramente per le strade della grande metropoli ma il ricordo svanisce subito. Faccio grandi respiri per calmarmi maggiormente. Devo tornare a letto e dormire senza dover ricordare niente. Distolgo lo sguardo e mi volto per tornare sui miei passi. Domani sarà una giornata impegnativa e devo essere nel pieno delle forze.
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Nonostante tutto
RomanceSequel di : "Troppo bello per essere vero" Sono passati anni dalla rottura tra Marinette e Adrien e la vita è andata avanti per entrambi. Marinette si ritrova a dover andare a Parigi per lavoro e quì incontra le sue vecchie conoscenze rilanciando i...