Corro senza nemmeno sapere bene dove vado, pregando che lui non mi segua e che non mi prenda. Perché mi è venuto dietro? Perché non è rimasto fermo e infischiandosene come qualunque persona potrebbe fare. Tanto non gli importo. Quale sarebbe il vantaggio di tornare a parlare con me.
Non riesco a vedere bene la strada, le lacrime ormai sono ben visibili a tutti ma non mi importa, voglio solo tornare a casa, solo questo, non chiedo tanto. Le gambe mi fanno leggermente male per la corsa ma poco mi importa, dove reggere, devo andare il più lontano possibile da lui. Ho accettato di lavorare per suo padre, non c'era scritto da nessuno parte che avrei dovuto per forza incontrarlo.
Proprio lui.
Perché il mondo mi vuole male. Perché tutto mi riporta a doverlo incontrare. Non bastavano i soliti crolli emotivi che avevo, non bastano tutte le lacrime che negli anni, ogni singolo giorno abbia versato per uno stronzo come lui? Adesso che l'ho incontrato e ho risentito pure la sua voce distrugge tutto. La sera crollerò di nuovo tra le lacrime salate, proprio come è durato per anni e anni.Vedo l'entrata dell'Hotel in lontananza e corro più velocemente, non mi guardo nemmeno indietro. Non voglio sapere neanche se mi ha seguito fino a quì. Non devo più vederlo. Non devo più sentire la sua voce. Devo toglierlo definitivamente dalla mia mente, cancellare qualsiaisi ricordo che mi porti a lui. Non devo più farci caso. Ho la mia vita e devo andare avanti.
Entro dentro e non guardo in faccia a nessuno tenendo il capo chino, coro per le scale velocemente, se sarei rimasta ad aspettare l'ascensore avrei dovuto assistere alle mille domande dai passanti e non sono in vena. Vado dritta davanti alla.mia porta e cerco le chiavi per quanto la vista offuscata e il corpo tremate me lo permettano. Apro la porta con la mano che trema velocemente, mi appoggiò alla porta pregando di non sentire nessuno oltre essa, rimango lì, per una paio di minuti mentre le lacrime bagnano il mio viso e cadono sul pavimento.
Mi accerto per bene che non ci sia nessuno e mi butto sul letto, affero il cuscino e ci spofondo la faccia bagnando pure esso mentre piccoli singhiozzi si fanno sentire risuonando nella camera.
Perché a me? Perché tutto questo deve capitare a me? Come farò a presentarmi domani a lavoro con gli occhi rossi e gonfi, come spiegherei il motivo?
I singhiozzi si fanno sempre più vivi mentre la sua immagine mi compare davanti gli occhi. Sono una stupida, una imbecille, quale essere vivente starebbe male per un mostro come lui a distanza di anni? Sono un disastro umano. Sento il cellulare suonare ma me ne infischio stando ferma e singhiozzando, voglio solo stare sola adesso. Non voglio vedere né sentire nessuno. Non mi importa nemmeno sapere chi sia.Mi rigiro con la faccia verso il soffitto per cercare di non fare scendere le lacrime ma non funziona, mi è impassibile.
Questo è successo tutto per colpa di Alya, è colpa sua e solo sua, è impossibile che Adrien abbia voluto fare una passeggiata così e per puro caso nel luogo dove ero presente anche io. Io lo sapevo, percepivo che sarebbe successo qualcosa di non positivo e bam. Ecco il mio ex ragazzo se così si può chiamare che mi ha fatto e mi fa soffrire tuttora davanti ai miei occhi.
Perché non posso avere una vita normale, come qualsiasi persona della mia età? Lavoro, vita tranquilla, una persona che mi ama veramente, e magari anche sposata.
No, sono diversa, devo soffrire per sempre, devo stare immersa nel dolore fino a che non verrò a mancare. Come mai non riesco a farmi una vita.
Tra le lacrime mi addormento, forse al mio risveglio dimenticherò tutto, ma non credo.Gli occhi mi fanno male e non riesco quasi ad aprirli e tenerli aperti, ho ancora il.viso bagnato, ho pianto anche durante il sonno e anche tanto. Ho tutto il volto bagnato e persino il cuscino è fradicio. Mi alzo tremolante dal letto e vado in bagno, mi guardo alle specchio. Ho rovinato tutto il trucco, ho tutto il volto rigato di mascara e chissà anche per la strada quanto si sia sciolto. Comincio a ripulirmi tirando ogni due per tre su con il naso mentre le lacrime continuano a scendere e nonostante cerchi di fermarle non ce la faccio.
'Stupida, stupida, stupida'mi ripeto nella mente, in questo momento posso solo chiamarmi così. Vado a cambiarmi indossando la mia solita maglietta larga e i pantaloncini e vado in cucina. Fuori si è fatto buio da quello che riesco a notare dalle finestre, mi avvicino a quella della cucina e una luce improvvisa mi investe seguita da un tuono potente. Perfetto direi, anche il temporale. Mi siedo sul divano dove le mie lacrime si bloccano per un'istante ma che ricominciano a cadere subito dopo abbondanti. L'immagine di Adrien che mi tiene ferma questo pomeriggio ritorna alla mia mente, la serietà con cui mi parlava e la freddezza con cui mi guardava mi hanno perforato il cuore. Perché mai è dovuto venirmi dietro? Chi sono io per lui?
Nessuno. Sono solo un vecchio giocattolo del passato per lui.Eppure, nonostante gli anni, nonostante quello che mi ha fatto la mai reazione di quando l'ho visto è stata strana. Per un momento ho pensato 'Quanto è diventato bello' per poi ritornare al mondo reale ricordandomi quello che mi ha fatto. Il cuore che accelerava, il viso che mi si scaldava, agli occhi degli altri potrei avere una specie di cotta per lui, il che potrebbe risultare vero, per via della tristezza che ho passato e che passo da quando ho saputo la verità e da quando non l'ho più avuto al mio fianco. Strano vero? Sono strana in tutti gli effetti. Come potrei mai provare ancora amore verso chi mi ha fatto soffrire, quale essere vivente proverebbe ancora qualcosa di così per un mostro abusatore.
Eppure alla sua vista mi sono sentita bene, non vedevo nessuno intorno, solo lui, come se mi avesse cercato e alla fine mi avesse trovato, giurando di amarmi e che quello che è successo è stato tutto uno sbaglio. Ma non è così, non ha mai provato nulla per me, non mi ha mai amata e non mi cercherebbe nemmeno, quale ruolo ho e ho avuto nel corso della sua vita? Nessuno, sono solo stata schiocca a non vedere la realtà.
Arg! Sbatto sbatto il pugno sul braccio del divano. Come mai sono così? Perché mi sto spaccando la testa per un'idiota? Perché stò solo pensando a lui?
I tuoni e i lampi sono sempre più spessi e quasi mi fanno paura, mi alzo e vado in cucina, voglio solo riposare, non mi importa se continuerò a piangere, non voglio più pensare, non voglio più vedere né percepire niente. Recupero una bustina di camomilla e metto l'acqua a bollire.Chi mi vedrebbe adesso mi prenderebbe solo in giro. Chi alla mia età si metterebbe a piangere per una vecchia cotta dell'adolescenza. Un sorriso che mi dura un nano secondo mi spunta sulle labbra, adesso che ci penso chi conosce tutta la storia, cioè Alessandro come mi vede, cosa pensa di me, di come mi comporto senza che neanche lo voglia? Metto la bustina di camomilla nella tazzina riempita di acqua bollente. E mi siedo sulla sedia per aspettare che sia pronta. Il telefono squilla nuovamente e mi asciugo velocemente le lacrime, ho intenzione di rispondere questa volta, vado a recuperarlo velocemente, appena l'ho in mano la chiamata viene spenta, guardo da chi sia. Alya. Potevo anche immaginarmelo. Non voglio richiamarla indietro ma sembra proprio lei a insistere siccome mi appare un'altra chiamata da parte sua, mi asciugo un'altra lacrima e cerco di creare un'atmosfera in me serena, per nascondere il più possibile i singhiozzi e accetto la telefonata<P-pronto?>dico incerta<MARINETTEE!>sento urlare il mio nome da Alya tanto che devo staccare il telefono dall'orecchio per non diventare sorda. Dal tono sembra arrabbiata ma dovrei essere io quella arrabiata, non lei<Ti rendi conto che sono stata tutto il pomeriggio ad aspettarti?>dice calmandosi piano piano<Non ne voglio parlare, ho già incontrato chi dovevo incontrare e sono rimasta abbastanza delusa da te>le rispondo fredda tirando su con il naso<Ma che dici? Io e lei siamo rimaste insieme tutto il tempo. Non so chi tu abbia incontrato ma ti posso giurare che non centro niente>risponde. Rimango zitta riflettendo un'attimo. Ha dato del lei. Quindi era un ragazza che mi doveva presentare <Marinette? Cosa è successo?>chiede preoccupata <Niente. S-scusa se mi sono arrabbiata><Posso sapere chi ai incontrato? Perché non sembra che tu stia bene. Vuoi che venga da te?><N-no. Sto bene. Preferirei non dirlo. Scusa> chiudo la chiamata appena finito di dire la frase. No riesco a parlare con lei, non riesco a parlare con nessuno. Mi butto sul divano e rimango a piangere da sola. Come è sempre stato.
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Nonostante tutto
RomanceSequel di : "Troppo bello per essere vero" Sono passati anni dalla rottura tra Marinette e Adrien e la vita è andata avanti per entrambi. Marinette si ritrova a dover andare a Parigi per lavoro e quì incontra le sue vecchie conoscenze rilanciando i...