Chapter 43.

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Pov. Jungkook

"Avanti, Jungkook fallo, uccidimi" sussurra con tono di sfida guardandomi negli occhi, sbatto la mano libera accanto al suo viso spostando l'altra dal suo collo al suo mento.

"Sta zitto!" dico a denti stretti.

"Non voglio ascoltare le tue cazzate, stai solo provando a salvarti la pelle" non può essere vero, la persona che nel profondo ho sempre aspettato non può essere lo stesso stronzo che ha fatto tutto questo.

"Non ti sto mentendo, è la verità" prova a togliermi ma io blocco velocemente i suoi polsi ai lati del suo viso.

"Smettila" alzo il tono della mia voce e ancora prima di poter dire altro vengo spinto all'indietro lontano dal corpo di Namjoon.

Alzo lo sguardo e incontro gli occhi pieni di rabbia del biondino, jin se non sbaglio e quelli costantemente divertiti di Enea.

"Nam stai bene?" Jin si abbassa verso di lui e lo aiuta a mettersi seduto guardando le sue ferite.

Lui annuisce e gli accarezza la mano come per tranquillizzarlo.

Faccio una smorfia divertita, quel mostro ha anche un cuore quindi, mi sorprende.

Mi alzo velocemente girandomi per andarmene, un altro minuti qui e finirò per distruggere anche me stesso.

"Jiwoon" mi blocco di scatto rabbrividendo sentendo quel nome, mio padre si chiamava così.

"Conte Jeon Jiwoon, aveva due figli, Jeon Jungkook terzo e Jeon minhee, morta all'età di cinque anni dal Re della dinastia Lee" deglutisco sentendo il mio corpo percorso da tremori.

Perché dopo più di quattrocento anni fa ancora così male?

Il ricordo è ancora vivido e la rabbia non ha lasciato spazio alla tristezza continuando a logorarmi.

Nonostante sia riuscito a vendicarmi, a uccidere ogni membro di quella famiglia le mie emozioni sono rimaste tali, trasformate in uno stato dormiente solo dal tempo.

Vorrei poter continuare a dirgli che sta mentendo ma come può aver scoperto queste informazioni se non esistono, neanche io ho niente della mia famiglia, nemmeno un misero nome su un foglio.

Se lui sa queste cose c'era ma mi rifiuto di credere che sia davvero il mio sire, lo stesso vampiro che ha fatto del male non solo a jimin, non solo a Taehyung ma a ogni vampiro che non rispetti le Sue insulsi leggi.

Mi giro lentamente verso di lui e sospiro prima di indicare con la testa la finestra ormai rotta.

"Devi spiegarmi ogni cosa ma non credere che io non finirò ciò che ho iniziato Namjoon" velocemente mi allontano da lui salendo di nuovo in questa stanza dove speravo di non mettere più piede.

I ricordi si stanno facendo largo nella mia mente e questo non va bene, ho passato secoli a cercare di sopprimere il dolore, di non vivere nei ricordi e adesso non posso lasciare che accada.

Devo essere forte, devo tornare da Taehyung.

Non mi accorgo neanche che i minuti continuano a passare fino a quando la luce presente nella stanza non inizia a diminuire, non so quanto sia passato, sento come se le cose intorno a me mi stessero risucchiando.

Compreso il tempo.

Questa sensazione l'ho già provata, il Jungkook di quattrocento anni fa l'ha provata.

Mai nessuno osa parlare del dopo il lieto fine che a volte è solo l'inizio di un altra tragedia.

Il mio lieto fine fu rinascere ma la mia anima, ancora così pura, bramava vendetta ma strappare le prime vite, per quanto meschine l'aveva distrutta.

•°My Blood Is For You°• ||KookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora