Capitolo 13. Ora o mai più.

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Eva

Stare ventiquattro ore su ventiquattro con le stesse persone per un'intera settimana, equivaleva alla conoscenza di una persona tre volte a settimana, ma su un mese intero.

Ormai la Fratellanza - avevamo deciso di lasciarci questo nome e di fare un gruppo WhatsApp - era diventata super unita e non c'era praticamente momento della giornata in cui non eravamo insieme.

Io e Leo eravamo davvero carichi per come avevamo provato quattro canzoni, mentre Luna era stremata e sdraiata sul palco come se stesse prendendo il sole.

Questa sera era la sera prima della prima. Okay, questo era uno scioglilingua e un gioco di parole pessimo, ma era vero. Mercoledì, cioè domani, avremo avuto lo spettacolo, così stavamo decidendo dove andare stasera.

Come sempre, ovviamente, era Kyros a proporre le cose, dato che era del posto, ma anche Anita aveva dato una buona idea. <<Io non sono un'amante degli scogli, ma se ci sono quelli belli e piatti, possiamo andare a cenare lì.>>

Luna sgranò gli occhi, ma decise di non dire nulla, mentre noialtri annuimmo, interessati alla sua proposta. Kyros ci informò che ci avrebbe potuto far vedere il tramonto più bello di tutta l'isola, così acconsentimmo.

Dovevamo solo sistemare il locale e poi sparire. Avevamo dipinto tutto e Anita, la più brava di noi a disegnare, aveva fatto qualche schizzo di tavole da surf, bevande e scritte simpatiche. Era venuto davvero un bel risultato fuori e non vedevamo l'ora che fosse domani mattina per sorprendere la mamma di Kyros.

Le avevamo voluto fare una sorpresa e, a detta del figlio, Alexa avrebbe pianto.

Anche quel giorno, di Francesco non c'era traccia e non rispondeva neppure ai messaggi.

Vidi Leo che, mentre finivo di mettere una sedia sopra il tavolo, si avvicinava a me. <<Posso farti una domanda indiscreta?>>

Lo guardai alzando un sopracciglio, però annuii. <<Certo, credo.>>

Sorrise. <<Be'... mi domandavo se, che ne so... avessi tipo, un...>>

Mi venne un po' da sorridere, ma aspettai che finisse.

Si grattó la nuca e fece un altro tipo di sorriso: timido. <<Sì, insomma... hai un ragazzo?>>

<<Interessa a qualcuno?>>

<<Ad un mio caro amico, sì>> capii che stesse al gioco, così continuai.

<<Be', di' a questo tuo caro amico, che non ho un ragazzo>> mi pulii le mani sui pantaloncini.

Leo si leccò il labbro inferiore e poi lo morse un po'. <<Quindi, se lui...>> Rise. <<Okay, basta. Se ti chiedessi di uscire insieme, cosa diresti?>>

Ad essere onesta, non mi aspettavo una proposta del genere, soprattutto non dopo aver visto tutto il suo imbarazzo iniziale. Sorrisi un po'. <<Uscire come? Come lo farà Nat con Kyros?>>

Leo rise. <<Oh, no! Io pregherò per Natalia, comunque. Per me e te intendevo proprio una cosa seria>> piegò la testa di lato. <<Seria nel senso di...>>

<<Ehi! Vi date una mossa?>> Urlò Natalia, da dietro la saracinesca abbassata.

Io sbuffai e feci segno a Leo di muoversi. <<Seria da appuntamento, dici?>> Provai io, arrossendo un po', per poi pentirmi delle mie parole.

Leo si girò verso di me e sorrise a trentadue denti. <<Se dicessi di sì?>>

<<Ti direi che magari potremmo provare, ma non sarebbe un appuntamento>> mi grattai la guancia. <<Che dici?>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora