Capitolo 27. Non vuoi dare spettacolo?

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Eva

<<Vedi questa linea?>> L'indice di Leo iniziò a tracciare un percorso sul mio palmo, seguendo le linee delle mani. <<Questa indica la vita.>>

     Mi venne da ridere, ma gli avevo promesso di restare seria, e così avrei fatto. Le sue dita, però, mi facevano venire strani brividi su tutto il braccio. <<E che significa?>> Sussurrai, mordendomi il labbro inferiore per non ridere.

     <<Ecco! Mi stai prendendo in giro>> fece lui, incrociando le braccia al petto e portando la mia mano con sé.

     Mi ritrovai a tenere la mano incastonata tra il suo petto e il bicipite, perciò il mio cuore iniziò a battere contro la gabbia toracica come una molla. <<Chiedo venia.>>

     Leo tirò il braccio e mi fece finire addosso a lui, così scoppiai a ridere e poi si girò, mettendosi sopra di me. Per evitare di schiacciarmi con il suo peso corporeo, si tenne con gli avambracci sulla sabbia. <<Dovresti farti perdonare; prendere in giro la magia non è cosa da poco, potrei maledirti.>>

     Risi piano, mettendogli le mani sulla schiena muscolosa. <<Come posso farmi perdonare, mio re?>>

     Il sorriso di Leo si fece furbo e, piegando la testa di lato, scese un po' con le braccia. <<Un'idea ce l'avrei, sai?>>

     Io, allora, lo lasciai avvicinare di più, finché le nostre labbra non si sfiorarono, poi gli poggiai le mani sul petto e lo spinsi, facendolo rotolare via. <<Oh, mio re, io sono solo una domestica, mi ucciderebbero per questo>> e mi misi sui gomiti.

     Leo scoppiò a ridere, mettendosi di fianco e poggiando la mano sulla tempia. <<Non sei carina. Sappi che ti sei giocata tutto.>>

     <<No, no, no>> iniziai io, fingendo ancora, e alzandomi per raggiungerlo. <<Perdonami, perdonami mio re.>>

     Restò in silenzio, prendendosi entrambe le labbra, mentre io iniziai a baciarlo. La mascella, il mento, le labbra e il collo. Non sapevo dove avessi trovato tutto questo coraggio, ma a me piaceva e dalla pressione dei sui bermuda, evidentemente anche a lui.

     <<Sei proprio pazza>> disse, per poi afferrarmi la vita e baciarmi per bene.

     Mi circondò le guance con le mani e mi spinse verso di lui con irruenza, costringendomi a schiudere le labbra. Con delicatezza, fece scendere la mano sul mio fianco, infilandola sotto la maglietta.

     Risi sulle sue labbra e diedi uno schiaffo alla mano. <<Siamo in pubblico, Leo.>>

     <<Non vuoi dare spettacolo?>> Mi baciò il collo, succhiando un po' di più in un punto.

     Senza volerlo, mi uscii un gemito e lui rise sul mio collo. Lo spinsi e mi alzai, facendomi leva sul suo petto, proprio mentre sentimmo la voce di Anita urlare: <<Prendevi una stanza!>>

     Porgendo la mano a Leo, lo feci alzare e poi mi girai verso la mia amica. <<Emma e Fra'?>> Domandai, raggiungendola per prendere le birre e i gelati.

     Mirko fece spallucce, avvicinandosi a Leo, quindi sorrise. <<Francesco ha detto che doveva andare da Stella.>>

     <<Ed Emma che doveva andare a prendere dei souvenir per la zia>> disse Anita, completando la frase di Mirko.

     Ma che cari, ora si completavano le frasi a vicenda?

     <<Ma non dovevamo andare tutte insieme?>> Feci io, passando la birra a Leo, lasciando che la stampasse per me.

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora