Capitolo 17. (parte due)

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Kyros

Sdraiata accanto a me, a guardare le stelle con una faccia da ebete, Natalia era bellissima. Ammettevo che forse all'inizio non l'avevo notata molto, perché in lei non c'era nulla di così particolare, tranne la sua parlantina e il modo sarcastico e arrogante di rispondere.

Giorno dopo giorno, bisticcio dopo bisticcio, però, iniziai a capire che forse avevo una cotta per lei. Già, cotta. Era un termini che mi faceva un po' ridere, ad essere onesti, ma rappresentava quello che provavo.

Ero cotto a puntino.

Lyka era sdraiata ai piedi di Natalia e aveva il muso poggiato sulle gambe di lei. Erano quasi le dieci e tutto intorno a noi era silenzioso e buio, ma magnificamente bello.

Natalia aveva gli occhi chiusi, quando il suo telefono prese a squillare e lei li aprì. Abbassai un po' il volume della radio, poi lei rispose al telefono. <<Ehi, Ver>> si strofinò la faccia con la mano, sollevandosi sui gomiti. <<Sì, sono fuori. Perché hai chiamato Luna?>>

Restò un po' in silenzio, ma poi sorrise e rise un po'. Io mi girai e ascoltai Shake it Off uscire dalle casse della radio. Non pensavo che i vecchi stereo trasmettessero canzoni moderne, ma forse prendevano il segnale del posto in cui ci trovavamo.

<<Non lo so. Senti, di' a mamma che quando torno ci penso io>> sbadigliò. <<No, è che... Sì, esatto>> rise.

Continuò a parlare per un po', quindi io mi sdraiai e mi persi ad ascoltare la sua conversione. Capii presto che Veronica era il nome della sorella di Natalia e mi domandai se fosse più grande o più piccola.

Quando Lyka iniziò ad abbaiare, io roteai gli occhi e Natalia sussultò. <<Sì, vado. Ci sentiamo domani, Ver. Saluta anche Emma.>>

Io mi sollevai e provai a vedere a cosa diavolo Lyka stesse abbaiando. Quando lo vidi, mi immobilizzai. <<Natalia, ascoltami. Non ti agitare, ma hai...>>

Natalia urlò e saltò in piedi ancora prima che potessi finire la frase. Stava facendo muovere tutto il pick-up, ma io continuavo a fissare il serpente che, in qualche modo, era salito a bordo.

<<E tu volevi che stessi ferma?>> Continuava a gridare.

Io mi guardai intorno, cercando qualcosa con cui buttarlo fuori.

<<Kyros, uccidilo! Anzi, no, però buttalo via!>> Natalia si sedette sul tettuccio dell'auto e sollevò le gambe, mentre io afferrai un pezzo di legno e mi avvicinai al serpente.

Okay, io avevo il terrore dei serpenti, però dovevo fare l'uomo e togliere di mezzo quel coso, prima che Natalia mi sfondasse l'auto.

Feci allontanare Lyka, poi deglutii e allungai il braccio, spostando un po' il serpente. Questo si girò verso di me e sentii il cuore in gola. Facendomi coraggio, riuscii a prenderlo e a buttarlo fuori dal pick-up, mentre Lyka riprese ad abbaiare.

Con un sospiro di sollievo, poggiai la schiena alla macchina, accanto alle gambe rannicchiate di Natalia, buttando via il bastone.

<<Hai paura dei serpenti?>> Mi domandò lei, ridendo un po'.

Mi girai verso di lei, poggiando i gomiti sul tettuccio. <<Non sei in posizione di giudicare, visto che ti ho salvato la vita.>>

Fece un mezzo inchino. <<Oh, mio eroe. Ti sarò per sempre grata.>>

<<Vuoi scendere?>> Le domandai, indicando il metallo del cassone.

Lei annuì, ma si mise al bordo del tettuccio e si spinse giù da sola. Toccando il metallo, vidi che stava perdendo l'equilibrio, così la presi al volo per il braccio e la tirai verso di me.

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora